PONZA (Antonella Giroldini)

PONZA

Ponza è un’isola meravigliosa, la più grande e turistica tra le Isole Pontine. E’ anche uno dei Borghi più belli della Provincia di Latina e del Lazio ed un posto con un’infinità di cose da vedere.

Qui sotto trovate una selezione delle cose più belle da vedere a Ponza, con le spiagge migliori, quelle da raggiungere a piedi, i vigneti, gli hotel con vista, i musei, le cose da fare, i trekking ed i ristoranti imperdibili dell’isola.

A lei Eugenio Montale dedicò alcuni versi definendola un paradiso in terra. Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora, ma Ponza è ancora un paradiso, se si sa dove andare.

L‘interno dell’isola è montuoso e solcato dalle mulattiere che portano all’area vulcanica che è il cuore di Ponza. L’ideale è percorrerle a piedi prima del tramonto, oppure in bicicletta, se si hanno gambe allenate.

La zona del porto è la prima che vedrete arrivando a Ponza. Il colpo d’occhio non è niente male, ma non accontentatevi. Proseguendo oltre il porto turistico ed il centro storico si incontra il Borgo di Santa Maria dove c’è un porticciolo e l’isola diventa un po’ meno a misura di turista. Dove Ponza si restringe e si fa striscia sottile inizia la zona di Le Forna, la parte più selvaggia ed elevata.

Qui ci sono i posti meno turistici, le case costano meno e le spiagge sono meno affollate. Questa zona dell’isola merita di essere visitata centimetro per centimetro facendo passeggiate nell’interno e scoprendo i vari sentieri.

COSA VEDERE A PONZA

Cosa vedere a Ponza? Ponza è famosa per le spiagge bianche e l’acqua turchese. Il mare a Ponza è uno dei più belli del Mediterraneo, con fondali ricchi di vita, relitti e grotte che sono il paradiso dello snorkeling e del diving. L’isola conta 40 km di costa frastagliata che forma insenature e baie, calette e spiagge, scogliere bianche, faraglioni e grotte sommerse.

Ma Ponza non è solo mare. L’isola è stata abitata sin dal tempo dei romani e dei greci prima. I resti del passato sono ben visibili ed è meraviglioso scoprirli uno ad uno. Ci sono due necropoli romane, grotte artificiali, i resti di due sontuose ville imperiali e tante cisterne disseminate sul territorio, di cui la più famosa è la Cisterna Romana della Dragonara.

Qui sotto ci sono nel dettaglio tutti posti più belli da vedere a Ponza, quelli da vedere se piove e i posti per girare Ponza a piedi o con i bambini.

La cima del Monte Guardia è il punto più alto dell’isola da cui il panorama sull’arcipelago e su Ponza è meraviglioso. Qui si trova anche il faro di Ponza (che presto sarà trasformato in un albergo con 4 suite) ed i resti di una necropoli romana. Purtroppo la passeggiata fino al Faro al momento è chiusa al pubblico, ma potete rifarvi sorseggiando un ottimo Faro della Guardia Casale del Giglio, ottenuto da un vigneto eroico di uve biancolella.

Dalla località Le Forna (a nord dell’isola) si vede lo Scoglio della tartaruga che si chiama così perché assomiglia proprio ad una testuggine. Dalla chiesa di Le Forna si raggiunge a piedi percorrendo un sentiero facile e breve, da dove avrete accesso ad una memorabile caletta.

Camminando su un sentiero sterrato poco lontano dallo Scoglio della Tartaruga si arriva alle piscine naturali di Ponza: un paradiso in cui fare il bagno in 3 piscine naturali. Due sono delimitate dalla roccia, una è aperta verso il mare. In alta stagione possono essere molto affollate. In questo caso potrete affittare una canoa oppure un pedalò al vicino stabilimento il Falco ed andare all’esplorazione di punti più selvaggi e meno frequentati intorno alle piscine naturali.

GROTTA DI ULISSE

La Grotta di Ulisse si trova vicino alle Grotte di Pilato. L’antro è piccolo ma grazie ad una particolare piccola apertura in alto si creano fantastici giochi di luce che illuminano l’acqua di un colore azzurro intenso. Si visita con un tour in barca dal porto oppure a nuoto con maschera e boccaglio!

A Bagno Vecchio, nella zona orientale dell’isola, c’è una necropoli romana che si affaccia su una delle spiagge più belle di Ponza. La spiaggia di Bagno Vecchio è nota anche come La Parata. Ripetuti crolli hanno in parte distrutto la necropoli, ma è ancora visitabile, con un breve e piacevole trekking (anche se il sentiero non è ben segnato). E’ consigliato invece raggiungere la spiaggia solo via mare perché il sentiero dalle necropoli in poi si fa impraticabile.

FARAGLIONI DEL CALZONE MUTO

Il Faraglione del Calzone muto si trova quasi di fronte al Bagno Vecchio. E’ una roccia solitaria ed aguzza che ricorda un po’ la forma di un pantalone, o almeno così sembrava nell’800 quando prese questo nome. Secondo la tradizione popolare un marinaio muto volendo lanciare il suo grido di gioia alla vista di quel meraviglioso paesaggio e non potendo gridare lanciò i suoi pantaloncini sullo scoglio che ne presero la forma: la forma di calzone del muto.

  • FARAGLIONI DELLA MADONNA

I Faraglioni della Madonna si raggiungono solo via mare anche se un tempo erano collegati alla terra ferma e facevano parte della mastodontica villa estiva di Augusto a Ponza. Sul faraglione c’è una cappella scavata nella roccia dedicata alla Madonna della Salvazione e che dà il nome al posto.

Ci si arriva via mare percorrendo un breve sentiero dopo l’approdo, ma anche via terra con una mulattiera (a piedi in 40 minuti dal porto). Il Fieno è l’unica zona agricola di Ponza dove si coltivano legumi ed antichi vitigni. Insieme al Pizzicato (una piccola area a terrazze sul porto di Ponza) è l’unico punto dell’isola dove si produce il vino di Ponza da uve che hanno le loro radici nella dominazione borbonica e che stanno rinascendo in questi ultimi anni dopo tanta incuria. Da Punta Fieno si vede il giallo del tufo di Chiaia di Luna, il bianco accecante di Punta Bianca ed il verde di Palmarola.

  • GIARDINO BOTANICO DI PONZA

A Ponza c’è un giardino botanico nato per raccogliere e salvaguardare le specie mediterranee, soprattutto fiori. E’ un posto perfetto in cui passare un pomeriggio a Ponza con i bambini, ma anche solo per rilassarsi apprezzando il panorama meraviglioso sul mare imparando qualcosa sui fiori delle nostre terre.

  • MUSEO DEL SANTA LUCIA

Gli appassionati di relitti che non sono dei sub esperti hanno pane per i loro denti al Museo del Santa Lucia, il piroscafo affondato il 24 luglio del 1943 a largo di Ventotene. La nave collegava le isole Pontine e la terra ferma ed a largo di Ventotene fu colpita da una bomba che costò la vita a 65 persone. Il museo raccoglie reperti e foto del relitto e della nave prima della tragedia.

Capo Bianco è il tratto di costa più incredibile dell’isola. Qui la roccia è di un bianco abbagliante ed ospita tra le sue fenditure il Falco Pellegrino. Fellini si innamorò di questo posto e ci girò alcune scene del Satyricon. Si può esplorare solo via mare (in canoa o in barca) raggiungendo anche una piccola caletta protetta dal costone. L’escursione in barca a remi lungo la parete rocciosa è pensata apposta per il birdwatching.

La Piana di Punta Incenso si raggiunge a piedi con una bella e facile passeggiata che parte dal capolinea dell’autobus di Punta Incenso, di fronte al Ristorante Zia Anna. Da Punta Incenso poi si può raggiungere a piedi Cala Gaetano. Un tempo si riusciva a scendere anche a Cala Felci dopo avere ammirato l’incredibile panorama dell’Incenso, ma oggi il sentiero non è più agibile.

CENTRO STORICO DI PONZA

Ponza Porto ha case colorate con colori a pastello, ristoranti di pesce fresco, pescherecci e gozzi ormeggiati. E’ la zona in cui si esce la sera e dove si trovano la maggior parte degli hotel. Proprio sopra al porto inizia il centro storico di Ponza fatto di viottoli e scalette che scendono al porto e salgono al belvedere (zona Scotti).

Il cuore del centro storico di Ponza è via Pisacane dove ci sono la maggior parte dei locali, dei negozi per comprare cose e dei ristoranti migliori dell’isola.

 

ITACA di Costantino Kavafis (Antonella Giroldini)

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Museo Nazionale Archeologico di Civitavecchia (Antonella Giroldini)

In mostra sculture di epoca greco-romana, etrusca e medievale.

Non serve arrivare fino a Roma per ammirare sculture e oggetti di età romana, etrusca e medievale, tra cui una replica della celeberrima statua di Athena Parthenos di Fidia e una copia del Colosso di Rodi.

A pochi passi dall’uscita del porto, nel cuore della città, è infatti situato il museo Nazionale Archeologico di Civitavecchia, allestito nella settecentesca palazzina di Papa Clemente XIII.

Il prezzo più pregiato del museo, ad ingresso gratuito, è sicuramente la replica romana dell’Athena Parthenos di Fidia (la cui testa è esposta al Louvre di Parigi) dalla metà del II sec. d.C..

Ma all’interno del museo, che si articola su tre piani, sono esposte altre sculture importanti tra cui alcune teste marmoree, di cui una raffigurante l’imperatore Marco Aurelio da giovane, e una statua di Apollo, copia marmorea di epoca romana (I sec. d.C.) di un capolavoro greco.

Studi recenti sull’originale opera hanno supposto che si trattasse del Colosso di Rodi, una delle sette meraviglie del mondo eseguita tra il 304 e il 293 a.C. da Carete di Lindo e crollata a causa del terremoto che sconvolse l’isola nel 228 a.C.

Spello (Antonella Giroldini)

Antico borgo collinare, emerge su una stretta propaggine del Monte Subasio protesa verso la Valle Umbra. Posto a 280 m di altitudine conserva più di ogni altro luogo umbro tracce della presenza romana: le mura e le porte augustee riutilizzate in  epoca medievale, i resti  dell’anfiteatro, delle terme in un gioco di accostamenti di stile e di colore particolare. Il disegno della città è semplice e razionale, tutto imperniato su un’unica spina centrale che unisce la porta Consolare e quella dell’Arce, in un’ascesa dolce ma costante verso la sommità dell’altura.

Splendidissima Colonia Julia” ai tempi dei romani e oggi uno dei Borghi più Belli d’Italia. In un giorno.

Iniziamo la nostra visita dalla sua parte più bassa, ancora cinta dalle Mura Romane ben conservate, nelle quali si aprono tre porte: sulla Via Roma, la Porta Urbica e, sulla Piazza del Mercato la grandiosa Porta Consolare, del I sec. a. Cristo. La terza porta, chiamata Porta Venere, presenta due belle torri a base dodecagonale, le Torri di Properzio.

Nella nostra miniguida su cosa vedere a Spello non può mancare la Chiesa di Santa Maria Maggiore con la famosa Cappella Baglioni con il pavimento maiolicato di Deruta e gli affreschi del Pinturicchio che sono considerati la sua migliore produzione ed il suo autoritratto.

Vale una visita sicuramente la Casa romana, risalente al I secolo d. C.: già restaurata nel II secolo, fu riportata alla luce nel 1885 grazie agli scavi eseguiti sotto il Municipio. L’iscrizione presente sulle mura dell’edificio fa ritenere che lo stesso fosse di proprietà di Vespasia Polla (madre di Vespasiano): sono ancora ben visibili l’atrio con la pavimentazione originaria a mosaico a tessere bianche e nere, l’impluvium, decorato con un mosaico ad onda, le quattro stanze laterali all’atrio e il grande ambiente in cui si svolgevano le riunioni familiari, con il triclinio sul lato destro e il peristilio a sinistra.

Il nostro tour prosegue con la chiesa di S. Andrea, edificata nel 1258 e sede di una comunità di Frati minori fondata da Andrea Caccioli, seguace di San Francesco e la chiesa di S. Lorenzo che presenta una facciata veramente suggestiva, con loggia del XII secolo, rosoni del XVI ed elementi decorativi del VIII.

Cosa vedere a Spello in un giorno se amate sia i fiori che l’arte? Non perdetevi l’evento più rappresentativo di Spello, l’Infiorata del Corpus Domini che si tiene tra Maggio e Giugno. Ogni anno le strade del borgo medioevale si trasformano in un meraviglioso, spettacolare, immenso tappeto di fiori che supera 1,5 km. Le vie del centro vengono decorate da quadri di arte sacra composti con petali di fiori, un evento unico per il turismo religioso che ha trasformato Spello nella “capitale dei fiori”.

MONTENERO SABINO (Antonella Giroldini)

Montenero Sabino è un piccolo borgo dalla forma allungata, una striscia di case tra i monti del Reatino che si stende dalla massiccia Chiesa di San Cataldo Vescovo al fiero Castello Orsini. Un borgo cristallizzato nel tempo, nel cuore di una natura straordinaria, nonché la patria dei gustosissimi maccheroni a fezze.

Tra i boschi di lecci e querce delle montagne sabine si adagia, a metà tra due torrenti, Montenero Sabino, un piccolo borgo di 300 abitanti dalla curiosa struttura a lisca di pesce.

Sviluppatosi su uno sperone di roccia in un territorio dalla natura particolarmente suggestiva, si estende lungo un’unica strada principale, la quale è affiancata da due strette file di abitazioni e va dal Castello Orsini alla Chiesa di San Cataldo Vescovo.

Il nome di “Montenero” sembra essergli stato attribuito per via della presenza di pietre focaie. Nella zona, infatti, si trovavano due cave: in una veniva estratta pietra focaia di tipo nero, nell’altra pregiata pietra focaia per fucili. Questo materiale era già utilizzato nella Preistoria, e il paese è stato rinomato per tale attività estrattiva fino agli inizi del Novecento.

Il nucleo originario del paese risale all’XI secolo, quando furono costruiti il castello e le mura, ma nei secoli successivi entrambi furono ampliati e il Castello fu trasformato in Palazzo Baronale, con i due bei torrioni merlati visibili ancora oggi. Molte famiglie si avvicendarono per il suo possesso; tuttavia, oggi è ricordato come “Castello Orsini”, dal nome della famiglia a cui appartenne nel Quattrocento.

Per immergersi nell’atmosfera del tempo, immancabile è una visita al paese durante la Giornata Medievale di Montenero Sabino, nel mese di agosto. Oltre ad assistere ad esibizioni di falconeria, tiro con l’arco e lancio di coltelli ed asce, si ammira la sfilata di un corteo storico e si possono visitare, nella magnifica cornice del castello, le botteghe delle antiche arti e mestieri.

Dal lato opposto rispetto al castello, l’altro edificio che cattura l’attenzione del visitatore è la chiesa dedicata a San Cataldo Vescovo, patrono di Montenero Sabino. La chiesa conserva resti dell’antico edificio medievale ed è stata restaurata nel Settecento. All’interno è decorata con splendidi stucchi e affreschi barocchi, e ospita la statua lignea della Madonna della Maternità.

Il sottosuolo del paese, inoltre, nasconde un vecchio acquedotto ancora impiegato ad uso agricolo.