


Leggendolo scopro che il protagonista è proprio il nostro paese e che il libro è una raccolta di antiche leggende dedicate alle sirene nostrane: “l’Italia è il Paese delle Sirene: da nord a sud ci sono racconti d’acqua dolce e salata. Molte sono le storie che narrano la vita delle sirene, come le leggende di biancofiore e Solabella note in tutto il sud Italia. Salendo a nord nel Mar Ligure a Sestri Levante ricorderai l’amore vissuto tra la sirena Segesta e Tigullio. Nel Gargano dove impera lo scoglio Pizzomunno…. “.
Eccolo il libro di questo mese si intitola “Sirene tra luoghi e leggende”, scritto da Sophie Lamour con Prefazione di Marco Pepè ed edito da De Ferrari Editore.
L’ho scelto perché sin da piccola, come l’autrice del libro, ho amato “La sirenetta” di Andersen e soprattutto perché ho la curiosità di scoprire se anche l’Italia è terra di Sirene. Se anche nel nostro paese ci solo leggende legate a queste creature mitologiche.
“noi sirene siamo la memoria dell’acqua e la memoria della terra così in alto, così in basso. Vi sono luoghi che ancora celano il segreto della nostra presenza, nei quali siamo cresciute…Connubio di bellezza suggestiva, natura rigogliosa e storia leggendaria: uno di essi è la costiera amalfitana, è qui che Ulisse incontra le sirene di Omero: Licosa, Ligea e Partenope dalle cui spoglie fu fondata la città di Napoli. La casa delle sirene era lo scoglio di marina piccola dell’isola di Capri che si affaccia di fronte ai faraglioni, e l’arcipelago delle sireneuse conosciute come “Li Galli”. Anche Ichnusa era uno dei luoghi in cui si potevano incontrare le sirene: Orfeo, vicino alle coste sarde, mise in salvo il suo equipaggio di argonauti, con il suono divino della sua lira …. L’isola Ichnusa, attuale Sardegna, è terra delle Domus De Janas, casa delle streghe in cui venivano celebrati i riti legati all’acqua e all’aldilà” …
E come in un atlante geografico da Nord a Sud viene tracciata la mappa della presenza delle sirene in Italia e ogni gruppo ha proprie caratteristiche. Così mentre “Le Sirene del Nord Italia derivano dalla tradizione orale nata dai fiumi e sulle rive
dei laghi e si mescolano con le leggende francesi, … in cui è l’amore la forza che spinge all’azione queste meravigliose creature metà pesce metà donna. Il loro è l’amore più bello che un uomo possa desiderare, ma anch’esso nasconde un lato oscuro e delle insidie…” (Il merletto di Burano); le sirene del centro Italia sono intimamente legate alla “cultura etrusca ancora per molti versi misteriosa, che ha donato all’umanità un simbolo straordinario che è quello della sirena a due code. Un simbolo di eternità legata al femminile, in cui tutti possono credere per trovare la propria strada nel viaggio alla scoperta del proprio “io” e del senso della vita”.
(Egeria); le sirene del sud Italia, infine, sono sirene ancestrali che rappresentano le paure dell’ignoto e nel contempo una sfida per navigatori e lupi di mare (Il dono di Partenope).
Come le sirene del Nord Italia anche tu sei guidato da una passione?
Sei riuscito a scoprire quale è la forza motrice che ti guida? Oppure leggendo le storie delle Sirene del Sud Italia hai identificato la paura o le paure che ti tengono bloccato? Affrontandole quali doni potresti ricevere?
Vi lascio con una riflessione: una delle forze delle Sirene è esattamente lo spirito di gruppo, per ricordarci che insieme si può crescere molto e che la forza che da l’esperienza vissuta insieme e condivisa è un potente motore di coscienza e conoscenza di sé e dell’altro… Ed allora il mio invito è a leggere queste storie con la curiosità di individuare delle mete da scoprire con dei buoni compagni di viaggio ed in puro stile Travel Coachig.
In una notte di luna piena, un pastore dormiva nella pineta insieme alla figlia Elena. Al risveglio,
mancavano tre pecore, finite al di là della palude. L’uomo cominciò ad avanzare in quel lembo infernale e
spuntò una ninfa, che si dissolse lasciando un folletto che disse: “E’ l’incantesimo di un mago cattivo
rifiutato dalla bella ninfa, che ha trasformato la Maremma in un orrido regno e i tuoi animali stanno
muovendo verso la reggia del Sir”. Il folletto scomparve inghiottito dalle acque. Al mattino, come per
incanto, la palude era alle loro spalle e vicino una alta casa rossa. L’uomo entrò raccontò l’accaduto alla
persona che vi trovò. Non finì neppure che il padrone di quella casa ben tenuta disse: Lei non sa chi sono
io? Sono l’acerrimo nemico del mag, sono Leonardop Ximenes e mi dedico alla bonifica di queste terre “.
Rassicurato l’uomo uscì a cercare la piccola Elena. Ma della figlia non c’era traccia. Improvvisamente
sghignazzando nell’aria comparve il mago Sir Disperato, l’uomo con l’aiuto dello Ximenes si mise alla
ricerca della piccina. Nelle tenebre, un esercito di lucciole indicò la piccola e le tre pecorelle che le stavano
intorno per riscaldarla.
Che fine abbiano fatto l’uomo, la bambina e il gregge nessuno lo ha più saputo. Del signor Leonardo
Ximenes sappiamo, invece, che continuò la sua opera per fare della Maremma un giardino.
Storia tratta dal libro: “GROSSETO, terra d’acqua – Edizioni Effigi.”
Di questo libro mi piace il titolo, mi piace la copertina, mi piace la fotografia … Lo scelgo di pancia, con i sensi. Mi piace la vibrazione di queste due parole vicine: terra ed acqua! Bene, ancora una volta mi ascolto,nessuna aspettativa, nessuna performance, solo quello che evocano in me queste due parole: natura, contatto con gli elementi e vita all’aria aperta.
Questa storia fantastica si lega alla Riserva Naturale Diaccia Botrona. È quanto rimane dell’antico Lago Prile, prima che le colossali “colmate” ne cancellassero la fisionomia. All’interno di questa zona umida, è stata istituita un’oasi di protezione della fauna che oggi rappresenta un serbatoio di biodiversità di inestimabile valore.
Settecento ettari di “palude” di eccezionale bellezza a ridosso della pineta. Un ambiente primordiale, con distese di canne ed erbe, canali e acquitrini dove acqua, terra e cielo si fondono. Un paesaggio ineguagliabile che si perde all’orizzonte di un silenzio ovattato. Regno di moltissime specie di uccelli migratori come:
il falco di palude, l’albanella reale, l’airone bianco, il falco pescatore, il nibbio, la garzetta, l’airone rosso, il fenicottero rosa, oltre a numerosi pesci, rettili e mammiferi, che è possibile osservare dagli appositi capanni.
In mezzo allo specchio d’acqua la settecentesca casa Ximenes dal nome del progettista, serviva al controllo
delle acque ed oggi è sede di un Museo Multimediale.
(20 /02 – 20/03)
Fare rafting immersi tra le correnti dei i torrenti emozionali
Citazione: “io ti sento passarmi nella schiena. La vita non è in rima per quello che ne so”.
Soundtrack – Ti sento – Luciano Ligabue
I Pesci sono molto a loro agio nel mondo dell’immaginario. La loro vita è scandita e sintonizzata con il mondo delle emozioni.
Tutto ciò che ha a che fare e che abita nel mondo della fantasia e dell’immaginario li fa sentire bene. Loro hanno spiccate sensazioni e vivono “sentendo”.
Dove si dirige un segno d’acqua, dolce, sensibile e sognatore?
Come l’acqua siete veloci, scorrete. Ma questa fluidità che vi contraddistingue è anche sinonimo di facile influenzabilità.
Scegliere un luogo dove andare in vacanza, per voi dei Pesci, può sembrare un’impresa!
Ed allora vi invito a guardarvi dentro e scegliere una meta in cui stare bene!
Per voi che siete governati dal mistico Nettuno, ho pensato al Il lago D’Orta che potrà essere fonte di ispirazione e serenità allo stesso tempo. Ameno e Orta San Giulio saranno luoghi che sapranno restituirvi l’incanto del silenzio e la gioia delle piccole cose.
Siete pronti a viaggiare come il nostro amico Pesci?
Vi divertirete a gironzolare tra i paesi adagiati lungo il perimetro del Lago e ad ascoltare le voci nei vicoli, ammirare la pienezza della vita di paese, perdersi camminando tra piazzette e botteghe.
Come vi trovereste a viaggiare perdendovi nel romanticismo del lungo lago ed apprezzare lo scorrere lento della vita e l’ispirazione malinconica e inspiegabile che solo il lago sa trasmettere? E magari sognare seduti su una panchina fronte lago, tra le pagine di Gianni Rodari, Italo Calvino e Gabriele Salvatores?
Questo mese voglio parlarvi di un libro che vi accompagnerà a vedere i luoghi da una prospettiva differente, in pieno stile Travel Coaching.
Poco più di 150 pagine, che partono dall’intuizione di Barbadoro “senza la conoscenza delle nostre radici siamo impreparati ad affrontare il futuro che ci attende” . Parole che mi hanno spinto ad andare oltre l’ovvio ed a far emergere quanto c’è sullo sfondo.
Conosciamo le nostre radici?
Siamo sicuri che la storia che ci è stata narrata sulla base delle informazioni fornite dalla cultura in cui siamo nati e cresciuti sia quella vera e che rispecchi il nostro vero sentire e la nostra natura?
In questi ultimi due anni un po’ per scelta e po’ per necessità ho viaggiato solo sul territorio nazionale, scoprendo e visitando luoghi per me inusuali. Quest’ estate sulle tracce di storie e ricordi famigliari ho scelto un territorio piemontese, la Val di Susa. Da questa prima visita è scaturita una forte curiosità per quei luoghi e per la loro storia.
Visitando la valle ho notato la presenza di reperti simili a quelli della tradizione celtica come i menhir, i dolmen e le ruote solari. L’incontro con questi luoghi e con le loro tradizioni mi ha risvegliato la curiosità e a domandarmi: come sono arrivati i megaliti in Piemonte? Quei reperti così simili a quelli presenti in Bretagna da quali popoli sono stati portati? E soprattutto sono stati portati da qualcuno o sono frutto di un antico sapere delle popolazioni autoctone del luogo?
Rispondendo a questa suggestione, mi sono messa alla ricerca di un testo che mi parlasse del legame tra Celti, Druidi ed i territori Piemontesi. Ed è così che questo libro è arrivato.
In questo testo, Giancarlo Barbadoro, archeologo indipendente, negli anni ’70, indaga l’origine dell’Europa e del Piemonte, chiedendosi se la nostra storia sia così come ce la siamo fino ad ora raccontata o se le nostre origini provengano da un popolo misterioso, i Celti, scomparso nel nulla ma che ha lasciato vistosi indizi della presenza: i reperti megalitici.
Seguire la metodologia con cui Barbadoro dipana la sua ricerca è come seguire un filo conduttore che può portare anche il viaggiatore a trovare la chiave di incredibili scoperte che riguardano sé stesso e la sua storia.
Partendo da suggestioni e narrazioni il viaggiatore, stimolato e disposto a partire, grazie all’incontro con i luoghi e i territori, scopre elementi che caratterizzano l’ambiente circostante e che catturano la Sua attenzione.
Nel viaggio in Travel coaching questo passaggio equivale all’accensione dei propri desideri e l’attivazione verso nuove modalità di viaggio.
Diventa così possibile per ognuno di noi partire, così come fa Barbadoro, da un mito, per poi scoprire che il mito nasconde e/o svela qualcosa di reale. Siamo disposti a farsi che i miti ci suggeriscano, nuove mete che una volta raggiunte e vissute nel contattato pieno dei nostri 5 sensi ci facciano scoprire una uova narrazione di noi stessi.
Partendo da una leggenda popolare, Barbadoro, indaga sulla reale esistenza di una fantomatica città del Piemonte, Rama, scomparsa secoli orsono e relegata, secondo l’archeologia tradizionale, a puro frutto della fantasia popolare ( un pò come Atlantite o Avalon ).
Seguendo miti e leggende Barbadoro scopre che le “Mura di Rama” esistono davvero in Val di Susa sul Roccia Melone!
Secondo la leggenda, la città di Rama è legata al mito di Fetonte, una creatura semidivina che in tempi molto antichi precipitò dal cielo. Lo smeraldo che adornava la sua fronte si staccò cadendo sulla terra. Altre creature semidivine lo raccolsero modellandolo in forma di coppa. Questa coppa rappresentava l’allegoria della conoscenza, Il suo smarrimento rappresenta lo smarrimento umano. Questa coppa altro non è che la coppa del Graal (che viene dall’acronimo GRAAL, Gnosi Recepta Ab Antiqua Luce, ovvero “conoscenza ricevuta da una luce antica” ) che, molti secoli più tardi, nella città di Camelot in Armonica, re Artù cercò di ritrovare, aiutato dal druido Merlino e dai dodici cavalieri che riunì in cerchio attorno alla Tavola Rotonda”.
Le leggende, quindi, narrano che Rama fu uno dei luoghi dove venne conservato per un certo periodo il Graal.
Da Travel Book Coach ti invito a fermarti un’attimo ed ascoltare cosa ha attivato in te la lettura di questo mito. Se potessi partire oggi per la Val di Susa, quali emozioni ti accompagnerebbero? Cosa ti piacerebbe scoprire, percepire o semplicemente vivere?
Nel secolo scorso i dati raccolti confermarono l’esistenza di Rama, una città megalitica che si ergeva sulle falde della montagna del Roc Maol, l’antico monte Rocciamelone. Nella Valle di Susa, di questa antica città rimangono ancora molte testimonianze megalitiche, tuttora visibili. Dappertutto esistono dolmen e menhir di ogni dimensione, in valle e sulle pendici del monte Musinè.
A Villar Focchiardo si può osservare una grande pietra coricata su cui sono state raffigurate le tre fasi di luna. Nella stessa zona, a San Didero, esiste il complesso megalitico delle ruote solari. Sulle pendici del Musinè è stata trovata una stele di cospicue dimensioni raffigurante una dea madre.
Sul pianoro denominato Pian Focero, o anche “il piano dei fuochi”, è stato rinvenuto un tempio solare, dove i druidi andavano ad osservare le stelle. Con l’avvento dei Romani il culto antico legato alla ruota d’oro si concentrò nel labirinto del tempio sotterrane, le cui grotte si estendevano su un’area compresa tra la Val di Susa e il fiume Po. Secondo la leggenda, il culto druidico avrebbe quindi continuato a persistere in queste grotte e sarebbe ancora presente ai giorni nostri.
Molto probabilmente dietro questi miti arcaici vi sono anche le ragioni storiche e culturali che hanno contribuito a fare di Torino la città del Graal. Non c’è quindi da stupirsi che le credenze medievali indichino il nascondiglio del Graal proprio nel sottosuolo torinese. Esiste anche la credenza popolare secondo cui nelle statue che adornano la chiesa della Gran Madre di Torino, sul Po, sono celati elementi simboli segreti, la cui decifrazione consentirebbe di individuare il luogo esatto della città dove è nascosto il Graal.
Il libro termina con schede informative che consentono di individuare con facilità le zone di interesse dei megaliti del Piemonte, che non rimane che andare a scoprire.
Come diceva il mio amato padre…
“studia, leggi, ma non dimenticare di andare a vedere con i tuoi occhi se quello che ti hanno raccontato è così come dicevano…”
E se la leggenda del Graal, i simboli della Gran Madre di Torino, e i dolmen vi hanno incuriosito … la Val di Susa è una meta che vi potrà regalare un viaggio alla scoperta delle radici ancestrali che risuonano dentro ogni viaggiatore Dis – orientato.
Ti è piaciuto questo libro?
Di tute le informazioni che hai letto quali ti sono rimaste più impresse?
Quali hanno attivato in te il desiderio di partire?
Prova a metterle nero su bianco sul tuo quaderno di viaggio e, osservandole, rispondi a questa domanda: cosa potrò ricevere della mia storia dal mio viaggio in Val di Susa?
Lo sapevi he LiLaLand ha creato un viaggio di soli 5 giorni in questa valle?
Il nome di questo viaggio è…
Rama: quando il sogno diventa realtà
Un percoso magico e mistico per svelare le risorse e sbloccare il potenziale che ti permetterà di realizzare il tuo sogno.
Continua a seguirci per scoprire prima di tutti quando partirà questo viaggio magico e nel frattempo Il libro di Barbadoro ti potrà sicuramente accompagnare nella tua preparazione.
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Rama antica città celtica – Piemonte megalitico tra storia e leggenda | Travel Book Coach