VITORCHIANO (Antonella Giroldini)


A un quarto d’ora d’auto da Viterbo, Vitorchiano stupisce per l’integrità del suo nucleo antico ed infatti non è considerato solo uno dei centri storici più belli di tutta la provincia di Viterbo ma è proprio censito tra i borghi più belli d’Italia e le abitazioni sembrano un tutt’uno con lo sperone di roccia vulcanica che le sostiene.
Ecco perché Vitorchiano è stato soprannominato il Borgo sospeso.
Questa parte della provincia di Viterbo in antichità è stata infatti modellata dall’azione dei vulcani che hanno creato depositi di materiali che compattandosi hanno formato le rupi su cui sorgono tanti borghi della Tuscia. Ma Vitorchiano è particolare proprio perché il banco di peperino, fratturato in enormi massi, sostiene gli edifici costruiti direttamente sulla roccia. Guardando la rupe lateralmente sembra proprio che Vitorchiano sia stata costruita in un solo giorno per quanto le case arroccate e a strapiombo si fondano con la roccia lavica, in perfetta armonia con la sottostante Valle del Vezza, i suoi torrenti e tutto il paesaggio circostante ricco di boschi di querce, frassini, faggi, olmi e castagni.

Cosa vedere a Vitorchiano: i consigli della guida turistica


Una visita guidata a Vitorchiano parte proprio dall’esterno delle mura, dove è possibile ammirare la doppia cinta perfettamente conservata che divide la zona rinascimentale da quella medievale, costruita sfruttando gli antichi tracciati etruschi e ogni viuzza è un’esplosione di colori di fiori che risaltano sulla pietra grigia di peperino.
Vitorchiano è una vera e propria terrazza sulla natura circostante: tanti affacci permettono di godere della bellezza delle forre che circondano tutto l’abitato.
Durante la visita guidata di Vitorchiano ci soffermeremo a visitare la chiesa di Santa Maria, antica chiesa Matrice, ma troveremo, fontanelavatoiporte urbiche e palazzi nobiliari importanti come quello “del Vescovo”. Visiteremo le preziose sale del Palazzo del Comune e saliremo sulla torre civica per ammirare dall’alto un panorama straordinario.
Durante il tour di Vitorchiano ti parlerò di Santa Rosa, la patrona di Viterbo che fu esiliata nel 1250 in questo paese e dove compì due miracoli: la restituzione della vista mediante preghiera ed apposizione delle mani ad una fanciulla di nome Delicata e la conversione di un’eretica “la maga” mediante la prova del fuoco.
Ma durante il tour ti accorgerai che ci sono tantissimi stemmi S.P.Q.R. e non è un caso! La città di Vitorchiano per quasi 800 anni fu un feudo di Roma a cui gli abitanti hanno giurato fedeltà in cambio di protezione e aiuti. Ancora oggi è possibile ammirare la Guardia del Campidoglio nelle manifestazioni ufficiali del comune di Roma abbigliata con i costumi che, secondo la tradizione, furono disegnati da Michelangelo Buonarroti. Ma perché questo attaccamento e questa fedeltà alla città eterna? Beh i motivi sono davvero incredibili e te li racconterò durante la visita guidata di Vitorchiano!
E sai che a Vitorchiano ci sono tantissimi profferli? Cosa sono? Sono delle scale esterne in pietra, tipiche dell’architettura della provincia di Viterbo, particolarissime e con diverse funzioni che ti svelerò durante il tour guidato e la più monumentale si trova ai margini della rupe, in posizione isolata, ed è proprio la scala della cosiddetta casa del Rabbino, ad indicare la presenza in passato di una comunità ebraica anche a Vitorchiano.
E se pensi che Vitorchiano sia un borgo semi abbandonato come molti altri in Italia, questa volta ti sbagli. Gli abitanti fanno di tutto per renderlo sempre più conosciuto dai visitatori, amano il loro paese e addobbano di fiori ogni terrazzo, ogni angolo. Sono presenti botteghe artigiane e ristorantini ricavati all’interno delle antiche case medievali dove è possibile gustare le eccellenze enogastronomiche del territorio come le castagne, le nocciole, i funghi, pregiati oli extravergini oliva, ottimi viniformaggi di pecora e di mucca, prosciutti e salumi.

FESTA DI SAN MICHELE ARCANGELO (Antonella Giroldini)

Nel fine settimana esplode Vitorchiano (il piccolo centro inserito nella prestigiosa lista dei “Borghi più belli d’Italia”) grazie alla ripresa – dopo due anni di stop decretati dalla pandemia da coronavirus – della tradizionale festa di San Michele Arcangelo che ha la capacità di intrecciare sacro e profano.

Domenica 8, si è onora il santo con la solenne processione (ore10) che raggiungerà il santuario, accompagnata dalle Confraternite e dalla Banda. Alle 12, l’omaggio floreale alle Confraternite e concerto della Banda.

Il MOAI DI VITORICHIANO (Antonella Giroldini )

Anche in Italia si trova un Moai,  uno dei pochi esistenti al mondo fuori dall’Isola di Pasqua.  Si trova a Vitorchiano, un borgo di origine etrusca, a pochi chilometri da Viterbo. Questo il Moai non lo sa e fissa il paese dalla sua sistemazione del belvedere. Il Moai di Vitorchiano non è antico: è stato scolpito nel 1990 da undici indigeni Maori dell’Isola di Pasqua, invitati dalla trasmissione RAI “Alla ricerca dell’Arca“, a realizzare uno dei più fantastici programmi di “gemellaggio” culturale. Poiché gli originali Moai dell’isola di Pasqua si stanno deteriorando, la televisione di Stato si adoperò per scovare una pietra vulcanica simile a quella delle cave dell’Isola di Pasqua per poterne costruire uno nuovo. La trovò proprio qui: un enorme blocco di peperino del peso di trenta tonnellate. Fu scolpito, con asce manuali e pietre taglienti, da undici indigeni maori della famiglia Atanm, provenienti dall’isola di Rapa Nui (Cile). “Il Moai – spiegarono i costruttori dopo aver danzato intorno al blocco di peperino che a poco a poco prendeva forma – è una scultura sacra: porta prosperità al luogo che osserva, a patto che non venga mai spostato. Se viene mosso dal punto in cui viene scolpito, provoca grandi sciagure.”

CALCATA (Antonella Giroldini)

Calcata è un piccolo comune della provincia di Viterbo che, sebbene si trovi a soli 40 chilometri da Roma, è riuscito a conservare intatti i propri patrimoni storico e naturale. Il centro storico di Calcata, arroccato su una montagna di tufo, domina la verde Valle del fiume Treja. Al borgo si accede dall’unica porta che si apre sulle mura. Oltrepassando il portone d’ingresso si fa all’improvviso un salto indietro nel tempo.

Il paese vecchio di Calcata si erge su uno sperone tufaceo sulla valle del Treja: al borgo si accede dall’unica porta che si apre sulle mura.

La chiesa del Santissimo Nome di Gesù si trova nel paese vecchio. La sua struttura risale al XIV secolo, ma è stata ristrutturata nel 1793 per volere della famiglia dei Sinibaldi. Nella chiesa, costituita da un’unica navata e con il soffitto a capriate, sono conservati un fonte battesimale, un’acquasantiera del XVI secolo e un tabernacolo a muro. Dietro l’altare si trova una serie di pitture che rappresenta storie del Cristo.

Le Cascate di Monte Gelato (Antonella Giroldini)

Il complesso di Monte Gelato, con la torre medievale, l’antico mulino ad acqua, le cascate lungo il fiume Treja, è non solo uno dei luoghi più noti del Parco Valle del Treja, ma costituisce un importante polo di attrazione turistica per tutto il territorio circostante. Frequentato dall’uomo fin dall’età preistorica, il sito conserva tracce dei molteplici insediamenti succedutisi nel tempo: dai resti di una villa romana del I secolo a.C., all’insediamento agricolo del secolo VIII d.C., al mulino ad acqua realizzato nell’800 e rimasto attivo sino agli anni ’60 del secolo scorso. Particolarmente amato dagli sceneggiatori di cinema e pubblicità, costituisce per il Parco una naturale e privilegiata porta di accesso.

Come Viaggia il TORO (Antonella Giroldini)

Toro (20 /04 – 20/05)

Viaggiare con tutti i sensi attivi!

Citazione: “Lascerò che sia il tempo a decidere chi sei per me. Lascerò all’istinto e dal buio tutto tornerà limpido” Laura Pasini e Kylie Minogue – Limpido.

Il Toro ama tutto ciò che è godimento dei sensi: il tocco, i profumi, i suoni armoniosi, il sapore, le immagini.

Tra gli obiettivi della sua esistenza c’è la soddisfazione costante di tutti i piaceri che la vita può offrire. È fisico, presente, spesso anche fantasioso, perché ogni pensiero va concretizzato, immagine e azione sono una cosa sola, non avrebbe senso fantasticare e basta”.

Un viaggiatore che ama essere circondato da oggetti semplici ma piacevoli, intento a godersi tutto il piacere che la vita può offrire. Ama godere del buono e del bello. Un tour enogastronomico in Toscana lo alletterebbe parecchio. Ascoltare una story-telling enologica assaporando la natura circostante è un ideale viaggio ideale per il Toro.

Se poi a questo uniamo un sito che sia anche meta termale troviamo la meta ideale per il Toro che ama essere coccolato e deliziato attraverso massaggi, immersioni in acqua sulfurea e saune. In Italia, le terme non mancano. Dal Trentino alla Sicilia è possibile scegliere il sito termale più adatto alle proprie esigenze.

E tu sei pronto a viaggiare con i cinque sensi all’ erta, vivendo e sentendo così a 360 gradi te stesso, i luoghi che stai visitando e l’esperienza di viaggio…. Perché conoscere con i sensi, abbandonando il filtro della mente consente di vivere appieno l’esperienza!

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL SORBO (Antonella Giroldini)

l Santuario è arroccato sulla sommità di una rupe ben difesa nelle valli del Sorbo, al confine tra i Comuni di Campagnano e Formello. Il luogo fu abitato sin dal medioevo, ma le prime notizie risalgono al 996 quando viene menzionato come ” castellum “, forse sorto a seguito delle invasioni saracene del X sec. Il castello nel corso dei secoli XI-XIV appartenne prima al Monastero di S. Paolo e poi alla famiglia Orsini. Nel 1427 erà però già in abbandono, e fu allora che Martino V permise ai Frati del Carmelo di erigere un monastero, presso la chiesa primitiva dedicata a Beatae Mariae Castri Sorbi , che divenne un Santuario di pellegrinaggio dedicato alla Madonna. Il culto mariano, fu probabilmente rinvigorito attraverso la leggenda che narra di un guardiano privo di una mano che usava pascolare i maiali nella Valle del Sorbo. Un giorno, cercando una delle scrofe che si era allontanata, la ritrovò presso un albero di sorbo, dove gli apparve la Madonna. La Vergine, facendo ricrescere la mano al giovane, gli disse: “vai e convinci i tuoi paesani a costruire un santuario su questo colle. Chi verrà qui in processione avrà la mia grazia. Se non ti credono mostra loro la tua mano”.

Il Santuario, è costituito dal monastero con rifacimenti sino al XVIII sec., e dalla chiesa risalente al XV sec. Al 1682 risalgono due altari su progetto di Carlo Fontana. Di pregio è la tavola della Madonna con il bambino (XI-XIII sec.), oggi conservata nel Museo Parrocchiale di Campagnano.

Il monumento è inserito in un’ambiente di particolare rilevanza dal punto di vista naturalistico: il Santuario della Madonna del Sorbo.

PARCO DI VEIO (Antonella Giroldini)

parco regionale di Veio è un’area naturale protetta che si trova nella provincia di Roma ed il suo territorio forma un triangolo delimitato dalla via Flaminia ad est, la via Cassia ad ovest e la provinciale Campagnanese a nord. Il territorio interessa il cosiddetto Agro Veientano, dominato dalla città etrusca di Veio e caratterizzato da interessanti elementi storici, naturalistici e paesaggistici.

FUMONE (Antonella Giroldini )

Fumone è tra i comuni più affascinanti della Ciociaria. Il borgo si erge tra i monti Ernici e quelli Lepini, arroccato su un isolato monte a 783 metri s.l.m. Proprio questa suggestiva vista fu di ispirazione a Curzio Malaparte, nella prima metà del Novecento, per la celebre espressione con cui definì il Comune “Olimpo di Ciociaria”.
Le origini di Fumone sono antiche e sfumano nella leggenda: si è creduto, erroneamente, che essa fosse l’antica antenna degli Ernici, favoloso rifugio di Tarquinio il Superbo in fuga da Roma mentre, più probabilmente, la posizione geograficamente favorevole fu di certo sfruttata dagli Ernici prima e dai Romani poi. Il nome stesso, Fumone, deriva da una pratica militare a scopo difensivo risalente al Medioevo, che prevedeva di far innalzare dall’alta torre di avvistamento una colonna di fumo, segnale dell’arrivo di un imminente pericolo.

Al paese si accede attraverso due ingressi: Porta Romana, la principale, e Porta Napoletana, che invece rappresentava un’uscita di sicurezza. L’edificio più rilevante del centro storico è il Castello Longhi – De Paolis, menzionato per la prima volta in un documento del X secolo, ma probabilmente risalente ad un periodo precedente. Presidio militare prima, prigione pontificia poi, il Castello venne infine acquistato dalla famiglia Longhi, ai cui discendenti tuttora appartiene. Annessi al Castello, troviamo il suggestivo Giardino Pensile, da cui si gode di una splendida vista, e Casa – Museo Ada e Giuseppe Marchetti Longhi, in cui sono conservate collezioni di interesse storico e antropologico. Percorrendo le vie del centro storico si scoprono case, mura, torri, bifore appartenenti al periodo medievale, come i resti di una cucina in via Cavone, un robusto portico in via Torricelle, le tracce di mura poligonali in piazza di Porta Romana e lungo via della Croce. Gli edifici religiosi di principale interesse sono certamente la Chiesa Collegiata della Santissima Maria Annunziata, che risale al XIV secolo e la Chiesa di San Gaugerico, della prima metà del XIV secolo. Da visitare è poi la Riserva Naturale Lago di Canterno, uno dei bacini carsici più estesi del Lazio.

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