INFIORATA DI GENZANO (Antonella Giroldini)

L’edizione 2017 della tradizionale infiorata di Genzano di Roma è ormai alle porte: l’appuntamento è per il 17, 18 e 19 giugno. In quei giorni, come avviene da due secoli a questa parte, il selciato di via Belardi sarà interamente ricoperto di petali di fiori, usati per realizzare delle vere e proprie opere d’arte.

L’evento coinvolge tutti gli abitanti della cittadina di Genzano di Roma che partecipano alle diverse attività organizzative necessarie alla riuscita della grande manifestazione. Durante la giornata del Corpus Domini la centrale via Belardi viene interamente ricoperta di un tappeto fiorito: l’area dell’infiorata si estende per quasi 2.000 metri quadrati e sono più di 350.000 i fiori impiegati per colorare i quadri. Solitamente, lungo la strada vengono realizzati 13 quadri, ciascuno dei quali misura 7 metri di larghezza e 14 di lunghezza.

L’organizzazione dell’infiorata inizia diverse settimane prima della giornata di festa. Per prima cosa si scelgono e si abbozzano i quadri che dovranno essere riprodotti sul selciato. Tradizionalmente, i quadri rappresentano scene religiose, legate alla festività del Corpus Domini. Successivamente, vengono scelti i fiori da usare: sono oltre 20 le varietà di fiori scelte per rappresentare altrettante sfumature di colore. Si passa dal giallo tenue dei fiori di ginestra alle diverse sfumature dei petali di garofano, passando per caffè, riso e rose… il risultato è una tavolozza ricca di colori e profumi che diventa protagonista di una tradizione apprezzata anche all’estero.

La fase di preparazione dei fiori viene denominata “spelluccamento” e avviene nei giorni precedenti all’infiorata. I petali vengono staccati dalle corolle e, in attesa di essere usati per la realizzazione dei quadri, vengono conservati nelle grotte comunali. Il sabato precedente alla festa si passa alla preparazione del selciato, con il disegno in gesso dei contorni dei quadri.

La tradizione dell’infiorata di Genzano di Roma entra nel vivo nella mattinata della domenica, quando si inizia la delicata fase di posa dei petali. Quando l’opera è completa, la domenica sera, i festeggiamenti proseguono con la tradizionale processione, che attraversa la città. L’infiorata viene mantenuta sul selciato per tutta la durata dell’evento e solo il lunedì sera viene distrutta durante il caratteristico “spallamento” che vede protagonisti i bambini.

La tradizione dell’infiorata rivive da oltre 200 anni. Sebbene le fonti non indichino una data certa, dai documenti storici si evince comunque che l’infiorata viene realizzata a Genzano di Roma dalla seconda metà del 1700. I genzanesi erano soliti distribuire dei petali di fiori di fronte alle loro case per omaggiare il passaggio della processione organizzata in occasione del Corpus Domini. A partire dal 1778 (secondo altre fonti dal 1782) ad essere coperta di fiori fu l’intera via Sforza (corrispondente all’attuale via Buozzi). Ma è solo dalla fine dell’800 che i preparativi per la festa coinvolgono tutti gli abitanti della città. Dal 1875 l’infiorata si svolge in via Belardi, nella strada che collega piazza IV Novembre alla chiesa di Santa Maria della Cima.

L’edizione 2017 dell’infiorata di Genzano di Roma si terrà dal 17 al 19 giugno. Nonostante sia un evento che affonda le sue radici nel passato, l’infiorata di Genzano mantiene sempre uno stretto legame con l’attualità; per questo il tema di quest’anno sarà “Preghiera di pace, dialogo tra religioni e culture“.

OASI WWF DEL LAGO DI ALVIANO (Antonella Giroldini)

Il Lago artificiale, di circa 900 ettari, nasce nel 1963 in seguito alla costruzione da parte dell’ Enel di uno sbarramento e di una centrale idroelettrica sul fiume Tevere. In tempi brevi i sedimenti trasportati dal fiume hanno dato origine ad un piccolo delta interno, alla successiva formazione di un raro bosco idrofilo ad un ampia area paludosa.

L’arrivo degli uccelli acquatici fu immediato e portò, grazie all’interessamento di numerosi ambientalisti, nel 1977 alla costituzione di divieto di caccia. Nel’ 83 fu realizzato il primo percorso naturale (Sentiero vecchio) nel ’90 con un accordo con la Provincia di Terni e WWF Italia iniziò la progettazione e la realizzazione del Sentiero Nuovo, ultimato nel ’94 e reso completamente accessibile ai diversamente abili nel 2006.

Nel 1996 venne realizzato il laboratorio didattico e costituito il Centro di Educazione Ambientale.

Continuamente vengono eseguiti interventi di riqualificazione ambientale. Tra i più importanti la realizzazione di acquitrini, di prati umidi e la costruzione di un argine che divide la palude dal lago e che permette di mantenere il livello delle acque interne.

L’Oasi del lago di Alviano comprende gli ambienti tipici delle zone umide ed ha ricreato ambienti acquatici scomparsi da oltre un secolo. Proprio per questo motivo ha un valore speciale, perché con i suoi 900 ettari protegge dalla caccia e dalla speculazione edilizia, è uno scrigno di biodiversità unico. E’ caratterizzata da palude, canneti e bosco igrofilo.  E’ ricca e varia la flora idrofitica, con vaste distese di potamogeton, najas, ceratophyllum. .  L’avifauna acquatica è ricca e comprende germani, alzavole, mestoloni, fischioni, cormorani, svassi, aironi di tutte le specie, tarabusi e tarabusini, falco di palude e pescatore, mignattai e spatole.  Numerosi i passeriformi, in particolare lucherini, grazie ai semi degli ontani, e tordi, grazie alle edere mature abbarbicate sugli alberi del bosco.
Tra i mammiferi, la nutria, il tasso, l’istrice, la volpe, il cinghiale, e, solo da poco tempo, lo scoiattolo  à migliaia di persone tra cui molte scuole.

 

Sintra (Antonella Giroldini)

 

 

Questo tranquillo villaggio, con i suoi palazzi riccamente decorati, le foreste avvolte dalla foschia e le rovine di un castello moresco, sembra uscire direttamente da un libro di fiabe. Non sorprende quindi che sia da tempo una delle mete preferite degli abitanti della capitale per le gite fuoriporta.

E’ una meta ideale per evadere dalla città . Ha un eccezionale microclima che favorisce la crescita di una magnifica vegetazione esotica ed è perfetta per effettuare delle belle passeggiate in campagna, scoprendo torri d’avvistamento difese da mostri in pietra o esplorando il Convento  dos Capuchos circondato da alberi di sughero.

Anche se vi trattenete a Lisbona solo per un fine settimana , vale comunque la pena di visitare Sintra .

Lago del Salto (Antonella Giroldini)

Una strada panoramica non sempre agevole, che si stacca dalla Salaria poco prima di Cittaducale, porta, oltre Capradosso, in km 24,5 dal lago del Salto , ampio bacino artificiale dal frastagliato profilo che regola l’afflusso delle acque del fiume omonimo nella Conca reatina. Quando il lago venne creato scomparvero nelle acque i paesi di Borgo San Pietro, Tiglieto e Fiumata, ricostruiti più in alto sulla riva. L’invaso si trova nel Cicolano, terra di antico insediamento riscoperta dagli archeologi negli ultimi lustri grazie a numerose campagne di scavo. Il paese di Petrella Salto sulle pendici del Monte Moro è denominato dai ruderi della rocca Cenci.

Santa Maria in Vescovio (Antonella Giroldini)

Il Santuario di Vescovio, tra i più noti e più importanti monumenti della Sabina sorge nell’area dove anticamente si trovava il municipio romano di “Forum Novum”. Le prime testimonianze di Santa Maria in Vescovio, l’antica Cattedrale dei Sabini fino al 1495 quando la sede diocesana fu spostata a Magliano in Sabina , risalgono all’VIII secolo. Fu poi distrutta nel IX secolo dai Saraceni, quindi ricostruita e restaurata più volte, anche se quella che appare oggi agli occhi dei visitatori è una chiesa che conserva intatte le caratteristiche romaniche del XII secolo.

Di notevole bellezza è la Torre Campanaria, a cinque ordini di finestre, costruita in epoca posteriore alla chiesa facendo uso di materiale di spoglio come frammenti scultorei e lastre marmoree.

L’interno di questo luogo di culto, a navata unica, è decorato da alcuni dipinti trecenteschi di scuola cavalliniana (il Cavallini è uno dei più importanti esponenti della scuola romana) e conserva sulle pareti alcuni affreschi duecenteschi raffiguranti le Scene dell’Antico e del Nuovo Testamento. Attraverso due porte, che si trovano nei pressi della zona presbiteriale, si accede alla cripta semianulare dell’XI secolo che poggia su una chiesa precedente, a sua volta edificata su costruzioni romane.

Nei pressi della chiesa si trovano i resti del convento costruito sotto il pontificato di Clemente VII, alla fine del Cinquecento, come supporto logistico alla chiesa.

Montalcino (Antonella Giroldini)

Famoso in tutto il mondo per il Brunello , il paese, Bandiera Arancione del TCI , domina da un colle le valli dell’Asso, dell’Ombrone e dell’Arbia. Dopo la capitolazione di Siena di fronte ai fiorentini nel 1555, la Rocca divenne l’ultimo baluardo della Repubblica, dove risiedettero 650 famiglie senesi che fino al 1559 continuarono a governare con le loro leggi, opponendosi strenuamente al dominio mediceo .

IL RIF (Antonella Giroldini)

E’ di straordinario interesse ambientale a giustificare questo itinerario da Tetouan a Oujda: 533 km complessivi cui vanno aggiunti altri 45 km di deviazioni dalla strada principale per raggiungere Chefchaouen.

Il termine Rif , che designa le montagne dallo stretto di Gibilterra alla foce del uadi Moulouya, fa in realtà riferimento a due entità distinte: i rilievi fra Tangeri e  Chefchaouen e il Rif propriamente detto. Quest’ultima sezione, che nel suo più accidentato raggiunge cime di notevole altezza, costituisce un autentica barriera montuosa che segna peculiarmente il carattere della regione.

La macchia sopra i villaggi è sfruttata per pastorizia , con la tendenza al nomadismo che si accentua nelle zone occidentali più umide ma perde la sua ragion d’essere salendo in altezza compaiono le cedraie. Gli insediamenti tradizionali sono costituiti da abitazioni con tetti spioventi rivestiti di tegole, separate l’una dall’altra da piccoli frutteti. Le case sono costruite di mattoni di argilla e intonacate di calce, o, non di rado protette da uno strato di terra perfettamente fuso con il colore del paesaggio estivo. In alta montagna le case presentano talora un piano di legno che ricorda quello di certe costruzioni dell’Europa del Nord.