





























Boccadasse è un antico borgo marinaro della città di Genova, che fa parte del quartiere di Albaro.
Il nome deriverebbe dalla forma della piccola baia: Boccadasse significherebbe bocca d’asino (bocca d’azë).
Secondo una leggenda, il borgo pare sia stato fondato intorno all’anno 1000 da alcuni pescatori spagnoli che, colti da una tempesta, trovarono rifugio in questa insenatura. Dal nome del loro capitano (De Odero o Donderos), sarebbe derivato il cognome Dodero, ancora oggi diffuso nella zona.
Con le sue case dalle tinte pastello, addossate le une alle altre e strette attorno ad una piccola baia, anche se ormai circondato dal contesto cittadino, il borgo si è conservato pressoché immutato nel tempo, come lo si sarebbe potuto vedere uno o due secoli fa, circostanza che ne ha fatto una delle più note attrattive turistiche genovesi.
La grande suggestione di questo luogo è dovuta anche al fatto che non si tratta di una semplice conservazione del passato ad uso turistico, ma di un borgo vivo e vitale, dove ancora alcuni pescatori continuano la loro antica attività.
Oggi, accanto a loro, ci sono gelaterie, ristoranti e piccole gallerie d’arte.
Boccadasse è il tradizionale punto di arrivo delle passeggiate dei genovesi in Corso Italia, il frequentato lungomare che dalla Foce attraversa tutto il quartiere di Albaro e termina in corrispondenza della chiesa dedicata a Sant’Antonio di Padova, dove sono conservati numerosi ex voto legati a drammi della gente di mare. Sul retro della chiesa si trova una piazzetta panoramica intitolata al poeta Edoardo Firpo dalla quale si può godere il panorama del sottostante borgo marinaro.
Dal Belvedere Firpo si accede al borgo, attraverso un scalinata oppure percorrendo la via Aurora, una tipica “crêuza” ligure. Un’altra “crêuza” a levante della piazzetta risale al capo di S. Chiara per poi ridiscendere a Vernazzola, frazione del quartiere di Sturla e antico punto di approdo al quale faceva capo la via che portava nell’entroterra attraverso la valle Sturla.
Dal belvedere in cima al Capo Santa Chiara, sovrastato dal castello Türcke, costruzione medioevaleggiante in stile Liberty, costruito nel 1903 su progetto di Gino Coppedè, si può godere un ampio panorama sul levante genovese fino al promontorio di Portofino.
Albaro è un quartiere residenziale che si estende sopra la zona di Corso Italia e Boccadasse.
Fin dal XVI secolo è stato arricchito da splendide residenze volute dai governanti della Repubblica di Genova, che hanno anche contribuito a costellare la zona di rigogliosi spazi verdi grazie a giardini e parchi ben curati.
Sono molte le ville storiche della zona, come villa Saluzzo-Bombrini, conosciuta come “il Paradiso”, o la villa Saluzzo-Mongiardino nella quale abitò alcuni mesi George Byron, oppure ancora villa Bagnarello, dimora del soggiorno genovese di un altro celebre artista: Charles Dickens.
Tra le residenze illustri meglio conservate vanno citate anche villa Giustiniani-Cambiaso, con un grande parco, oggi riconvertita a sede dell’Università di Genova, e villa Sauli Bombrini Doria, che ospita il Conservatorio Niccolò Paganini.
Ad Albaro si trova anche un’imponente scalinata in stile liberty intitolata a Giorgio Borghese, la quale porta ad un belvedere affacciato sul mare che offre una suggestiva panoramica sul levante di Genova.
Tra i molti edifici religiosi e di interesse artistico della zona, si annoverano la chiesa dei Santi Nazario e Celso e la chiesa di San Francesco d’Albaro, edificata nel 1324; e la chiesa in stile romanico-gotico intitolata a Santa Maria del Prato, risalente addirittura al 1172, costruita grazie alle sovvenzioni di ricchi genovesi.
In quest’area, spostandosi ancora verso levante, si incontrano i quartieri di Sturla, Borgoratti e San Martino.
Sturla, attraversata dal fiume omonimo che sfocia nel golfo, un tempo è stata borgo di pescatori, mentre oggi ospita molte strutture balneari e campi attrezzati per attività sportive. Borgoratti, invece, è stato un antico borgo rurale. A Borgoratti il poeta genovese Giorgio Caproni ha dedicato un componimento compreso in “Come un’allegoria” del 1936.
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Il percorso inizia con l’antico rituale arabo dell’hammam. Abbiamo stazionano inizialmente nel calidarium, una stanza di vapore caldo a 40°. Dopo circa 20 minuti viene effettuato con un guanto ruvido un profondo scrub della pelle: in questo modo vengono eliminate le cellule morte, con un effetto rigenerante sulla pelle che diventa luminosissima. Il rituale prosegue con il tradizionale savonage con il prezioso savon noir Cinq Mondes ed il lavaggio, effettuato mediante abbondanti ed energiche abluzioni. La sensazione è quella di essere lavati e coccolati come dei neonati.
Segue il bagno nelle suggestive nelle vasche di El: in un’atmosfera densa di vapore, ci si immerge in acque dalle proprietà rigeneranti. Il passaggio dal calidarium (vasca calda) al frigidarium (vasca fredda), secondo l’antica tradizione delle terme romane, ha un effetto stimolante per la circolazione.
Una volta scelto l’olio essenziale dalla fragranza più gradita, si prosegue con un massaggio rigenerante di 30 min., per ristabilire il naturale equilibrio corpo-mente.
Infine, rigenerati e purificati, nella sala relax potrete assaporare tè verde alla menta o tisane.