Solitaria su un’altura per tre lati difesa da precipizi insuperabili, sorge l’abbazia dove si raccolsero i primi monaci della Congregazione benedettina di Monte Oliveto, fondata nel 1313. Gli edifici, costruiti a partire dal 1319, sono circondati da un grande parco. Cuore del complesso è il chiostro grande formato da due loggiati sovrapposti, su colonne, con i celebri affreschi delle storie di S. Benedettto, una delle maggiori testimonianze del rinascimento italiano: 36 scene dipinte da Luca Signorelli e dal Sodoma. Nell’abbazia i monaci gestiscono un laboratorio di restauro dei libri antichi. Nella farmacia, notevole raccolta di vasi.
Mese: novembre 2018
SPELLO (Antonella Giroldini)
Lago di Corbara (Antonella Giroldini)
Il corso del Tevere dal ponte di Montemolino, a monte di Todi , fino al bacino artificiale del lago di Alviano è stato istruito in Parco fluviale del Tevere. L’importanza faunistica e vegetazione è notevole, così come l’offerta delle strutture ricettive e ricreativo sportive. Seguendo la statale 448 di Baschi si attraversa l’aspra gola del Forello, catalogata tra i biotipi di maggiore interesse dell’area. Si raggiungono così le rive frastagliate del lago di Corbara, ampio bacino artificiale incassato nella valle.
Viterbo: PALAZZO DEI PAPI (Antonella Giroldini)
Il Palazzo dei Papi è il più importante monumento della città di Viterbo e ne è diventato il simbolo. Venne costruito in occasione del trasferimento della sede della Curia pontificia nel 1257 voluta da Papa Alessandro IV.
Tale monumento nacque dall’ampliamento della sede della Curia vescovile disposto e curato da Raniero Gatti, il quale fece anche costruire una grande sala per le udienze, oggi nota come “Aula del Conclave” per il fatto di aver ospitato il primo e più lungo conclave della storia.
Altra parte caratteristica del Palazzo dei Papi è la Loggia delle benedizioni (più nota come Loggia dei Papi) eretta nel 1267: da essa si affacciava il Papa uscendo dalla Sala del Conclave. Dal 27 dicembre 2014 per la prima volta è riaperta la bellissima sala Gualterio.
La stanza, interamente affrescata e caratterizzata in particolare dalla presenza dello stemma di papa Clemente VIII (1592-1605), è frutto dei lavori decisi dal Vescovo Sebastiano Gualterio di Orvieto (1551-1566) che volle ampliare la sua Curia riadattando le due antiche stanze a fianco dell’aula del Conclave, dotando il salone dei servi di un soffitto a cassettoni nel mezzo del quale fece porre il suo stemma e facendo scolpire il suo nome sugli architravi delle quattro porte. Agli inizi del XVII sec., inoltre, risalgono ulteriori modifiche fatte eseguire dal Card. Tiberio Muti, vescovo della città di Viterbo negli anni 1612-1636; a lui si devono ulteriori ampliamenti del Palazzo, con l’apertura di due nuove porte nella sala e con l’inserimento del suo stemma sugli architravi di tali porte e negli affreschi.
La città blu del Marocco ….. CHEFCHAOUEN (Antonella Giroldini)
VERTINE (Antonella Giroldini)
Il borgo medievale di Vertine si trova su un colle di 357 metri sopra Gaiole in Chianti. Da Firenze si può raggiungere velocemente lasciando la A1 all’uscita Valdarno e seguendo da Montevarchi le indicazioni per Cavriglia-Gaiole. Dopo circa venti chilometri, e dopo esser passati sotto ai resti del Castello di Montegrossi , troveremo il bivio che ci porterà fin sotto le mura di Vertine.
Il castello, o meglio il “borgo murato”, di Vertine sorge alla estrema propaggine nord-orientale del Chianti, a ridosso di una serie di rilievi, detti Monti del Chianti, che costituiscono lo spartiacque con il Valdarno Superiore. Questa zona è particolarmente ricca di castelli in quanto corrisponde al territorio della medievale Lega del Chianti, baluardo Fiorentino ai confini con il territorio di Siena.
Nella zona è sempre stata forte la presenza feudale e il castello di Vertine, come i vicini Montegrosso e Brolio , era ricordato in atti pubblici già prima dell’anno mille. Vertine fu anche il castello del Chianti che raggiunse la maggior consistenza come borgo murato. Già nel XIII° secolo il castello era in mano ai Ricasoli, commissari Fiorentini della zona, e a testimonianza della sua importanza fu anche residenza degli stessi in più di una occasione. Grazie ad una serie di circostanze Vertine non fu quasi mai al centro di eventi bellici come assedi o saccheggi, di conseguenza è giunto a noi senza tracce delle distruzioni/ricostruzioni che hanno portato allo snaturamento di molti altri borghi medievali. Nel cinquecento le fortificazioni subirono un restauro ed un potenziamento che non ne ha però modificato radicalmente l’aspetto. Ancora oggi la cinta muraria del borgo è quasi intatta e su di essa si inserisce uno splendido torrione rettangolare che aveva la funzione di cassero: a mio giudizio si tratta di uno dei più belli e meglio conservati della Toscana.
Di fianco al torrione si apre la porta settentrionale, gemella dell’opposta porta meridionale, ancora oggi gli unici due ingressi al borgo. L’arco della porta meridionale è andato perso ma possiamo ancora notare la torre che la difendeva. Le splendide pietre lavorate usate per la costruzione delle mura e del cassero le ritroviamo anche negli edifici interni, l’insieme conferisce a Vertine un’immagine tipicamente medievale e fa tornare il visitatore che percorre le sue strette strade a contatto con la realtà del passato.
Viterbo…la cattedrale (Antonella Giroldini)
L’edificio religioso più importante di Viterbo è il Duomo o Cattedrale, consacrato a San Lorenzo. Realizzato nel XII secolo in stile romanico, il Duomo si presenta oggi agli occhi del visitatore in stile rinascimentale, a causa di rimaneggiamenti del Cinquecento. L’unico elemento rimasto fedele all’originale, visibile dall’esterno, è il campanile. Il monumento è sito sul luogo sul quale si trovava un tempio pagano dedicato ad Ercole, e, successivamente, una chiesetta dedicata a San Lorenzo. La cattedrale di Viterbo, in posizione elevata rispetto al resto della cittadina, domina il territorio circostante. L’interno dell’edificio è suddiviso in tre navate. Le dieci cappelle laterali sono state aggiunte nel XVI secolo. I lavori di costruzione delle cappelle hanno portato alla distruzione degli affreschi alle pareti. Da vedere, all’interno del Duomo, è l’affresco della Madonna con il Bambino, il busto di Letizia Cristina Bonaparte, il Fonte Battesimale realizzato nel XV secolo da Francesco di Ancona. Vari sono i dipinti di interesse artistico, custoditi all’interno dell’edificio.
La Valle di Goreme ( Antonella Giroldini)
Viterbo: Il palazzo dei Priori (Antonella Giroldini)
Il palazzo dei Priori chiude il lato nord-occidentale di piazza del Plebiscito, già piazza del Comune, aperta nel XIII secolo e divenuta da allora il vero centro sociale ed istituzionale della città.
Dopo che Viterbo divenne la sede del Papato e vi furono istituiti i primi conclavi, si sentì l’esigenza di dotare anche il Comune di una sede consona alle istituzioni civiche. Furono acquistati vari stabili e si procedette alla demolizione dei portici del grande cimitero antistante alla chiesa di S. Angelo in Spatha, nonché di alcuni stabili di pertinenza dei canonici, per allargare la piazza che prese forma a partire dal 1264. In questa data, secondo alcune studiosi, venne iniziata la costruzione del Palazzo dei Priori, ritenuta coeva al Palazzo del Podestà ( oggi sede di alcuni uffici comunali) ed a quella del Capitano del Popolo (attuale Prefettura). Tesi più recenti sostengono, invece, che l’edificio venne edificato soltanto nel 1460, al tempo del pontificato di Pio II.
Il palazzo era destinato in origine ad essere la residenza del governatore pontificio, ma, nel 1510, non essendo ancora stata condotta a termine la fase architettonica sistina, il governatore del Patrimonio sfrattò i priori dal loro palazzo (che al tempo risiedevano nell’attuale stabile della Prefettura) e vi si insediò d’autorità, riuscendo così ad accelerare i lavori.
Alla fine dello stesso secolo fu dato l’avvio alla decorazione pittorica degli ambienti della grande fabbrica.
I ragguardevoli risultati raggiunti nel palazzo viterbese dei Priori rispecchiano il momento particolarmente felice per la città ed il clima di grande evoluzione socio-culturale, dovuti in gran parte all’iniziativa del potente cardinale Alessandro Farnese, poi salito al soglio pontificio con il nome di Paolo III (1534-1549).
Nel Seicento fu altresì realizzato lo splendido cortile interno del palazzo, su cui si affaccia l’elegante loggiato del primo piano e qualificato dalla fontana in peperino, a coppe sovrapposte, culminante con un gruppo bronzeo rappresentante una palma affiancata da due leoni, e, soprattutto, fu portato a conclusione l’apparato decorativo dell’interno.
Le forme dell’esterno sono quelle conferite al palazzo dai lavori quattrocenteschi. La facciata, marcatamente orizzontale, è alleggerita dal porticato del piano terra. Lo stemma di Papa Sisto IV (1471-1484), appartenente alla famiglia Della Rovere, campeggia nella facciata ed è riportato anche sulla sommità della cornice bugnata dell’ingresso principale.
Alla fine del Cinquecento, quando il palazzo aveva ormai assunto forme grandiose, si diede l’avvio all’articolata decorazione pittorica, a partire dalla Sala Regia. Qui, oltre a personaggi legati alla storia della città e alla mitologia, inquadrati da ridondanti cornici dipinte, meritano di essere segnalati gli emblematici affreschi del soffitto, dove campeggiano i trentatré castelli che furono sotto il dominio di Viterbo, dislocati in sedici pittoreschi riquadri.
Devono infine essere ricordati il ciclo pittorico della cosiddetta Sala della Madonna, animata da una serie di episodi che rimandano alla storia del vicino santuario della Madonna della Quercia, quello della cappella del Comune e quello della sala del Consiglio.