Marc Chagall era un ebreo e un sognatore errante . Dal piccolo villaggio di Vitebsk se ne andò per il mondo e dal mondo si lasciò ispirare . Dipinse scene fantastiche, illogiche e piene di sfumature, contadini volanti e treni rovesciati, violini sui tetti e panorami caleidoscopici di Parigi.
Nacque, con il nome di Moishe Shagal ( in russo shagal vuol dire ” andare avanti a grandi passi, fare progressi”), il 7 luglio 1887 a Vitebsk, una città russa la cui popolazione era per metà ebrea. L’infanzia do Marc fu felice ma umile. Primo di 9 fratelli, non avrebbe seguito il lavoro del padre in una ditta di aringhe. Pur senza mai mettere in dubbio il suo amore per i genitori, provava un certo imbarazzo per la condizione sociale del padre. Marc, come ammise in seguito, si sentiva molto più in sintonia con sua madre. Dipingeva, scriveva poesie e imparò a suonare il violino. I genitori, però, non volevano che si dedicasse all’arte, attività che, pensavano, non gli avrebbe permesso di fare una vita dignitosa.

Fondata più di mille anni fa, e ora parte della Bielorussia, la città di Vitebsk si trova vicino ai confini di Russia e Lettonia. La città, improduttiva, sprofondata nel fango e decadente, appariva magnifica agli occhi di Chagall. Perfino gli animali, i negozi, le sinagoghe e i contadini più anonimi erano altrettante muse per quel bambino dallo straordinario talento artistico, che si sentiva una cosa sola con il piccolo universo della città ” Vitesbsk è stato il terreno che ha nutrito le radici della mia arte” , scrisse Chagall .

…ho amato Vitesbsk, nella gloria e nella rovina
ho studiato mille immagini, con uno specchio
ho inciso un sogno e ho lottato parecchio
ho conosciuto me stesso, labbra bianche, verde il volto
ho dipinto la serenità delle mucche là attorno.
Se mai ci fu un sognatore quello fu Chagall. Sembrava che sapesse già dagli anni della prima giovinezza di voler diventare un artista. Un suo amico delle elementari lo introdusse al disegno, ma Chagall sorpreso pensò, all’inizio, che un’attività di quel genere andava messa fuori legge! I suoi primi schizzi mostravano con chiarezza a tutti che Chagall possedeva un dono prodigioso. Negli ultimi anni dall’adolescenza studiò pittura per un breve periodo con Yehuda Pen, un artista di Vitebsk. Chagall apprese da Pen assai bene le diverse tecniche dell’arte classica, ma i suoi lavori fortemente modernisti, con l’abbandono delle figure realistiche e della prospettiva, furono una vera rivoluzione per la sensibilità artistica del suo insegnante.

Il violinista ritratto in questo quadro è lo zio di Chagall , che era un Chasid, un membro della setta ebraica che comunicava con Dio attraverso un’estasi musicale. Da ragazzo Chagall pensò che suo zio fosse Kishefdik, perché se ne stava spesso seduto a gambe incrociate sul tetto a suonare il suo strumento a corda. L’immagine del violinista sul tetto fu l’ispirazione per il famoso musical di Broadway.

A vent’anni Chagall andò a San Pietroburgo per studiare pittura e in quell’esperienza disse: ” Mi prese una paura terribile. Come avrei fatto a sfamarmi visto che non sapevo fare altro che dipingere?” Scrisse a proposito di quei trascorsi a San Pietroburgo: ” I miei mezzi non mi permettevano neppure di perdere in affitto una stanza; dovevo accontentarmi di angoli di stanze. Non avevo neppure un letto”. Trovò ispirazione nella città, piena di poeti e in cui si affermava il simbolismo, eppure Chagall dipinse ciò che amava da più tempo e conosceva meglio: il piccolo villaggio dove era cresciuto.

Chagall conobbe Bella Rosenfeld, figlia di un ricco gioielliere, nel 1909 a casa di Teja, un’amica di lei. Chagall, allora, era un povero apprendista presso il pittore e scenografo Leon Bask. Poco dopo il loro incontro, Chagall e Bella si fidanzarono e Marc dipinse, La mia fidanzata con i guanti neri. Nel 1911, all’età di ventitré anni, Chagall si trasferì a Parigi grazie a una borsa di studio . Là conobbe molte persone tra cui lo scrittore Blaise Cendrars. Nonostante la sua immediata e forte attrazione per la città delle luci, Chagall sopportava a stento la distanza che lo tenne lontano da Bella per quasi quattro anni. Nel 1914 ritorno a Vitebsk e in poco meno di un anno lui e bella si sposarono. Nell’autobiografia, intitolata La mia vita scrisse ” Vestita interamente di bianco o di nero, sembrava fluttuare sulle mie tele, guidando, a lungo, la mia arte. Non finisco mai un dipinto o un’incisione senza il suo consenso”.
Nell’autobiografia, intitolata La mia vita, Chagall scrisse: vestita interamente di bianco o di nero, sembrava fluttuare sulle mie tele, guidandolo, a lungo, la mia arte, Non finisco mai un dipinto o un incisione senza il suo consenso.
Il 1914 e il 1915 furono anni importanti per Chagall. nel 1914 inaugurò la prima mostra personale a Berlino e nel 1915 si sposò. Nel giorno del suo compleanno, poco prima del matrimonio, Bella gli regalò un mazzo di fiori. Qualche tempo dopo scrisse: ” Insieme ci siamo librati senza sforzo in aria.. dalla finestra…abbiamo fluttuato… sui prati pieni di fiori…. Infuriava la Prima Guerra Mondiale e Chagall, che non riuscì ad evitare la chiamata militare , fu assegnato a compiti amministrativi presso l’Ufficio dell’economia di guerra a San Pietroburgo. Il nuovo lavoro, che egli peraltro detestava, gli consentì di incontrare molti poeti e scrittor, tra i quali anche Vladimir Majakovskij.

Bella fu il grande amore della vita di Chagall. La ritraeva continuamente insieme alla figlia Ida, nata nel 1916, come nel quadro Doppio ritratto col bicchiere di vino. In questo dipinto la moglie lo tiene sulle spalle mentre il suo angelo Ida volteggia sulla sua testa. Quest’opera ritrae la famiglia a Vitebsk dove scorre il fiume Dvina, raffigurato ai piedi dei personaggi.

Nei primi anni 20 , poco dopo la fine della Prima guerra mondiale, la famiglia Chagall partì per Mosca, dove a Marc vennero commissionati dipinti murali del Teatro Statale ebraico. Nonostante fosse stato nominato sovraintendente d’arte a Vitebsk, i suoi rapporti con la nuova URSS erano destinati a fallire fin dall’inizio: le sue opere non celebravano la recente ” gloriosa Rivoluzione russa” e perciò il governo lo considerò una ” non persona” . Dovettero passare due anni prima che la famiglia Chagall si potesse trasferire in Europa. Lasciarono la Russia nel 1922. Il pittore scrisse . ” la mia arte ha bisogno di Parigi come un albero dell’acqua”. Durante la prima permanenza a Parigi, creò opere meravigliose e visionarie. Opere come Parigi dalla finestra anticipavano il surrealismo di circa un decennio e fecero di Chagall uno dei pionieri del movimento.
Autoritratto con sette dita appartiene a una serie di dipinti di grandi figure, e mostra Chagall alle prese con la potenzialità del cubismo (un movimento artistico affermatosi agli inizi del Novecento), la vita a Parigi e la nostalgia della casa in Russia. Quest’opera insieme con il violinista e maternità, entrambi dipinti tra il 1912 e il 1913, fu acquistata nel 1914 da un collezionista per 900 franchi . Lo stesso anno, l’esposizione di quasi tutta la produzione parigina di Chagall alla Sturm Gallery di Berlino segnò l’inizio della sua fama mondiale. Nei 20 anni successivi, l’interesse entusiastico dei collezionisti tedeschi gli garantì una generosa fonte di reddito.
Fare qualcosa ” con sette dita” è un’ espressione yddish che significa fare qualcosa bene o con abilità. In quest’opera Chagall è rappresentato mentre dipinge uno dei suoi quadri, Alla Russia, agli asini e agli altri. Nella parte superiore c’è scritto ” Parigi” e “Russia” in yiddish.

“Dai tempi di Renoir nessuno ha avuto la stessa sensibilità per la luce che ha Chagall”, disse una volta Pablo Picasso, ” quando morirà Matisse, Chagall sarà l’unico pittore in grado di capire cosa sia davvero il colore”.
Chagall stesso scrisse: ” c’è un unico colore in grado di esprimere il senso della vita e dell’arte. E’ il colore dell’amore. L’abbondante uso del rosso porpora delle sue opere lascia pensare che sia proprio “il colore dell’amore”.
Nel quadro la passeggiata Chagall sventola Bella come una bandiera per la città di Vitebsk. Nell’altra mano, secondo il biografo Jackie Wullschlager, tiene stretto un uccellino, un riferimento all’immaginazione allegorica di L’ Oiseau Bleu, scritto da Maurice Maeterlinck, in cui l’eroe e l’eroina non trovano il vero amore finché non ritornano dai viaggi nella loro casa modesta.

I nazisti avevano occupato Parigi e Chagall si rifugiò in America . Una volta stabilito a New York , Chagall si guadagnava da vivere dipingendo scenografie e dipingendo costumi per i balletti. Mentre viveva negli USA accaddero due eventi terribili . Nel 1941 i nazisti distrussero Vitebsk e nel 1944 Bella morì. Dopo la morte di Bella, causata da un infezione virale, Chagall fu sopraffatto dalla perdita e per un anno non riuscì più a dipingere. Nel 1945 una giovane inglese di nome Virginia Haggard fu assunta come domestica e quasi immediatamente divenne la sua amante. Cinque anni dopo Virginia lo lasciò portando con sé il loro figlio David. Poco dopo faceva cappelli a Londra. Secondo un articolo del Time Magazine pubblicato nel 1965, lei portò ordine nella sua vita, anche se spesso Chagall minacciava di chiedere il divorzio se lei avesse tentato di portare ordine anche nel suo studio. Rimasero insieme fino alla morte dell’artista, avvenuta circa 30 anni più tardi. Nel 1965 Chagall fece un famoso autoritratto con Vava in piedi vicino alla porta dello studio, forse con l’intenzione di fare pulizia.

L’arte delle vetrate, che risale all’XI Secolo, non richiede solo il lavoro di un pittore , ma anche quello di un artigiano in grado di trasferire il disegno sul vetro. Nel 1958 Chagall incontrò Charles Marq, maestro vetraio. Marq diventò il migliore amico del pittore e anche suo collaboratore nella seconda parte della vita di Chagall. Il loro maggior successo fu probabilmente la vetrata che rappresenta le 12 tribù di Israele, e che il Time definì una rivelazione nel vetro. Le stupende vetrate di Chagall si trovano in chiese e musei di tutto il mondo, ma solamente in una sinagoga, quella del Centro di medicina dell’Università di Hadassah a Gerusalemme. Questo tipo di arte fa emergere il pensiero di Chagall secondo cui tutti i colori sono amici dei loro vicini e amanti dei loro opposti.
Dopo aver lasciato definitivamente l’America nel 1948, Chagall trascorse gli ultimi anni della sua vita in diverse zone della Francia. . Nel 1985 Chagall morì all’età di 97 anni .