Dubai …. crociera in ABBA (Antonella Giroldini)

Sul Creek su un affascinante Abra in legno…..

Il cuore e l’anima della città si trova in acqua, nel brullicante Dubai Creek . Salendo a bordo di uno degli abra (taxi fluviali aperti ai lati) che percorrono il Creek in entrambi i sensi , collegando Deira a Bur Dubai, potete osservare la vita quotidian o ammirare i panorami più belli della città. Si tratta del mezzo di trasporto più economico. Dal momento che gli abra vengono utilizzati dagli espatriati per andare al lavoro, fare affari, incontrare amici e dedicarsi allo shopping, su queste barchette di legno la realtà multiculturale di Dubai appare evidente .

SORANO (Antonella Giroldini)

Bandiera Arancione del Tci, il borgo medievale abbarbicato su una rupe tufacea propone immagini di forte suggestione dai due versanti su cui è adagiato: a ovest i volumi cubici e allungati delle case torri, a picco sulla valle , a est il ritmo orizzontale del sovrapporsi di tetti e facciate lungo i vicoli che scendono a tornanti. Si staglia al centro la sagoma del settecentesco Sasso Leopoldino, razionalizzazione a colpi di scalpello del blocco tufaceo attorno a cui è organizzato il paese. : abitato in età etrusca e romana, fu castello aldobrandesco quindi contea ursinea e infine, dal 1608 , parte del granducato di Toscana.

Ai piedi della fortezza si trova il borgo cui si accede dalla porta di Sopra . Tra palazzetti con finestre incorniciate e bei portali pugnati, si raggiunge la parrocchiale che posteriormente conserva tratti dell’impianto medioevale. Si scende per un dedalo di vicoli, archetti, scale esterne, logge, profonde cantine scavate nel tufo, attraversando il rione del vecchio ghetto e uscendo dall’abitato per la porta dei Merli; da qui si scende fino al fiume Lente , oltre il quale iniziano le vie cave.

Il Duomo di Ascoli Piceno (Antonella Giroldini)

Domina il centro storico di Ascoli Piceno incorniciando Piazza Arringo: è la Cattedrale, intitolata al primo vescovo di Ascoli Piceno, S. Emidio, patrono della città e protettore dal terremoto. La sua fondazione risale probabilmente al V sec. utilizzando i resti di una precedente Basilica romana (Tribunale). E’ nell’XI sec. che alla pianta a croce latina della chiesa paleocristiana vengono aggiunte le due torri sui lati della facciata. Nel quattrocento il Duomo viene ampliato fino ad assumere l’odierno aspetto: le torri romaniche vengono inglobate nella nuova facciata (1529-39), disegnata da Cola dell’Amatrice e sono ancora visibili da Piazza Arringo.

L’interno è diviso in tre navate da pilastri ottagonali e volte a crociera; gli affreschi di Cesare Mariani, eseguiti tra il 1884 ed il 1894, raccontano, nel tamburo della cupola, il martirio di Sant’Emidio. Il ciborio ligneo (1895) che si eleva sotto la cupola  – opera dell’architetto Giuseppe Sacconi, nato nella vicina Montalto Marche, conosciuto soprattutto per aver progettato il “Vittoriano” a Roma – è arricchito da statue dei quattro evangelisti eseguite da Giorgio Paci.

L’altare maggiore del XIII sec. risulta dal reimpiego di splendide lastre di marmo intarsiato che in origine formavano il parapetto (pluteo) dell’accesso alla cripta. Alle sue spalle è collocato il coro gotico intagliato in legno di noce (1448), opera di Mastro Giovanni di Matteo da Maltignano e di suo figlio Paolino d’Ascoli. Nel 1546 vennero aggiunte altre parti provenienti dalla chiesa di S. Pietro Martire. Tra i personaggi che dividono il coro in due emicicli è ben riconoscibile una delle immagini più antiche di Sant’Emidio.

Ai lati dell’altare maggiore si aprono due cappelle. A sinistra, la Cappella della Madonna delle Grazie, interamente rivestita di mosaico su disegno del parmense Carlo Mattioli, eseguito dalla Bottega del mosaico di Ravenna nel 1961 su commissione del vescovo Marcello Morgante. Rappresenta papa Giovanni XXIII e la proclamazione della Madonna delle Grazie a patrona della città di Ascoli. Vi si conserva una tavola dipinta da Pietro Alamanno ( XV sec) raffigurante la Santa a cui la cappella è dedicata. A destra si eleva la Cappella del Crocifisso che prende il nome dall’opera lignea del XV sec di scuola marchigiana, in precedenza in San Vittore.

A pochi passi si apre la Sagrestia. Costruita tra il 1415 ed il 1425, ha l’aspetto di una grande sala sormontata da un soffitto a crociera. Spicca, per bellezza e forma, l’armadio in noce composto da 14 sportelli e dai sovrastanti 12 specchi, opera di Moise D’Anversa. Sempre sul lato destro della Cattedrale, scendendo i gradini del Presbiterio, si entra nella Cappella del Ss. Sacramento. Consacrata nel 1838 ha una pianta a croce greca mentre il suo perimetro esterno è un ottagono. I pennacchi della cupola presentano i 4 profeti, opera del pittore maceratese Raffaele Fogliardi.

L’altare è rivestito da un pregevole Paliotto in argento, diviso in 27 formelle disposte su tre ordini: è il racconto della vita di Cristo. Opera orafa tra le più importanti delle Marche, fu eseguita dall’ascolano Pietro Vannini attivo in città dal 1414 al 1464, che realizzò anche la statua in argento di S.Emidio (conservata nel vicino Museo Diocesano) la cui copia è situata a sinistra in fondo alla navata centrale. Sopra l’altare uno splendido ciborio del XVI sec forse di Cola dell’Amatrice.

Addossato alla parete di fondo spicca lo splendido Polittico di Carlo Crivelli, pittore veneziano incaricato dal vescovo di Ascoli, Prospero Caffarelli, di eseguire una grande opera per il Duomo: il polittico reca la sua firma “OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI 1473”. La predella presenta al centro un Cristo benedicente a cui fanno da contorno dieci apostoli. Il registro centrale è composto da quattro santi a figura intera: San Pietro e San Giovanni Battista a sinistra, Madonna in trono con bambino e a destra Sant’Emidio e San Paolo. Nel registro superiore la centrale ed intensa “Pietà” ha alla sua sinistra Santa Caterina d’Alessandria e San Girolamo, a destra San Giorgio e Sant’Orsola.

Porta della Musa: unico accesso laterale del Duomo, la cinquecentesca Porta della Musa deriva il suo nome da un’epigrafe murata nella vicina parete destra del transetto. Il portale ligneo, decorato da rose intagliate e figure zoomorfe, è firmato dal maestro Francesco di Giovanni che operò ad Ascoli fino al 1518. La doppia scalinata ornata da un’elegante balaustra è del 1841, disegnata dall’Ingegnere Gabriele Gabrielli.

CORI (Antonella Giroldini)

A 10 Kilometri da Cisterna di Latina verso nord – est, alle propaggini dei monti Lepini , la cittadella di Cori, presenta interessanti caratteri storici e cospicue testimonianze artistiche. La ” Cora” dei volsci fu sottomessa da Roma già all’inizio del V a. C. e fu sottomessa da Roma già all’inizio del V secolo a. C. e fu feudo degli Annibaldi prima di entrare, durante il XV secolo, nel dominio della Chiesa . Racchiudono i due nuclei della cittadina ( Cori a Valle e Cori a Monte) tratti delle mura poligonali , che risalgono addirittura al V  secolo a. Cristo. Il ponte romano detto della Catena, di età repubblicana, è quasi all’entrata dell’abitato, dove notevoli sono la trecentesca chiesa dell’Annunziata e la Collegiata, costruzione settecentesca rimaneggiata in età neoclassica che custodisce all’interno uno splendido candelabro pasquale e una Pietà. Per la pittoresca via del Porticato, strada coperta fiancheggiata da case medievali, si sale verso la chiesa di Santa Oliva, fusione di due edifici di culto, uno medioevale e l’altro del tardo XV secolo: il complesso, che vanta anche un bel chiostro, fu ristrutturato tra ‘500 e ‘600, e custodisce una volta a botte affrescata in modi michelangioleschi, nonché affreschi trecenteschi.

Nei pressi della chiesa sono i resti del tempio di Castore e Polluce, risalenti alla ricostruzione di un antico monumento effettuata dopo l”89 a. Cristo. In via Matteotti della Città del Territorio ospita una sezione archeologica e una documentaria. Al vertice del colle svetta il pronao, con otto colonne doriche sorreggenti un’elegante. Al vertice del colle svetta il pronao, con otto colonne doriche sorreggenti un’elegante trabeazione e il frontone, del tempio di Ercole.

Notevole anche  l’Oratorio dell’Annunziata

 

 

FERENTILLO (Antonella Giroldini)

In una gola boscosa di suggestiva bellezza , allo sbocco Salto del Cieco nel Nera sorge il paese, articolato in due nuclei castellani di Matterella e Precetto, di origine medioevale e strettamente legati all’abbazia di S. Pietro in Valle. L’abitato , d’antico aspetto, si sviluppo nel fondovalle, ma sono ancor ben riconoscibili i due distinti aggregati originari che inerpicavano le operazioni di difesa sulla montagna. Presso il nucleo di Mattarella si trova la duecentesca pieve di S. Maria. La chiesa di S. Stefano domina dall’alto il nucleo di Precetto, sviluppandosi su due piani: quello inferiore databile al XIII – XIV secolo, quello superiore realizzato nel ‘500 e ampliato nel ‘700. La cripta, lunga quanto l’edificio , dopo la costruzione del piano superiore fu realizzato come cimitero , e oggi proprio con quelle mummie che hanno dato notorietà al paese è stato allestito un Museo – cimitero. Il suolo su cui erano state deposte le salme era infatti formato da una sabbia asciutta e porosa , ricca di nitrati, cloruri e sali calcarei che, assieme alla ventilazione continua delle finestrelle sempre aperte e rivolte verso sud – ovest, ha consentito il processo di mummificazione.

Il colle che sovrasta Mattarella è dominato dalla grandiosa Rocca con torri quadrate e cilindriche e alto maschio; a questa , fungono da contraltare i ruderi di un’altra rocca, eretta sullo sperone che domina Precetto.

ARRONE (Antonella Giroldini)

Verso Terni nella valle oltre Ferentillo si incontra Arrone, castello di poggio sulla sinistra del Nera che ricoprì un ruolo di primaria importanza nel medioevo come punto di controllo della variabilità per Rieti. L’abitato di più recente formazione si sviluppa fuori del perimetro castellano e ha come fulcro generatore la chiesa di S. Maria Assunta : dal portale quattrocentesco si accede alle tre navate con affreschi di Francesco Cozza, Jacopo Siculo , Vincenzo Tamagni e Giovanni da Spoleto; tra gli arredi, pregevoli sculture in terracotta invetriata del ‘500.

La via del Castello sale alla cosiddetta Terra, il nucleo castellano più antico al quale si accede per la porta ogivale. Vi sorge la chiesa di S. Giovanni Battista, eretta nel XIV – XV secolo in stile gotico e dotato di una vivace decorazione ad affresco che impreziosisce la tribuna poligonale.

YAZILIKAYA (Antonella Giroldini)

A 3 km da Bogazkoy, è il principale luogo di culto ittita, la cui visita riveste un particolare interesse per i numerosi rilievi scolpiti nella roccia, importante testimonianza delle credenze di un popolo vissuto 3000 anni fa; processioni convergenti di celebrarono quel connubio mistico che doveva assicurare agli uomini la prosperità.

CASTELLO DI DUINO (Antonella Giroldini)

Il Castello di Duino, di proprietà dei Principi della Torre e Tasso, è stato costruito nel 1300 sulle rovine di un avamposto romano.
Si presenta all’esterno come una costruzione composita e massiccia che domina il golfo di Trieste. Al suo interno, custodisce importanti capolavori d’arte e raffinati cimeli storici. Nel corso dei secoli ha ospitato numerosi personaggi illustri: tra gli altri, il poeta R.M. Rilke, Elisabetta d’Austria (la famosa Sissi), l’arciduca Massimiliano d’Asburgo e la moglie Carlotta del Belgio.
La visita al castello e al suo giardino permette di ammirare il fortepiano suonato da Franz Liszt, la scala Palladio, il panorama sul Golfo di Trieste che si gode dall’alto della torre, i bastioni a picco sul mare e il Bunker costruito nel 1943 dalla Kriegsmarine tedesca.

La dimora storica propone:
Percorso di visita attraverso 18 sale che raccontano, con preziosi arredi e numerosi documenti, la storia della famiglia Torre e Tasso e il parco con la sua varietà di flora mediterranea.
Durata: 1 ora e mezza
Partecipanti: individuali e gruppi di min. 10 persone
Modalità: tutti i giorni, tranne il martedì.Prenotazione obbligatoria con almeno una settimana di anticipo
Visita alle rovine di Castel Vecchio, primo nucleo fortificato costruito nell’XI secolo. Sotto la rocca, a picco sul mare, uno scoglio che ricorda nella forma una donna avvolta in un mantello vi farà scoprire la leggenda della Dama Bianca.
Durata: 1 ora
Partecipanti: per gruppi di min. 10 persone
Modalità: apertura da concordare al momento della prenotazione
Location per ricevimento matrimoni, cene di gala, eventi privati e aziendali.
Mostre d’arte, riprese fotografiche e cinematografiche.
Eventi culturali e musicali di alto livello.

Orario
da novembre alla seconda metà di marzo: aperto solo nei weekend dalle 9.30 alle 16.00
(durante la settimana solo su prenotazione per gruppi con almeno 25 persone)
chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio

dal 17 marzo al 31 marzo: 9.30-16.00
da aprile a settembre: 9.30-17.30
dal 1 al 16 ottobre: 9.30-17.00
dal 17 ottobre ai primi di novembre: 9.30-16.00
giornata di chiusura: martedì

Ingresso:
Intero 8 €
Ridotto 6 €
Visite guidate da prenotare in anticipo con costo supplementare

Castel Vecchio (l’Antica Rocca dell’XI Secolo) è visitabile solo su prenotazione

CASTELLO DI DUINO
Località Duino 32
34011 Duino-Aurisina – TS
Tel. +39 040 208120
visite@castellodiduino.it
info@castellodiduino.it
http://www.castellodiduino.it
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SAN VITO LO CAPO (Antonella Giroldini)

San Vito Lo Capo è un paesino tutto bianco nella provincia nord di Trapani. Il mare è meraviglioso tanto da essere paragonato a quello dei Caraibi. Un viaggio a San Vito Lo Capo è una meravigliosa esperienza per chi ama il mare e la natura, infatti, il paese è incastonato tra due luoghi naturali considerati i più belli d’Italia: la Riserva dello Zingaro e la Riserva di Monte Cofano. In questa guida vogliamo soffermarci sulle spiagge: belle, ampie e bagnate da un mare spettacolare.

 

La spiaggia del centro di San Vito Lo Capo è un enorme arenile libero lungo tre chilometri. La sabbia è bianca ed il mare cristallino con fondali abbastanza bassi. Il litorale di San Vito Lo Capo è delimitato a oriente dal Monte Monaco ed ad Ovest dal faro. Anche se la maggior parte della spiaggia è libera, sono presenti alcuni stabilimenti balneari dotati di tutti i comfort.

Nelle vicinanze di San Vito Lo Capo si trova il golfo di Castellammare, a dominare questo golfo è Scopello, una località ideale per gli amanti delle immersioni subacquee. A caratterizzare il paesaggio di Scopello sono i due faraglioni, che si immergono in un mare dalle mille sfumature del blu. A Scopello ci sono ottime spiagge dove trascorrere le giornate estive, come Guidaloca, formata da ciottoli e da un mare limpido. Non mancano le piccole baie nascoste, come Cala Mazzo, raggiungibile solo attraverso un sentiero non asfaltato. Altre spiagge sono accessibili solo tramite imbarcazioni, come Cala Bianca, Cala Rossa e Punta Pispisa.

7 chilometri di costa immersi nella natura selvaggia. Questa è la Riserva dello Zingaro, dove si susseguono baie, calette e grotte bagnate da un mare veramente fantastico. L’ingresso alla riserva costa 3 euro a persona e potrete scendere nelle varie calette, alcune più agevoli ed altre più impervie. La prima spiaggia della Riserva entrando dal comune di San Vito è la Tonnara dell’Uzzo dove ci sono due spiaggette di ciottoli, una raggiungibile solo via mare, mentre più avanti a Cala Capreria il mare è ideale per chi ama le immersioni o lo snorkeling. Non lontano si può accedere alla Grotta dell’Uzzo, uno siti archeologici preistorici più importanti di tutta la Sicilia. Un’altra grotta meravigliosa è quella dei Cavalli, dove si ammirano pitture rupestri e si può accedere anche ad una piccola spiaggetta. Altre Cale meravigliose della Riserva dello Zingaro sono Cala Beretta, Cala Marinella, Cala Varo e Punta della Capreria.

 

LAGO DI SCANNO (Antonella Giroldini)

Il lago di Scanno è uno di questi posti in Italia che pochi conoscono, e che anche per questo resta un luogo speciale che vale la pena scoprire. Diventato il lago più grande in Abruzzo dopo il prosciugamento del Fucino, il lago di Scanno è un bellissimo specchio d’acqua incastonato tra i Monti Marsicani, a 922 metri d’altitudine. È lungo 1722 metri e largo 700, con una profondità massima di 32 metri. Ma soprattutto, ha una caratteristica che infiamma l’immaginazione di tutti: è un lago a forma di cuore.

L’origine del lago è naturale. Si tratta infatti di un antico lago di sbarramento formatosi in seguito al distacco di una frana dal Monte Genzana. Secondo un’antica leggenda, però, il lago di Scanno si sarebbe formato in seguito a un combattimento tra i romani e Re Battifolo, un sovrano del posto. Quando questi stava per essere sopraffatto, invocò l’aiuto del mago Bailardo che con un incantesimo fece coprire d’acqua il campo nemico. Un’altra leggenda vede invece protagonista la bellissima fata Angiolina, di cui si era invaghito tale Pietro Baialardo, che ordinò il suo rapimento. Per sfuggire ai rapitori, la fatina fece in modo che sotto i loro piedi si materializzasse un lago, nel quale sprofondarono.

Non ci sono vere e proprie spiagge, ma declivi del terreno più o meno dolci consentono di raggiungerne comunque le sponde con relativa comodità. Le acque color verde smeraldo del lago sono balneabili. Nel lago di Scanno il nuoto è un’esperienza unica, ma è possibile anche noleggiare barche e pedalò per un tour più comodo. Il lago è attrezzato con un’area di sosta per camper. È consentita anche la pesca!

La Chiesa della Madonna del Lago, dedicata a Santa Maria dell’Annunziata, è stata edificata nel 1702 sulla sponda meridionale del lago, proprio sul luogo in cui si trovava una sacra immagine della Madonna, dispensatrice di miracoli e meta di pellegrinaggi. L’interno della chiesetta è stato ristrutturato all’inizio del XX secolo in stile neogotico, con affreschi di pittori del posto.

La chiesa conservava inoltre un’antica statua della Madonna del Lago, che è stata però trafugata nel 1979. Quella attualmente esposta è una copia successiva, realizzata subito dopo il furto da un artista scannese.