La Rocca di Civita Castellana (Antonella Giroldini)

Fu edificata alla fine del  XV secolo, per volere di Alessandro VI Borgia e con funzioni anche abitative, da Giuliano San Gallo, che impostò la pianta pentagonale su fortificazioni del IX – X secolo, e adatta all’uso delle artiglierie ( il maschio ottagonale è aggiunta di Antonio da Sangallo il Vecchio per Giulio II) ; il cortile ha portico affrescato, mentre i resti di affreschi negli ambienti sono opera dei pittori Taddeo e Federico Zuccari.

 

Il fortilizio è sede  del Museo archeologico dell’Agro falisco, vasta raccolta di reperti archeologici dal territorio falisco, area del Lazio settentrionale – compresa tra il lago di Vico, Orte , la sponda del Tevere, il monte Soratte e percorsa dal Treja – che deriva il nome dell’antico popolo dei falisci. Ampio spazio è dato alla ceramica, di cui l’antica città di Falerii era importante produttrice, con esemplari a vernice nera p argentata, con decorazioni graffite o a figure rosse.

 

 

“Cuoppo di Pesce” (Antonella Giroldini)

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Per gli appassionati del cibo di strada, Salerno e la costiera amalfitana offrono da qualche anno una deliziosa variante marinaresca: è il cosiddetto “cuoppo di mare”, piatto tradizionale tornato oggi prepotentemente di moda.
Un gustoso cartoccio di frittura di pesce fresco, da gustare “ipso facto” mentre ancora scotta, in napoletano si direbbe frienn magnann,  appena appena insaporito da un pizzico di sale e pepe.
Al suo interno anellini di calamari, alici, gamberi, paranza, ma anche polpi, frutti di mare, pizzette di alghe, avvolti, come vuole la tradizione risalente al dopoguerra, nella carta gialla, quella del pane fresco, per intenderci, perfetta per assorbire l’olio. Così confezionata, la frittura di pesce diventa un ottimo finger food da gustare con calma passeggiando tra le vie del centro storico di Salerno, in questo periodo rese ancora più suggestive grazie alle luminarie d’artista.
Anche quest’anno infatti, in occasione delle festività natalizie, la città si è rivestita di luce richiamando con le sue luminarie d’autore folle di turisti stupefatti.
Passeggiando tra draghi, folletti, fatine colorate,  tappeti volanti, slitte e costellazioni di pianeti, come resistere all’invitante tentazione delle bancarelle e delle numerose cuopperie del centro  antico che offrono a pochi euro (il prezzo si aggira tra i 3 e i 5 euro) un delizioso spuntino a base di croccante frittura di pesce magari accompagnato da un buon bicchiere di vino?

Come molti altri piatti del passato tornati attuali, il cuoppo è divenuto ormai l’assoluto protagonista della movida salernitana,  soppiantando panini e kebab,  anche grazie ad alcune manifestazioni che l’hanno promosso e fatto conoscere al grande pubblico.

Convento di Greccio (Antonella Giroldini)

Sorge a 2 km da Greccio, nota anche per la sorgente di acque minerali, ed è tra i luoghi francescani più suggestivi di tutta la Conca reatina: qui il santo di Assisi realizzò, secondo la tradizione , nel 1223 il primo presepio,  e davanti a esso celebrò messa. Nel convento, aggrappato alla roccia e immerso in un bosco di lecci, si vedranno la cappella del Presepio, scavata nella roccia, il dormitorio del santo, la chiesetta duecentesca di San Bonaventura e l’attiguo oratorio di S. Francesco , il dormitorio di S. Bonaventura, con le sue nude celle da cui si raggiunge la Grotta del beato Giovanni da Parma che, secondo la tradizione, vi soggiornò per 32 anni dopo l’accusa di eresia. La vista spazia su buona parte della Conca reatina.

Leggenda Antonella e Raimondo Salerno (Antonella Giroldini)

Leggenda Antonella e Raimondo Salerno

Conoscete la storia del triste amore di Antonella e di Raimondo? Oggi il Museo archeologico di Salerno si erge dove un tempo esisteva Palazzo di Terracena o Castello di Terracena nell’allora quartiere Hortus Magnus, antica reggia normanna, dove si consumò il dramma amoroso dei due amanti. È una leggenda a vedere protagonisti una delle damigelle più belle che erano al seguito della regina Margherita di Durazzo, Antonella, e il cavaliere Raimondo, fedelissimo del figlio della regina Ladislao. Quando Margherita di Durazzo si rifugiò a Salerno in seguito all’uccisione del consorte Carlo III, fece di Castello di Terracena la sua dimora: qui alloggiava e si prendeva cura di lei la sua corte, di cui faceva parte la bella Antonella. Quando Ladislao, di ritorno dalla guerra, decise di fermarsi nel capoluogo campano per far visita alla madre, non arrivò in città solo ma con il suo seguito di valorosi guerrieri tra i quali spiccava Raimondo, erede di una nobile faglia ungherese. Inutile dire che tra la bella damigella e il valoroso condottiero l’amore sbocciò a prima vista, peccato che l’invidia ci mise lo zampino per cui Ladislao, messo in guardia da una perfida dama del rischio di perdere uno dei suoi migliori cavalieri, proibì a Raimondo di vedere la sua amata. Per rendere più efficace il divieto, ordinò di rinchiudere Antonella in monastero e inviò nuovamente in guerra Raimondo.

Dopo due anni durante i quali Raimondo si distinse per meriti in battaglia, Ladislao gli concesse di tornare dalla sua amata per poterla sposare e così fu. Peccato, però, che Raimondo fu tratto in inganno dalla stessa dama perfida da sempre invidiosa di Antonella, ovvero Vanna, la sua gemella. A riconoscere l’imbroglio fu proprio la regina Margherita: ammalata di una terribile epidemia, la regina convocò il figlio che accorse al suo capezzale accompagnato da Raimondo e dalla sua sposa. Vedendosela presentare come Antonella, la regina subito la accusò di essere un’imbrogliona perché la sua fedele damigella giaceva moribonda nella camera affianco. Incredulo, il povero Raimondo constatò di persona quanto la sua amata fosse terribilmente ammalata e, ormai in fin di vita, spirò tra le sue braccia. Accecato dal dolore, il cavaliere perse la ragione e si spogliò di tutti i suoi averi, iniziando a errare per la città e per monti e valli alla ricerca vana della sua amata. La leggenda vuole che durante le notti più buie e tempestose, il suo spirito si aggiri nel centro cittadino alla ricerca della sua amata Antonella.