LA LEGGENDA DI OMBRONE (Antonella Giroldini)

Miti e leggende nascoste d’Italia: La leggenda di Ombrone

Scoprire l’Italia Segreta attraverso le sue leggende

La maremma è una terra intimamente legata all’acqua e Grosseto e la sua provincia sono terre uniche per
bellezza da sempre al fiume Ombrone. Come scriveva Claudio Rutilio Namaziano nel De reditu suo…

“Tocchiamo l’Ombrone: non è un trascurabile fiume che nella foce al sicuro accoglie le trepide navi: accessibile si offre il suo letto alle onde che scorrono piane ogni volta che sul mare una furiosa tempesta”.

Per proteggere il territorio furono costruiti argini che costeggiano il fiume, quasi fino al mare. Essi protessero
la campagna e la città dalle piene. Oggi questi argini sono amminamenti per piacevoli passeggiate. Una ricca vegetazione di salici, ontani, pioppi, leggeri, ariosi, fruscianti di vento e fitti canneti che nascondono fagiani e anatre selvatiche.

Storia tratta dal libro: “GROSSETO, terra d’acqua – Edizioni Effigi.”

Di questo libro mi piace il titolo, mi piace la copertina, mi piace la fotografia … Lo scelgo di pancia, con i sensi. Mi piace la vibrazione di queste due parole vicine: terra ed acqua! Bene, ancora una volta mi ascolto,nessuna aspettativa, nessuna performance, solo quello che evocano in me queste due parole: natura, contatto con gli elementi e vita all’aria aperta.

La leggenda che narra dell’amore di Ombrone e Ambra ci rimanda alla nascita degli isolotti e approdi lungo il fiume.

“Ombrone si innamorò follemente di Ambra, bellissima ninfa dagli occhi verdi. Ma la ninfa lo fuggì.
Per liberarsi di questo amore il fiume chiese aiuto a Diana Umbronensis, che mutò Ambra in un’isoletta, ma
Ombrone continuò ad amarla perdutamente. La circondò con la spuma più candida, vi sostò nelle notti di luna per abbracciarla fino a quando il pianto del fiume si innalzò in canto.

Ancora oggi sembra che esso la invochi e l’isoletta sarà ormai ridotta alle proporzioni di un grosso sasso in
mezzo all’acqua. Chissà che non sia una delle pietre affioranti che si vedono emergere nei mulinelli intorno
alla Steccaia?”

Per vivere in stile Travel Coaching questo luogo ti invito a passeggiare lentamente lungo gli argini di questa strada ponendo attenzione a ciò che ti accende lo sguardo. Dirigendoti verso le anse dell’Ombrone dove sorgono gli abitati di Istia e della Grancia oppure continuando a sud di Principina, dove a Bocca d’Ombrone si iniziano a scorgere le prime immagini del Parco Naturale della Maremma per finire proseguendo in direzione di Castiglione della Pescaia dove ci si immerge nel silenzioso paradiso della Riserva Naturale della Diaccia Botrona ( luogo di un’altra leggenda).
Potrai arrivare fino, alla Steccaia, luogo dove viene catturato il flusso dell’Ombrone per immetterlo nel canale. Diversivo della bonifica, attraverso l’imponente opera idraulica di Ponte Tura. Circondata da una rigogliosa vegetazione e una piramide d’acqua che sta a ricordare la inaugurazione del canale.

In sintonia con la storia che ti ho appena raccontato, come potrà questo luogo aiutarti nel comprendere il senso dell’amore? Il fiume, la natura selvaggia che allo stesso tempo è stata protetta dall’uomo, quale suggestione potrebbe accendere in te? 

In fondo la voce dell’ombrone è sempre lì, prona a condurti in un’altra dimensione dove nuove emozioni possono affiorare.

COME MAI IL TRAVEL COACHING USA MITI & LEGGENDE?

La narrazione mitologica ha il potere di inviare svariati messaggi e di attivare il paragone tra il noto e qualcosa che non conosciamo ancora. Il potere evocativo del mito sta nell’usare il racconto come grimaldello per far si che il luogo trasmetta al viaggiatore nuove ispirazioni filosofiche che facilitano un nuovo approccio alla scoperta di sé. Il luogo diventa, quindi, un Setting Trasformativo in grado di offrire a chi viaggia, anche grazie alla narrazione mitologica, un’amplificazione di significati, e la scoperta di soluzioni sorprendenti a volte anche un po’ magiche. Questa dimensione dominata dall’emotività, dalle sensazioni, dalle risonanze apre la porta al potenziale di ognuno di noi.

MAREMMA (Antonella Giroldini)

Miti e leggende nascoste d’Italia: La storia fantastica di Ximenes

Scoprire l’Italia Segreta attraverso le sue leggende

In una notte di luna piena, un pastore dormiva nella pineta insieme alla figlia Elena. Al risveglio,
mancavano tre pecore, finite al di là della palude. L’uomo cominciò ad avanzare in quel lembo infernale e
spuntò una ninfa, che si dissolse lasciando un folletto che disse: “E’ l’incantesimo di un mago cattivo
rifiutato dalla bella ninfa, che ha trasformato la Maremma in un orrido regno e i tuoi animali stanno
muovendo verso la reggia del Sir”. Il folletto scomparve inghiottito dalle acque. Al mattino, come per
incanto, la palude era alle loro spalle e vicino una alta casa rossa. L’uomo entrò raccontò l’accaduto alla
persona che vi trovò. Non finì neppure che il padrone di quella casa ben tenuta disse: Lei non sa chi sono
io? Sono l’acerrimo nemico del mag, sono Leonardop Ximenes e mi dedico alla bonifica di queste terre “.
Rassicurato l’uomo uscì a cercare la piccola Elena. Ma della figlia non c’era traccia. Improvvisamente
sghignazzando nell’aria comparve il mago Sir Disperato, l’uomo con l’aiuto dello Ximenes si mise alla
ricerca della piccina. Nelle tenebre, un esercito di lucciole indicò la piccola e le tre pecorelle che le stavano
intorno per riscaldarla.
Che fine abbiano fatto l’uomo, la bambina e il gregge nessuno lo ha più saputo. Del signor Leonardo
Ximenes sappiamo, invece, che continuò la sua opera per fare della Maremma un giardino.

Storia tratta dal libro: “GROSSETO, terra d’acqua – Edizioni Effigi.”

Di questo libro mi piace il titolo, mi piace la copertina, mi piace la fotografia … Lo scelgo di pancia, con i sensi. Mi piace la vibrazione di queste due parole vicine: terra ed acqua! Bene, ancora una volta mi ascolto,nessuna aspettativa, nessuna performance, solo quello che evocano in me queste due parole: natura, contatto con gli elementi e vita all’aria aperta.

La leggenda e la nascita della Daccia Botrona ci regalano una storia di resilienza e trasformazione, di come gli abitanti del grossetano hanno fatto sì che la palude da zona difficile e ostica si trasformasse in risorsa. Quale momento difficile o difficoltà hai saputo trasformare in opportunità?

Questa storia fantastica si lega alla Riserva Naturale Diaccia Botrona. È quanto rimane dell’antico Lago Prile, prima che le colossali “colmate” ne cancellassero la fisionomia. All’interno di questa zona umida, è stata istituita un’oasi di protezione della fauna che oggi rappresenta un serbatoio di biodiversità di inestimabile valore.

Settecento ettari di “palude” di eccezionale bellezza a ridosso della pineta. Un ambiente primordiale, con distese di canne ed erbe, canali e acquitrini dove acqua, terra e cielo si fondono. Un paesaggio ineguagliabile che si perde all’orizzonte di un silenzio ovattato. Regno di moltissime specie di uccelli migratori come:

il falco di palude, l’albanella reale, l’airone bianco, il falco pescatore, il nibbio, la garzetta, l’airone rosso, il fenicottero rosa, oltre a numerosi pesci, rettili e mammiferi, che è possibile osservare dagli appositi capanni.
In mezzo allo specchio d’acqua la settecentesca casa Ximenes dal nome del progettista, serviva al controllo
delle acque ed oggi è sede di un Museo Multimediale.

COME MAI IL TRAVEL COACHING USA MITI & LEGGENDE?

La narrazione mitologica ha il potere di inviare svariati messaggi e di attivare il paragone tra il noto e qualcosa che non conosciamo ancora. Il potere evocativo del mito sta nell’usare il racconto come grimaldello per far si che il luogo trasmetta al viaggiatore nuove ispirazioni filosofiche che facilitano un nuovo approccio alla scoperta di sé. Il luogo diventa, quindi, un Setting Trasformativo in grado di offrire a chi viaggia, anche grazie alla narrazione mitologica, un’amplificazione di significati, e la scoperta di soluzioni sorprendenti a volte anche un po’ magiche. Questa dimensione dominata dall’emotività, dalle sensazioni, dalle risonanze apre la porta al potenziale di ognuno di noi.

Come Viaggia la VERGINE (Antonella Giroldini)

Vergine (23 /08 – 22/09)

Fidarsi e Affidarsi per spezzare il senso del dovere….

Citazione: “Raccontami le storie che ami inventare, spaventami (…) conquistami. Inventami dammi un’altra identità stordiscimi. Disarmami e infine colpisci abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità”.   – Parole di Burro – Carmen Consoli

La Vergine è un segno che presenta molte sfaccettature. Ha bisogno di stabilità, ma anche di movimento. È saldo a terra eppure desidera volare. È pragmatico, ma mentale

Di solito è più l’equilibrio interiore che cercano, piuttosto che quello esteriore.

Dentro il suo cuore e la sua testa c’è caos per cui alla fine è anche molto divertente, un po’ goffa e piuttosto ironica. Spesso se ne viene fuori con battute inaspettate, gusti musicali particolari, idee strambe che strappano una risata di gusto. Ed è bella perché è così: affidabile anche quando non sembra.

Tende a sfuggire da tutto ciò che smuove il suo animo, perché i sentimenti non possono essere controllati e perciò li teme”, ma la sua freddezza “è solo apparente e le serve per sopportare un’emotività così fuori controllo da non poter essere gestita.

Ed allora, caro viaggiatore della Vergine, tu che chiedi davvero troppo a ste stesso, come puoi sfuggire al logorio della vita quotidiana? Affidati e fatti portare per mano da qualcuno ti bendi e ti prenda per mano e porti nella bella laguna veneta, dove il paesaggio tranquillo è animato da un’operatività affascinante che potrebbe rilassarvi. Nulla è meglio dell’acqua per ritrovare un ritmo più naturale.

HILL OF TARA ( Antonella Giroldini)

Queste creste suggestive, che un tempo ospitavano importanti forti ad anello, offrono molto più di panorami incredibili sulla verde campagna della contea di Meath. Raccontano antiche storie di re, divinità e rituali sacri. Questo è stato un importante luogo di culto e una desideratissima sede di potere sin dall’epoca precristiana e abbonda dei miti e delle leggende che conferiscono all’Ireland’s Ancient East il suo fascino infinito.

La Hill of Tara è molto nota per essere stata un’antica sede del potere sull’isola. Dalla cima di questa collina 142 re hanno sorvegliato il loro regno, quasi letteralmente, dato che in una giornata serena si può vedere metà delle contee irlandesi da quassù!

La Hill of Tara è la distesa di torba più sacra d’Irlanda e occupa un posto nel cuore della storia, della leggenda e del folclore irlandesi.Lonely Planet

Non seguendo la linea della famiglia, questa non fu una dinastia come tutte le altre. Il Re d’Irlanda veniva scelto dalla Lia Fail, o “Pietra del Destino”. Secondo la mitologia irlandese, questa pietra regale fu portata sulla Hill of Tara dagli antichi dei celtici, i Tuatha Dé Danann, come uno degli oggetti a loro sacri. Si dice che emetta un forte ruggito se toccata dal legittimo Re di Tara.

Tenta la fortuna, preparati e accarezzala.

Drombeg Stone Circle …IRLANDA (Antonella Giroldini)

Il cerchio di pietre di Drombeg è tra i più famosi d’Irlanda e si trova a 2,4 km a est di Glandore, nella contea di Cork. Si tratta di 17 pietre erette che durante gli scavi hanno rivelato un’urna sepolta nel centro.

Il Drombeg Stone Circle, datato tra il 153 a.C. e il 127 d.C., è denominato anche come l’Altare del Druido e si trova sul bordo di una terrazza rocciosa affacciata sul mare. Le 17 pietre erette fanno tornare alla mente Stonehenge, per questo Drombeg Stone Circle si è guadagnato l’appellativo di Stonehenge d’Irlanda. A ovest del sito c’è una capanna con cucina preistorica Fulacht fiadh con un trogolo lastricato in cui l’acqua veniva bollita facendovi cadere pietre roventi. Un impianto per far bollire 70 o più galloni d’acqua per quasi tre ore. Curioso il punto medio di una delle pietre di Drombeg, in linea con il tramonto del solstizio d’inverno.

Narba e le meduse di Albarese (Antonella Giroldini)

Miti e leggende nascoste d’Italia:

Scoprire l’Italia Segreta attraverso le sue leggende

una fanciulla di nome Narba, stava in riva al mare riparandosi dai raggi del Sole con fronde di ramoscelli. Un giorno il Sole offeso ed incuriosito dalla creatura che ripudiava i suoi raggi dorati, chiese aiuto a Maestrale per vederne il volto. Questi soffiò sempre più forte, ma ella sembrava non accorgersi di nulla. Arrivò in aiuto Libeccio, che portò via le fronde dalla testa di Narba facendola volare tra le onde impetuose ed un mulinello infuriato la trascinò sul fondo. Il Sole allora disse “Che rimanga sul fondo e non veda mai più la luce dei miei raggi”.

Storia tratta dal libro: “GROSSETO, terra d’acqua – Edizioni Effigi.”

Di questo libro mi piace il titolo, mi piace la copertina, mi piace la fotografia … Lo scelgo di pancia, con i sensi. Mi piace la vibrazione di queste due parole vicine: terra ed acqua! Bene, ancora una volta mi ascolto,nessuna aspettativa, nessuna performance, solo quello che evocano in me queste due parole: natura, contatto con gli elementi e vita all’aria aperta.

LA LEGGENDA CI RIPORTA ALLA VALORIZZAZIONE DI CIÒ CHE GLI ALTRI NON RIESCONO A VEDERE DI NOI, MA CHE CON I GIUSTI SRUMENTI POSSONO DIVENIRE I NOSTRI PUNTI DI FORZA.

La luna pallida e argentea, mentre aspettava la notte, ebbe pietà della fanciulla e dolcemente la fece affiorare dalle acque donandole un pò del suo chiarore. Nettuno, in onore della nuova creatura marina, le donò preziose sfumature iridate e Narba divenne una soave medusa danzante. Da Narba nacquero tutte le meduse che si vedono volteggiare nell’azzurro mare di Alberese o più al largo.

La leggenda di Narba ci introduce in un territorio, quello di Albarese, da dove si parte alla scoperta dei paradisi circostanti dove mandrie brade di cavalli e buoi maremmani pascolano libere nei prati, mentre nei boschi cinghiali, istrici, caprioli e daini si moltiplicano e nelle zone umide gli uccelli acquatici trovano il loro habitat naturale. Un lungo viale di pini, cisti e ginestre conduce al litorale, segnato dalle dune e dai profumi di macchia mediterranea che ricopre le scogliere nella ripida discesa verso il mare. In questo paradiso, ci sono itinerari da percorrere a piedi, a cavallo, in bicicletta e canoa. Spettacoli di natura incontaminata, punti panoramici di eccezionale. Alla Bocca d’Ombrone (il fiume che ha dato origine ad un’altra leggenda), il fiume trascina i tronchi sradicati dalle piene a consumarsi di sole e vento sulle spiagge tra il fremere delle onde e le grida dei gabbiani, mentre al largo, nel chiarore dell’orizzonte, si profilano le sagome delle isole
che un tempo furono “insediate “dai mori.

Le suggestioni di questa storia come potrebbero aiutarti a visitare questo luogo e scoprire nuovi punti di vista sulla tua unicità?Ciò che affiora dalle acque o si scorge attraverso la fitta vegetazione del luogo, quali tue parti e/o risorse, potresti far affiorare dallo “sfondo”?

COME MAI IL TRAVEL COACHING USA MITI & LEGGENDE?

La narrazione mitologica ha il potere di inviare svariati messaggi e di attivare il paragone tra il noto e qualcosa che non conosciamo ancora. Il potere evocativo del mito sta nell’usare il racconto come grimaldello per far si che il luogo trasmetta al viaggiatore nuove ispirazioni filosofiche che facilitano un nuovo approccio alla scoperta di sé. Il luogo diventa, quindi, un Setting Trasformativo in grado di offrire a chi viaggia, anche grazie alla narrazione mitologica, un’amplificazione di significati, e la scoperta di soluzioni sorprendenti a volte anche un po’ magiche. Questa dimensione dominata dall’emotività, dalle sensazioni, dalle risonanze apre la porta al potenziale di ognuno di noi.