Grosseto, Terra d’Acqua (Antonella Giroldini)

Mi piace la vibrazione di queste due parole vicine: terra ed acqua!

Questa estate ho voglia di mare, ma non solo: mi stuzzica l’idea di partecipare ad un percorso di crescita personale, di fare un’esperienza di gruppo. Esigenze diverse e difficili da conciliare: voglia di relax e necessità di mettermi in gioco.
Ascolto il mio dialogo interno per vedere cosa ne uscirà. L’unico posto che mi consente di conciliare entrambe le esigenze è il Glamping Terre di Sacra, a Chiarone/Capalbio (Sud della Toscana), 120 chilometri da Roma che si percorrono in meno di 2 ore. Imbocco l’Aurelia ed in meno di due ore sono lì!
L’idea non mi fa impazzire. È un luogo troppo vicino a casa, troppo conosciuto, troppo “banale”. Per sceglierlo dovrei abbandonare il copione che seguo da anni: per me “viaggiare veramente“ vuol dire andare lontano, in un paese estero, e non tornare mai due volte nello stesso posto. Questa volta scelgo di abbandonare il mio copione ed ascolto i miei bisogni.

Ed ecco il mio stimolo, la guida che fa per me: “GROSSETO, terra d’acqua – Edizioni Effigi.

Mi piace il titolo, mi piace la copertina, mi piace la fotografia … Lo scelgo di pancia, con i sensi. Mi piace la vibrazione di queste due parole vicine: terra ed acqua! Bene, ancora una volta mi ascolto, nessuna aspettativa, nessuna performance, solo quello che evocano in me queste due parole: natura, contatto con gli elementi e vita all’aria aperta.

Sono scettica, molto scettica! Sarà davvero possibile seguire l’incoraggiamento dello scrittore francese Marcel Proust: “ Le vrai voyage ce n’est pas de chercher des nouveaux paysages mais un nouveau regard “ ( Viaggiare è guardare al mondo con occhi sempre nuovi)?

Quando scegli un viaggio da cosa ti fai guidare? Quale delle tue parti sceglie la meta, quale compra il biglietto e fa la valigia?

Conoscendo bene la parte di me che giudica l’ovvio, i luoghi di prossimità, le scelte “facili”, quasi che viaggiare valesse la pena esclusivamente macinando km e km, mi domando, ripensando al libro di Ilaria Vigo “Travel Coaching – Dis – orientarsi e scoprire la Magia della Vita”, come posso risvegliare in me la Meraviglia e DARMI NUOVI OCCHI per incontrare con spirito nuovo questo luogo conosciuto?
Mentre mi preparo prenotare mi continuo a chiedere se sarà possibile, chissà se ne sarò capace? e soprattutto chissà che tipo di vacanza mi aspetterà se questa estate deciderò di restare a due passi da Roma?

Con queste domande mi accingo a partire per la mia ultima settimana di vacanza.
La Travel Book Coach che è in me prende subito il timone e si mette alla ricerca di un “libro di ispirazione”. Chissà che qualche viaggiatore prima di me, non abbia saputo cogliere l’essenza di questo luogo e non mi sappia regalare nuove suggestioni e spunti per trasformare quella che nella mia mente è stata catalogata e bollata come vacanza scontata e banale, in un viaggio dai colori e dai sapori “vividi”.

L’Oasi si è fatta portavoce di un messaggio universale che incita tutti a non essere più sfruttatori dell’ambiente dove si vive o si opera, ma suoi custodi responsabili. Non più padroni della natura ma suoi protettori.

Inizio a sfogliare il libro con calma, senza fretta e sento forte il richiamo all’acqua: “colpisce in Maremma, l’immensità dello spazio, gli incontaminati tesori naturali e l’intensità dei colori, un’isola in terra ferma …
… Lido costiero e terra di conquista, di sfruttamento delle risorse e di città fantasma, ha sviluppato una cultura legata ad umili mestieri, ma radicati nel carattere forte ed ombroso della gente, che ha sopperito con l’orgoglio, l’abilità manuale e la creatività, alle difficoltà ambientali. Una cultura povera, in cui i gesti quotidiani del vivere diventano un’arte strettamente ancorata alle origini contadine, ai mestieri, emblemi dell’essere tutt’uno con la terra, di cui seduce l’essenzialità e la genuinità in ogni espressione.
Ogni viaggio in Maremma è sinonimo di natura, cultura, escursioni, relax e buona cucina. Un palcoscenico unico dove il tempo si è fermato. La Maremma terra d’acque: mare, golfo, laguna, stagni, fiumi, paludi, canali ed infine coltivi e da
qui, si immagina l’intera architettura paesaggistica, cui alludono le parole di Roberto Ferretti: “questa è la storia di un grande lago salato, dove ora pascolano i buoi, un tempo navigavano barche e luccicavano città”. Proprio intorno all’antico Lago di Prile, si può ricomporre l’identità culturale della Maremma… museo a “cielo aperto” dove l’acqua ha determinato sia il prosperare di città e borghi, sia il degrado ambientale dovuto all’incuria, nonché l’oggetto di colossali bonifiche di colmata che ne cancellarono l’identità del lago. Fino a quando la natura si è presa la propria rivincita cominciando di nuovo a pulsare forte e viva…”

All’arrivo ho voglia di incontrare questo territorio come si fa con un nuovo “amico” entrato nella mia vita. Non ho fretta di sapere tutto, rallento e mi concedo il lusso di fare attenzione ai particolari e di dedicargli spazio e tempo, valorizzando quello che mi colpisce. Metto da parte la mia guida e lascio che il luogo si sveli a suo modo.

Ogni giorno un’emozione e sensazione nuova mi guidano nel vivere il luogo!

Siamo immersi completamente nella natura ma allo stesso tempo abbiamo tutte le comodità. Siamo in un campeggio di lusso con tende in stile safari africano di una bellezza raffinata ed a due
passi dal mare; ma il Glamping non offre solo questo ma è una vera e propria porta aperta sull’habitat degli dell’Oasi WWF. Siamo, infatti, nel mezzo dell’oasi tra il lago salmastro e la duna sabbiosa, una cornice unica per questa vacanza. Si respira un profondo amore e rispetto da parte degli ospiti e dello staff per questo posto. Sembra quasi che il messaggio e lo spirito con cui è stato creato sia entrato profondamente nel DNA di questa terra.

L’Oasi si è fatta portavoce di un messaggio universale che incita tutti a non essere più sfruttatori dell’ambiente dove si vive o si opera, ma suoi custodi responsabili. Non più padroni della natura ma suoi protettori.

Ancora oggi al centro dell’Oasi WWF, lo staff si prende cura di tartarughe e cicogne ed altri migratori che hanno bisogno di aiuto. Questa zona è un luogo affascinante ed un’opportunità unica per vivere a pieno il rapporto con il mare. Ci sono Chilometri di spiaggia bellissima con le dune in riva al mare. dal profondo guizzano delfini, pesci, mostri marini, balzando di gioia per festeggiare il loro padrone”. 

S.A.C.R.A. (Società Anonima Capalbio Redenta Agricola), infatti, è nata con la missione di rilevare
la proprietà che si estendeva dal castello di Capalbio al mare e fondare redimere il
comprensorio attorno al lago di Burano. Del resto già le antiche leggende del luogo ci
narrano di questo spirito indomito del popolo grossetano da sempre impegnato a “fare
della Maremma un giardino” – La storia fantastica di Ximenes

La spiaggia è un’immensa distesa di sabbia con le dune in riva al mare, lunghissima con km di spiaggia libera, ampia e ben tenuta. Il mare è bello, non hai i colori della Sardegna, ma solo perché la sabbia in quella zona è scura. Ogni giorno, peraltro, il mare regala sfumature di blue diverse a seconda dell’energia con cui si “sveglia”. Un azzurro intenso nelle limpide giornate di sole ed un blu profondo e cupo quando la giornata è ombrosa ed il sole si cela dietro le nuvole. Ogni giorno si può godere il mare in modo diverso a seconda della energia e delle emozioni che vogliamo goderci. Mi regalo un giorno di pieno relax nella spiaggia attrezzata con lettini comodi ed un pranzo in pieno stile biologico ed un aperitivo godendosi un meraviglioso tramonto sul mare.

Mi regalo, poi, un’alba su una spiaggia libera e incontaminata a nord dello stabilimento balneare. Nel silenzio mi alzo e raggiungo la spiaggia libera per i nudisti. Mi godo la solitudine, il silenzio e alle prime luci dell’alba ed un bagno purificante che mi regala una sensazione di libertà e di contatto pieno con la natura. Questa terra dal fascino selvaggio sa di libertà.

Così come letto nella mia guida di viaggio “sembrava difficile scoprire lo spazio e la luce di un’altra Maremma. E invece, in queste pagine, nuovi colori, nuove angolature e nuovi punti di vista sono diventati segni di storia, tradizioni, costumi, paesaggi. Sono diventati luoghi mai scoperti prima, antichi e inesplorati nel medesimo istante, esistenti da sempre eppure riaffiorati come un sigillo di cui si era persa la memoria.

Visitando Grosseto e i suoi dintorni, il lettore si avvia pe strade d’acqua dimenticate, sentieri avvolti di
suggestione, di silenzio e di tranquillità; eppure, lidi vivaci e accoglienti e passa, di sorpresa in sorpresa, per
l’improvviso apparire di personaggi, storie, paesaggi, animali e tanti tipi di vegetazione. Aspetti inediti di
questa terra di confine”.

Questo legame forte con l’acqua traspare anche nelle leggende del luogo ci raccontano storie di
amori tra Ninfe, Fiumi e nascita di creature marine – La leggenda di Ombrone e di Narba e le
meduse di Albarese

Non era stato per nulla facile scegliere l’ovvio e guardare ciò che percepivo come scontato come se lo “vedessi” per la prima volta, ma alla fine sono riuscita a cambiare prospettiva.

  • E per te come sarebbe mollare i programmi e le aspettative?
  • Cosa potresti scoprire di te se “incontrassi” luogo in pieno “stile Travelcoaching”?
  • Ti è mai capitato di sentire forte lo spirito di un luogo che hai visitato?
  • Come è stato sentirne
    l’energia e farti guidare dalle sensazioni che ti ha trasmesso?

Con un sorriso scanzonato e la gratitudine nel cuore ripeto a fior di labbra questa frase del nostro Guru improbabile: “Ci sono posti da visitare che solo pochi fortunati riescono a vedere”.

Ed eccola qui la mia scoperta di questa fine estate: una vacanza, quella che sulla carta si presenta ai miei occhi come una “banale” vacanza al mare, a pochi km dalla mia Roma, nella tranquilla Capalbio si trasforma in un’occasione di scoperta di me stessa e di profondo incontro con il luogo e con gli “ospiti” del luogo. Nel mio caso, sfida raccolta!

Da accanita lettrice, da organizzatrice puntigliosa, da ossessiva e compulsiva scrittrice di programmi di viaggio, mi sono lasciata guidare dalle sensazioni ed ho scoperto che il luogo varia e si offre a noi a seconda di come lo vediamo e di come ci sentiamo. È bastato cambiare prospettiva.
Qualche giorno prima di arrivare al Glamping ho iniziato a sfogliare la mia guida su Grosseto, ma ho sentito che era il momento di accantonare la lettura per lasciarmi guidare dall’energia del luogo. Cambiare prospettiva, cambiare la modalità di approccio al viaggio, rallentare, osservare il luogo con gli occhi della meraviglia e aprirmi all’incontro con l’altro grazie al sorriso hanno reso questo luogo e questa vacanza un incredibile prisma di emozioni.

Con un sorriso scanzonato e la gratitudine nel cuore ripeto a fior di labbra questa frase del nostro Guru improbabile: “Ci sono posti da visitare che solo pochi fortunati riescono a vedere”.

Questa volta grazie alle nuove modalità sono tra i fortunati!

Ritroverò la voglia di scoprire le storie di questo luogo dopo qualche giorno che sono a Roma con la voglia di tornare a esplorare le vie dell’acqua e le sue leggende.

Al nostro prossimo incontro selvaggia e cangiante Maremma!

Narba e le meduse di Albarese (Antonella Giroldini)


Miti e leggende nascoste d’Italia: Narba e le meduse di Albarese

Scoprire l’Italia Segreta attraverso le sue leggende

una fanciulla di nome Narba, stava in riva al mare riparandosi dai raggi del Sole con fronde di ramoscelli. Un giorno il Sole offeso ed incuriosito dalla creatura che ripudiava i suoi raggi dorati, chiese aiuto a Maestrale per vederne il volto. Questi soffiò sempre più forte, ma ella sembrava non accorgersi di nulla. Arrivò in aiuto Libeccio, che portò via le fronde dalla testa di Narba facendola volare tra le onde impetuose ed un mulinello infuriato la trascinò sul fondo. Il Sole allora disse “Che rimanga sul fondo e non veda mai più la luce dei miei raggi”.

Storia tratta dal libro: “GROSSETO, terra d’acqua – Edizioni Effigi.”

Di questo libro mi piace il titolo, mi piace la copertina, mi piace la fotografia … Lo scelgo di pancia, con i sensi. Mi piace la vibrazione di queste due parole vicine: terra ed acqua! Bene, ancora una volta mi ascolto,nessuna aspettativa, nessuna performance, solo quello che evocano in me queste due parole: natura, contatto con gli elementi e vita all’aria aperta.

LA LEGGENDA CI RIPORTA ALLA VALORIZZAZIONE DI CIÒ CHE GLI ALTRI NON RIESCONO A VEDERE DI NOI, MA CHE CON I GIUSTI SRUMENTI POSSONO DIVENIRE I NOSTRI PUNTI DI FORZA.

La luna pallida e argentea, mentre aspettava la notte, ebbe pietà della fanciulla e dolcemente la fece affiorare dalle acque donandole un pò del suo chiarore. Nettuno, in onore della nuova creatura marina, le donò preziose sfumature iridate e Narba divenne una soave medusa danzante. Da Narba nacquero tutte le meduse che si vedono volteggiare nell’azzurro mare di Alberese o più al largo.

La leggenda di Narba ci introduce in un territorio, quello di Albarese, da dove si parte alla scoperta dei paradisi circostanti dove mandrie brade di cavalli e buoi maremmani pascolano libere nei prati, mentre nei boschi cinghiali, istrici, caprioli e daini si moltiplicano e nelle zone umide gli uccelli acquatici trovano il loro habitat naturale. Un lungo viale di pini, cisti e ginestre conduce al litorale, segnato dalle dune e dai profumi di macchia mediterranea che ricopre le scogliere nella ripida discesa verso il mare. In questo paradiso, ci sono itinerari da percorrere a piedi, a cavallo, in bicicletta e canoa. Spettacoli di natura incontaminata, punti panoramici di eccezionale. Alla Bocca d’Ombrone (il fiume che ha dato origine ad un’altra leggenda), il fiume trascina i tronchi sradicati dalle piene a consumarsi di sole e vento sulle spiagge tra il fremere delle onde e le grida dei gabbiani, mentre al largo, nel chiarore dell’orizzonte, si profilano le sagome delle isole
che un tempo furono “insediate “dai mori.

Le suggestioni di questa storia come potrebbero aiutarti a visitare questo luogo e scoprire nuovi punti di vista sulla tua unicità?Ciò che affiora dalle acque o si scorge attraverso la fitta vegetazione del luogo, quali tue parti e/o risorse, potresti far affiorare dallo “sfondo”?

COME MAI IL TRAVEL COACHING USA MITI & LEGGENDE?

La narrazione mitologica ha il potere di inviare svariati messaggi e di attivare il paragone tra il noto e qualcosa che non conosciamo ancora. Il potere evocativo del mito sta nell’usare il racconto come grimaldello per far si che il luogo trasmetta al viaggiatore nuove ispirazioni filosofiche che facilitano un nuovo approccio alla scoperta di sé. Il luogo diventa, quindi, un Setting Trasformativo in grado di offrire a chi viaggia, anche grazie alla narrazione mitologica, un’amplificazione di significati, e la scoperta di soluzioni sorprendenti a volte anche un po’ magiche. Questa dimensione dominata dall’emotività, dalle sensazioni, dalle risonanze apre la porta al potenziale di ognuno di noi.

LA LEGGENDA DI OMBRONE (Antonella Giroldini)

Miti e leggende nascoste d’Italia: La leggenda di Ombrone

Scoprire l’Italia Segreta attraverso le sue leggende

La maremma è una terra intimamente legata all’acqua e Grosseto e la sua provincia sono terre uniche per
bellezza da sempre al fiume Ombrone. Come scriveva Claudio Rutilio Namaziano nel De reditu suo…

“Tocchiamo l’Ombrone: non è un trascurabile fiume che nella foce al sicuro accoglie le trepide navi: accessibile si offre il suo letto alle onde che scorrono piane ogni volta che sul mare una furiosa tempesta”.

Per proteggere il territorio furono costruiti argini che costeggiano il fiume, quasi fino al mare. Essi protessero
la campagna e la città dalle piene. Oggi questi argini sono amminamenti per piacevoli passeggiate. Una ricca vegetazione di salici, ontani, pioppi, leggeri, ariosi, fruscianti di vento e fitti canneti che nascondono fagiani e anatre selvatiche.

Storia tratta dal libro: “GROSSETO, terra d’acqua – Edizioni Effigi.”

Di questo libro mi piace il titolo, mi piace la copertina, mi piace la fotografia … Lo scelgo di pancia, con i sensi. Mi piace la vibrazione di queste due parole vicine: terra ed acqua! Bene, ancora una volta mi ascolto,nessuna aspettativa, nessuna performance, solo quello che evocano in me queste due parole: natura, contatto con gli elementi e vita all’aria aperta.

La leggenda che narra dell’amore di Ombrone e Ambra ci rimanda alla nascita degli isolotti e approdi lungo il fiume.

“Ombrone si innamorò follemente di Ambra, bellissima ninfa dagli occhi verdi. Ma la ninfa lo fuggì.
Per liberarsi di questo amore il fiume chiese aiuto a Diana Umbronensis, che mutò Ambra in un’isoletta, ma
Ombrone continuò ad amarla perdutamente. La circondò con la spuma più candida, vi sostò nelle notti di luna per abbracciarla fino a quando il pianto del fiume si innalzò in canto.

Ancora oggi sembra che esso la invochi e l’isoletta sarà ormai ridotta alle proporzioni di un grosso sasso in
mezzo all’acqua. Chissà che non sia una delle pietre affioranti che si vedono emergere nei mulinelli intorno
alla Steccaia?”

Per vivere in stile Travel Coaching questo luogo ti invito a passeggiare lentamente lungo gli argini di questa strada ponendo attenzione a ciò che ti accende lo sguardo. Dirigendoti verso le anse dell’Ombrone dove sorgono gli abitati di Istia e della Grancia oppure continuando a sud di Principina, dove a Bocca d’Ombrone si iniziano a scorgere le prime immagini del Parco Naturale della Maremma per finire proseguendo in direzione di Castiglione della Pescaia dove ci si immerge nel silenzioso paradiso della Riserva Naturale della Diaccia Botrona ( luogo di un’altra leggenda).
Potrai arrivare fino, alla Steccaia, luogo dove viene catturato il flusso dell’Ombrone per immetterlo nel canale. Diversivo della bonifica, attraverso l’imponente opera idraulica di Ponte Tura. Circondata da una rigogliosa vegetazione e una piramide d’acqua che sta a ricordare la inaugurazione del canale.

In sintonia con la storia che ti ho appena raccontato, come potrà questo luogo aiutarti nel comprendere il senso dell’amore? Il fiume, la natura selvaggia che allo stesso tempo è stata protetta dall’uomo, quale suggestione potrebbe accendere in te? 

In fondo la voce dell’ombrone è sempre lì, prona a condurti in un’altra dimensione dove nuove emozioni possono affiorare.

COME MAI IL TRAVEL COACHING USA MITI & LEGGENDE?

La narrazione mitologica ha il potere di inviare svariati messaggi e di attivare il paragone tra il noto e qualcosa che non conosciamo ancora. Il potere evocativo del mito sta nell’usare il racconto come grimaldello per far si che il luogo trasmetta al viaggiatore nuove ispirazioni filosofiche che facilitano un nuovo approccio alla scoperta di sé. Il luogo diventa, quindi, un Setting Trasformativo in grado di offrire a chi viaggia, anche grazie alla narrazione mitologica, un’amplificazione di significati, e la scoperta di soluzioni sorprendenti a volte anche un po’ magiche. Questa dimensione dominata dall’emotività, dalle sensazioni, dalle risonanze apre la porta al potenziale di ognuno di noi.

TALAMONE (Antonella Giroldini)

Su uno scosceso promontorio roccioso all’estremità meridionale dei monti dell’Uccellina, tra Maremma, Argentario e, di fronte all’isola del Giglio, è vivace borgo di pescatori, di bagni e di storia: nel corso della spedizione dei Mille, il 7 maggio 1860 vi approdò Garibaldi per rifornirsi di munizioni. Sovrasta l’abitato l’imponente rocca senese ( del ‘400) , in pietra grigia, tradizionalmente attribuita al Sasseta; di interesse naturalistico l’Acquario della Laguna di Orbetello. Sul colle di Talamone, resti dell’antico insediamento etrusco.

 

Asciano (Antonella Giroldini)

Nell’alta valle dell’Ombrone, il paese di origini etrusche e romane, conserva mura trecentesche e l’aspetto medievale nonostante gli interventi urbanistici del periodo fascista e lo sviluppo edilizio del secondo dopoguerra. La romanica collegiata di S. Agata è caratterizzata da un campanile merlato del XII secolo. Palazzo Corboli , edificio medievale con sale decorate da affreschi trecenteschi, ospita su tre piani le important collezioni del Museo Civico Archeologico e d’arte sacra .

SANSEPOLCRO (Antonella Giroldini)

La fortuna storico – artistica di Sansepolcro è da attribuirsi alla sua posizione geografica: terra di confine e al tempo stesso punto di incontro tra civiltà diverse (umbra ed etrusca, bizantina e longobarda) . Fu contesa dai vescovi di Arezzo e dai signori di Rimini e del Montefeltro, fece parte del dominio pontificio per poi essere ceduta , alla metà del quattrocento, ai Medici entrando nel Granducato di Toscana. La Sua origine millenaria si deve a pellegrini, Arcano ed Egidio, che di ritorno dalla Terra Santa, fondarono un oratorio dove oggi sorge il Duomo. Sarà durante il Rinascimento  che la città raggiungerà il suo splendore grazie al commercio del guado.

_DSC0082 _DSC0093 _DSC0099 IMG_7782 IMG_7783 IMG_7785 IMG_7791 IMG_7796 IMG_7801

Museo “Monteriggioni in Arme” (Antonella Giroldini)

Il museo ospita fedeli riproduzioni di armi e armature medievali e rinascimentali. Accurati modellini, inoltre, illustrano mezzi e tecniche di assedio in auge nelle stesse epoche.
Ogni sala è dedicata a uno specifico momento della storia di Monteriggioni, all’interno del quale i pezzi esposti sono contestualizzati.
Insolita quanto apprezzata dalla maggioranza del pubblico è la possibilità di maneggiare e indossare alcune armi e parti di armature, situate in apposite zone del museo. Alcuni pannelli esplicativi e un’agevole audioguida multilingue accompagnano il visitatore in questa breve, ma intensa immersione nella storia.

SORANO (Antonella Giroldini)

Bandiera Arancione del Tci, il borgo medievale abbarbicato su una rupe tufacea propone immagini di forte suggestione dai due versanti su cui è adagiato: a ovest i volumi cubici e allungati delle case torri, a picco sulla valle , a est il ritmo orizzontale del sovrapporsi di tetti e facciate lungo i vicoli che scendono a tornanti. Si staglia al centro la sagoma del settecentesco Sasso Leopoldino, razionalizzazione a colpi di scalpello del blocco tufaceo attorno a cui è organizzato il paese. : abitato in età etrusca e romana, fu castello aldobrandesco quindi contea ursinea e infine, dal 1608 , parte del granducato di Toscana.

Ai piedi della fortezza si trova il borgo cui si accede dalla porta di Sopra . Tra palazzetti con finestre incorniciate e bei portali pugnati, si raggiunge la parrocchiale che posteriormente conserva tratti dell’impianto medioevale. Si scende per un dedalo di vicoli, archetti, scale esterne, logge, profonde cantine scavate nel tufo, attraversando il rione del vecchio ghetto e uscendo dall’abitato per la porta dei Merli; da qui si scende fino al fiume Lente , oltre il quale iniziano le vie cave.