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Aqaba e il potere terapeutico di acqua e sole ( Antonella Giroldini)
Durante il nostro tour in Giordania, scopriamo che le acque del Mar Morto grazie alla combinazione di clima, raggi UVB, concentrazione di ossigeno e proprieta’ dell’acqua salata hanno proprietà uniche.
La zona interessata è situata nella Valle del Rif, delimitata ad ovest dalle Montagne di Giudea e ad est dalle alture di Moab, a 400 metri sotto il livello del mare, la regione del Mar Morto e’ la più grande depressione naturale della terra. Questa conformazione geografica conferisce all’intera area caratteristiche climatiche uniche e, di conseguenza, straordinarie risorse naturali. Inoltre, la combinazione di rari fattori metereologici ne fa una meta ideale per il turismo all’insegna del relax e del benessere, oltre che per soggiorni a scopo terapeutico: cielo sereno tutto l’anno, aria secca, temperature estive (32-39°) e invernali (20-23°), sono condizioni atmosferiche ottimali, particolarmente indicate per la terapia delle malattie reumatologiche. Inoltre, la depressione della regione fa si’ che i raggi solari siano maggiormente filtrati (deboli UVB), con scarso livello di precipitazioni piovose e un elevato contenuto di ossigeno dovuto all’alta pressione barometrica (caratteristica, questa, altamente benefica per chi soffre di malattie polmonari gravi). Inoltre l’elevata concentrazione di bromo nell’atmosfera produce un generale effetto rilassante, permettendo di ridurre lo stress e, in caso di trattamenti terapeutici, di mitigare sensibilmente i sintomi di malessere; mentre la bassa presenza di allergeni dovuta al clima, all’entroterra desertificato e all’assenza di grosse industrie, aiuta ad amplificare le proprieta’ curative degli altri fattori climatici. Condizioni particolarmente indicate per chi soffre d’asma o di dermatiti atopiche. La risorsa fondamentale di salute e bellezza, comunque, e’ costituita dal Mar Morto stesso: le proprieta’ benefiche delle sue acque minerali, e dei fanghi da esse derivati, sono rinomate fin dai tempi antichi. Alimentato dal fiume Giordano a nord e da sorgenti perenni ad est e ovest, il Mar Morto e’ uno dei laghi a maggior concentrazione salina al mondo: le sue acque sono ricche di cloruro di magnesio, sodio, potassio, calcio e bromo. Tale abbondanza di sostanze minerali e’ la conseguenza di concomitanti processi naturali: la costante evaporazione acquea, l’erosione delle rocce e l’addizione di sali dalle fonti che sgorgano dal terreno.
e’ questo il solo luogo al mondo in cui si riscontri una tale quantita’ di benefici termali esclusivi: una risorsa privilegiata per i trattamenti di balneo-talassoterapia. Lungo tutta la costa del Mar Morto, infatti, le stazioni termali balneari e terapeutiche si susseguono una dopo l’altra, offrendo ai visitatori trattamenti estetici e curativi adatti a qualsiasi esigenza. In particolare sono i fanghi, detti anche peloidi, il principio attivo fondamentale dei differenti trattamenti estetici eseguiti presso i vari stabilimenti termali del Mar Morto e l’ingrediente principale dei cosmetici prodotti in quest’area. Fin dall’antichita’ erano ben note le proprieta’ cosmetiche delle acque salmastre del Mar Morto, e in particolare dei fanghi minerali in esse contenuti. Gia’ Cleopatra, considerata all’epoca la donna più bella del mondo, riconosceva ai fanghi neri provenienti da quest’area poteri miracolosi. Il loro maggior pregio e’ che oltre a essere saturi di minerali, contengono anche composti di solfuri di origine biologica che ne potenziano le proprieta’ benefiche.
L’utilizzo dei fanghi procura una sensazione di benessere generale all’organismo: allevia le tensioni ossee e muscolari e, di conseguenza, sortisce anche un immediato e piacevole effetto psicologico anti-stress.
I fanghi sono depositi alluvionali contenenti residui organici di piante (alghe) e animali, uniti ad una miscela di sali e minerali provenienti dal Mar Morto. La composizione minerale dei fanghi e’ costituita da minutissimi granelli non solubili di silicati e carbonati con un’elevata quantita’ di soluzione minerale. Si tratta di una soluzione simile a quella delle acque salmastre ma contenente anche sostanze bituminose e ormoni prodotti dalle alghe.
L’azione dei fanghi avviene tramite un complesso processo chimico: i minerali in essi contenuti nutrono la pelle restituendole vitalita’, la riscaldano migliorando la circolazione sanguigna e, al tempo stesso, svolgono un’azione astringente sui pori. Per ottimizzare i risultati dei trattamenti estetici, presso tutte le stazioni termali e gli alberghi della zona, e’ anche possibile fare massaggi specifici.
Gli effetti estetici dei prodotti a base di fanghi del Mar Morto sono molteplici e indicati per tutto il corpo: tonificano, purificano, stimolano e idratano l’epidermide. L’effetto stimolante e’ particolarmente indicato per il trattamento degli inestetismi della cellulite, in quanto il fango agisce sulla circolazione sanguigna; mentre l’apporto nutritivo delle miscele fanghi e sali minerali e’ particolarmente apprezzato sulla zona viso come antirughe. I trattamenti a base di fanghi vengono generalmente eseguiti per applicazioni: la parte interessata viene coperta con fango riscaldato per un tempo variabile dai 20 ai 30 minuti. Anche la quantita’ di fango applicata varia a seconda della superficie dell’epidermide interessata. A volte e’ anche possibile che l’uso dei fanghi venga combinato con oli speciali miscelati a soluzioni saline.
Come detto, il fango nero stimola la circolazione sanguigna, mantiene la pelle idratata e allevia i dolori delle articolazioni. Il calore viene lentamente condotto alle articolazioni e agli arti, rilassando i muscoli e il corpo.
Le applicazioni dei fanghi si differenziano naturalmente anche in base alla tipologia dell’epidermide e dei capelli da trattare, ma i prodotti maggiormente utilizzati e quindi apprezzati dalle consumatrici risultano essere i sali da bagno per il corpo e le maschere per il viso.
Esistono varie linee di prodotti professionali a base di fanghi, per la cura del viso e del corpo.
Ogni linea di prodotti e’ studiata per specifiche esigenze: pelli normali, miste, grasse, secche. La linea viso comprende: detergenti, creme nutrienti, idratanti, struccanti per occhi, tonici per la pelle (astringenti e detergenti), trattamenti antiacne, maschere di vario tipo. Per il corpo le formulazioni sono: saponi, sali da bagno e gel doccia, esfolianti, creme idratanti. I cosmetici del Mar Morto sono anche indicati per la salute dei capelli: applicati sul cuoio capelluto rinforzano le radici e favoriscono la ricrescita dei capelli. Per i capelli si producono shampoo, balsami e trattamenti ristrutturanti. I cosmetici migliori vengono attualmente prodotti in una cinquantina di moderni stabilimenti locali, secondo metodologie scientifiche all’avanguardia, ma anche in base alle conoscenze tramandate dalla tradizione.
Oltre ai fanghi e ai minerali derivati dalle acque del Mar Morto, altri ingredienti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche sono gli elementi ricavati dalla vegetazione del deserto.
Alcuni chiarimenti sugli effetti terapeutici che possono essere ricercati in questa area del mondo. Ciascun elemento climatico e ambientale fa di quest’area un luogo ideale per ritrovare il benessere fisico e psichico.
I trattamenti terapeutici praticati presso i vari centri termali che sorgono lungo le sponde del Mar Morto, sono indicati nella cura di differenti patologie: malattie dermatologiche – in particolare psoriasi, dermatiti atopiche e vitiligine – malattie reumatiche, affezioni delle vie respiratorie e altre forme infiammatorie. La percentuale degli psoriasici e’ la più alta: essi si sottopongono a cicli completi di climatoterapia, una pratica che consiste nello sfruttamento combinato di bagni solari, bagni nelle acque del Mar Morto e generale esposizione alle condizioni atmosferiche. Il secondo gruppo in termini di affluenza e’ quello delle persone affette da dermatiti atopiche. Si tratta di malattie croniche della pelle, che si manifestano con lesioni generalmente acute e con forte prurito e rendono il soggetto fortemente sensibile. Il clima in generale e l’applicazione delle sostanze estratte dal Mar Morto sono la cura ideale per questi disturbi. Notevole anche l’affluenza di persone affette da vitiligine. I malati si sottopongono a programmi completi che privilegiano le sedute di elioterapia. L’elioterapia ( una lunga doccia solare giornaliera) utilizza i benefici effetti biologici delle radiazioni solari. Altra categoria di malati che possono trovare notevoli benefici dal soggiorno sul Mar Morto sono quelli affetti da malattie reumatiche. Esistono circa 100 tipi di malattie artritiche, che si distinguono in due grandi gruppi: da un lato quelle degenerative (es. osteoartrite) e dall’altro quelle infiammatorie (es. artrite reumatoide). Entrambe le casistiche possono trarre giovamento dalla combinazione di balneoterapia, talassoterapia e peloterapia. La talassoterapia e’ una cura che sfrutta le benefiche proprieta’ minerali delle acque del mare. La balneoterapia utilizza le acque derivanti da trivellazioni e sorgenti minerali, generalmente raccolte in apposite piscine. La peloterapia, infine, prevede il trattamento delle parti malate con applicazioni di fanghi.
In Giordania:
Aqaba e’ senza dubbio la localita’ temale più rinomata della zona con i suoi innumerevoli stabilimementi e centri di talassoterapia. Sicuramente importanti per i molti centri benessere che offrono trattamenti con i famosi fanghi anche la capitale, Ammam e la citta’ di Az Zarga.
PETRA (Antonella Giroldini)
Unica al mondo per la sua bellezza e per le vestigia di varie epoche. Patrimonio dell’Unesco dal 1985 e riconosciuta nel 2007 come una delle nuove sette meraviglie del mondo, Petra, detta la città rosa, per le fantastiche sfumature della roccia, è uno dei siti più noti del vicino oriente e sicuramente la meta più ambita di ogni viaggio in Giordania. Qui si combinano l’opera magistrale dell’uomo con quella potente e imperiosa della natura, che se da una parte ha regalato a questo luogo l’aspetto incredibile e mutevole dei giochi policromi, dall’altro scatena gli agenti atmosferici in un lento e inesorabile lavorio di distruzione, che i ricercatori di oggi stanno cercando di rendere meno dannoso possibile.
Camminare lungo i percorsi seguiti dai mercanti carovanieri , percorrere la stretta gola che ha protetto per secoli la città di Petra equivale a seguire un viaggio a ritroso nel tempo, per lasciarsi poi sorprendere dall’incanto improvviso di al – Khazmah, il monumento più importante della città, che apre la strada a centinaia di tombe, templi, abitazioni, acquedotti, cisterne, luoghi di culto , un teatro e una via colonnata.
Si accede al sito archeologico attraverso un piccolo uadi dal paesaggio suggestivo, dove sostano in attesa cavalli e calessi. Continuando a scendere lungo lo uadi si raggiunge la porta Siq, detta Bab as – Siq, che immette nella stretta gola d’accesso al sito. Dopo circa mezz’ora di cammino quasi all’improvviso la gola si apre sulla facciata rosa di al – Khaznah.
Al – Khaznah , conosciuto come il “tesoro del faraone” , deve il suo nome a un’antica tradizione secondo la quale , nella parte della tholos centrale , un faraone avrebbe nascosto l’oro. Questa è anche la ragione si notano numerosi colpi di fucile sparati .
A ragione è considerato il monumento più suggestivo della città. Ciò si deve alla sua spettacolare posizione, ma anche alle straordinarie sfumature rosa dell’arenaria che, all’alba e al tramonto, si accendono di tonalità che provocano sensazioni indescrivibili. Colpisce anche per l’armonia degli elementi della facciata, in stile ellenistico. Si compone di 3 ordini corinzi sovrapposti, decorati con colonne, rilievi e statue.
Al – Khubthan : i monumenti di questa collina sono tra i più famosi di Petra e sarebbero stati scolpiti per volere di una famiglia reale nabatea. Gli scavi hanno rivelato in questa zona l’esistenza di una necropoli con tombe a fossa ( I secolo a. C.) su cui poi sono state realizzate, in epoca, successiva, alcune abitazioni. Le tombe reali , che si aggiungono dopo circa 5 minuti di salita, costituiscono un meraviglioso insieme di edifici dalla facciata scolpita, costruiti nel I – II secolo. Visti dal basso, in particolare dalla via colonnata, risultano spettacolari, soprattutto alla luce del pomeriggio. La scalinata dalla parte bassa raggiunge la tomba di Urna; le altre si trovano alla sinistra.
Il gebel ad – Dayr: da non perdere, nonostante la fatica del percorso. Per raggiungere il monastero, infatti, si sale tra gole impressionanti e burroni vertiginosi, con improvvisi squarci panoramici sulla città bassa.
L’ascesa dura circa 45 minuti ed è meglio affrontarla nel pomeriggio, quando il sole si abbassa e illumina la facciata del Dayr. Al culmine della salita si raggiunge Ad – Dayr, la grandiosa e imperiosa facciata del triclinium , la struttura ricorda quella di al – Khaznah, misura circa 50m di larghezza e 40 di altezza. Un’iscrizione lascia intendere che il monumento fosse consacrato a Obodas, alcuni archeologi lo riferiscono al regno di Rabel II. Da notare sulla facciata delle decorazioni , le colonne con capitelli nabatei e la semplicità del fregio con metope e triglifi. L’interno è costituito da una grande sala di 12 m di lato e 10 di h, sul cui fondo si trova una nicchia. Sul grande spiazzo antistante si svolgevano probabilmente importanti e imponenti funzioni religiose.
GIORDANIA – MONTE NEBO (Antonella Giroldini)
Si trova all’estremità occidentale del sistema montuoso di Siyaghah. Le due cime più importanti di questa regione estremamente rilevante dal punto di vista storico e biblico sono la collina di Al – Mukhayyat e il bel Siyaghah, spettacolare balcone naturale sulla valle del Giordano, sulla Palestina e sul Mar Morto. Qui Mosè sostò in contemplazione sulla Terra Promessa , e qui i Francescani della Custodia della Terrasanta hanno costruito il memoriale dedicato al patriarca, sulle rovine di un monastero sul sito presunto della tomba di Mosè. Secondo il racconto biblico, Jahvè ordinò a Mosè di salire sul monte Nebo per ammirare il paese di Canaan prima di morire.
Santuario di Nebo. Si trova sulla cima del gebel Siyaghah e venne costruito dai Francescani della Custodia di Terrasanta sul luogo in cui sorgeva un monastero di epoca bizantina le cui origini risalgono al IV secolo, costruito su un preesistente edificio monumentale.
Splendido è il mosaico pavimentale scoperto nel 1976, venne preservato grazie che il pavimento del diaconicon , dove si trovava, fu sopraelevato di circa un metro, per essere portato allo stesso livello di quello della basilica . Per fare ciò fu necessario coprire il mosaico, che quindi venne preservato dalla distruzione. Questo intervento richiese anche la costruzione di un nuovo battistero in sostituzione delle fonti battesimali originarie, che fu posto lungo il lato sud della chiesa.
Il punto più interessante della chiesa e sicuramente il pavimento musivo della sala nord, eseguito nel 531 e in ottimo stato di conservazione .
I castelli degli Omayyadi (Antonella Giroldini)
Questo itinerario inizia e finisce ad Amman . Il percorso è circolare e origina verso nord, per poi piegare verso est, lungo le vie che videro le gesta dei califfi omayyadi. Nelle steppe cosparse di lava basaltica presso il confine con la Siria, sorgono le rovine della “madre dei cammelli” , fondata dai nabatei nel 1 secolo a. C. Disseminate su una vasta superficie , le tracce della città, anche se non in perfetto di conservazione, ne testimoniano non solo la grandezza commerciale, ma anche il grande fervore cristiano che la pervase in epoca bizantina, quando si arricchì di numerose chiese e monasteri . Dal nero del basalto si passa al color ocra della sabbia dell’Est. Qui si insediarono i membri della dinastia che portò l’islam fuori dai confini della Mecca e di Medina. Queste costruzioni rappresentano un’originale testimonianza dell’antica architettura islamica e delle influenze che ereditò dalle tradizioni greco – romane – bizantine del Mediterraneo orientale. I castelli del deserto, pur nella loro diversa struttura , erano in realtà delle palazzine di caccia, luogo di riposo e di ristoro, oasi di tranquillità lontano dalle incombenze della capitale del califfato .
Vennero costruiti tutti attorno alla prima metà dell’ VIII secolo, con la sola eccezione di Qasr al – Hallabat e Al- Azraq, di epoca romana. Il secondo in pietra basaltica, fu tappa del viaggio di Lawrence d’Arabia durante la grande rivolta araba.
Nei dintorni della cittadina, la brulla natura della steppa desertica si concede una pausa, cede per un tratto alla spinta della grande falda acquifera sotterranea che esce all’improvviso e formano un’ oasi. La palude percorsa da fiumi , bordata di canneti e abitata da centinaia di uccelli migratori è diventata un parco nazionale, la Riserva naturale di al – Azraq, che merita una sosta per la sua singolarità.
AL – AZRAQ: la cittadina è conosciuta per la fortezza di origine romana, sorta ai margini dell’oasi dove si sviluppò il villaggio di Azraq ad – Duruz, che deve il suo nome ai drusi insediatisi qui nel 191, quando lasciarono la regione siriana di Jabal al – Arab a seguito di un’insurrezione contro gli ottomani. Ma il nome fa anche riferimento all’acqua di cui è ricca la regione: azraq, infatti in arabo significa azzurro.
Parte della grande oasi di Al – Azraq è stata trasformata in una riserva naturale; a protezione dello straordinario patrimonio faunistico è stata istituita anche la Riserva naturale di Shawmari
Qasr al – Azraq : Da un iscrizione si è potuto stabilire che la fortezza venne dedicata agli imperatori romani Diocleziano e Massimiano e che perciò venne costruita nel periodo che va dal 286 al 305, con il nome di Dasianiss.
La sua importanza per i romani era soprattutto strategica , in quanto si trovava lungo una delle possibili vie d’accesso alla Siri. Ma altrettanto importanti erano le riserve idriche di Al – Azraq.
QUSAYR AMRAH: sulla nuova strada del deserto che da Azraq ritorna verso Amman si trova la singolare costruzione di QUSAYR AMRAH. edificio con coperture a volta che costituisce un eccezionale e raro documento di epoca islamica, perché i suoi interni sono ricoperti da straordinari affreschi nei quali sono state identificate oltre 250 figure umane e di animali per una superficie totale dipinta di 350 metri quadri. Il complesso comprendeva in origine varie costruzioni ed era circondato da giardini, irrigati mediante una noria. Oggi ne restano da visitare la sala delle udienze a tre navate e l’hammam. E’ stato dichiarato sito UNESCO.
Sala delle udienze è un edificio dalle forme semplici e armoniose che misura 10 m di lato, con tre archi a sesto leggermente acuto che formano altrettante navate. Linterno è decorato con affreschi eccezionali, restaurati alla fine degli anni Settanta del Novecento.
L’hammam si compone di tre piccoli ambienti: il tepidarium, sormontato da una volta a botte a tutto sesto; un secondo ambiente, ricoperto da una volta a a crociera e adibito sia a caldarium sia a tepidarium. molto interessanti gli affreschi dipinti sulla cupola della terza sala , dove si raffigura una mappa celeste con costellazioni dello zodiaco e i personaggi della mitologia greco – romana.
QASR al – KHARANAH : nella stessa strada sorge, isolata, questa maestosa fortezza caravanserraglio . E’ costruita in pietra rossa su pianta quadrangolare, con una torre rotonda ed ad ogni angolo e una torre semicircolare al centro di ogni lato.
Superato l’ingresso, ci si immette in un corridoio che si apre in un cortile, attorno al quale si trovano le stalle per i cavalli e i magazzini dei mercanti delle carovane che percorrevano la strada tra Siria e Arabia.
A sinistra dell’ingresso del cortile c’è una rampa di scale che conduce al primo piano. Qui si trovano le 61 stanze a uso abitativo e delle sale, decorate in maniera molto curata. Continuando a salire si raggiunge la sommità del castello, da cui si gode di un’ampia vista sul deserto circostante.
Alcuni studiosi sostengono che venisse usato come luogo di riunioni politiche.
Deserto Giordano WADI RUM (Antonella Giroldini)
Un cartello sull’autostrada del Deserto indica la deviazione per Wadi Rum, una delle zone più belle della Giordania. Percorso fin dai tempi remoti e da carovanieri ( come testimoniano le iscrizioni tamudiche e babatee, le più antiche delle quali risalgono al IV secolo a. C.), attraversato da sorgenti d’acqua sotterranee che alimentano piante endemiche e arbusti selvatici. Il Wadi Rum dal 1998 è stato dichiarato area protetta della Royal Society for the Conservation of Nature e posto sotto amministrazione speciale dall’ ASEZA. Vi si accede da Centro visitatori posto nelle vicinanze del massiccio conosciuto come i Setti pilastri della saggezza, dal titolo del libro di Lawrence d’Arabia.
Storicamente l’area era nota come Iram, nome che in aramaico significa “alto”, probabilmente in riferimento alle cime dei massicci o alla altitudine sul livello del mare. Wadi Rum è infatti un altopiano di circa 450 km, ricco di sorgenti d’acqua, costituito da sabbia e da singolari formazioni rocciose che danno vita a scenari surreali fatti di possenti torri, di pinnacoli e guglie di arenaria che dominano i letti di antichi fiumi completamente prosciugati e che gli hanno valso i nome di “valle della luna”.
Il paesaggio è caratterizzato da svariate tonalità cromatiche delle distese di sabbia, punteggiate dagli arbusti tipici del deserto, come l’acacia spinosa e hamada salicornica.
Vi vivono ancora tribù nomadi beduine che conservano i valori di ospitalità . Agli ospiti di passaggio che hanno occasione di fermarsi presso la tenda verrà offerto tè preparato con le erbe del deserto, o caffè profumato al cardamomo. Le tende sono di colore scuro , realizzate con lana di capra che reagisce alle variazioni climatiche : con la pioggia le maglie si restringono diventando una barriera impermeabile, una volta asciutte si distendono, lasciando circolare l’aria. La tenda durante il giorno è aperta e lascia vedere i due spazi di cui si compone. A sinistra la zona riservata agli ospiti, a destra quella riservata alla famiglia. Generalmente questa parte non è accessibile agli ospiti. Alla sera la tenda viene chiusa srotolando la parte di lana legata sul tetto.
Le incisioni rupestri già scoperte, migliaia, solo una parte di quelle lasciate da cacciatori e nomadi che nei secoli hanno percorso questo territorio .
I graffiti più antichi raffigurano scene di caccia con l’arco, o segnalano la presenza di sorgenti d’acqua o indicano la direzione migliore da seguire. Le iscrizioni più antiche risalgono al IV millennio a.C., quando Wadi Rum era ricco di vegetazione e di animali. Al Neolitico risalgono probabilmente le rappresentazioni di bovini e soggetti astratti, dipinti in ocra, rinvenuti nell’area di Rakahbt al – Wadak . Al 2000 a. C. e a periodi successivi vengono attribuiti le incisioni con soggetti di caccia con l’arco e figure di animali. Dal VII secolo a. C. si diffondono le raffigurazioni spesso associate a iscrizioni rupestri: la scrittura più diffusa in questo periodo è il tumudico , mentre a partire dal IV secolo a. C compare la scritta nabatea, in uso fino al II secolo risalgono, invece, le iscrizioni in cufico e seguite da quelle in arabo. Particolarmente belle le rappresentazioni di dromedari e di simboli tribali, oltre a quelle che riproducono piante di piedi e dell’eccezionale figura di una donna nell’atto di partorire.
La cucina giordana (Antonella Giroldini)
La cucina Giordana è gustosa e speziata in un modo gradevole e con piacevole attenzione anche alla presentazione dei piatti.
Se le portate principali a lungo andare potrebbero risultare poco varie ( la carne è sempre di pollo o montone), la punta di diamante sono gli antipasti che comprendono hummus, crema di melanzane, polpette di carne d’agnello e semola di grano e yogurth liquido e formaggio cremoso oltre che insalate.
il secondo è composto di pollo o montone. Lo shawarma a base di pollo o di agnello ( panini farciti con pezzi di carne tagliati da uno spiedo, simile al kebab) è molto diffuso e rappresenta uno dei tipici spuntini da acquistare per strada.
Il pane e chiaro e fatto di piccole forme rotonde ( aysh) e viene usato per accompagnare tutte le pietanze, oppure, aperto, viene riempito con un ripieno di carne o insalata o verdura. Così come gran parte della verdura, anche la frutta è di produzione locale.
I dolci sono spesso farciti con il miele e abbondano in cocco, sesamo, spezie, mandorle, noci, pinoli e naturalmente pistacchi.
In Giordania, come in altri Paesi Arabi, le bevande più diffuse sono il tè (shay), spesso aromatizzato con l’aggiunta di menta, salvia o cannella, e il caffè ( qahwah) . Si tratta di un caffè ” turco”, molto denso, dolce e aromatizzato con il cardamomo ridotto in polvere: la bevanda non viene filtrata, bisogna attendere qualche istante prima di berlo per lasciare tempo ai fondi di depositari.
Mar Morto -Giordania (Antonella Giroldini)
Situato al fondo delle Grande Depressione il Mar Morto venne citato sia nella Bibbia ( sulle sue sponde sorgevano le cinque città di Sodoma, Gomorra, Adham, Zeboim e Zoa) sia dal Coran, descritto da Greci e Arabi, chiamato “Mare di Lot” o “d’asfalto”, “Sedom”, “Dragone”, “Araba”. A chiamarlo per la prima volta Mar Morto furono i crociati. Tale proliferazione dei nomi è la prova del fascino e dell’interesse per questo grande lago salato ha sempre esercitato sulle popolazioni, sebbene l’aspetto, le dimensioni e la consistenza dello specchio d’acqua biblico fossero decisamente diverso da quello odierno. L’apporto idrico è stato drasticamente ridotto dagli interventi realizzati sul corso del fiume Giordano, suo principale immissario.
La forte evaporazione e la combinazione di fattori geologici, hanno reso le acque del Mar Morto nove volte più salate rispetto alla normale acqua marina, rendendole così inadatte a ogni tipo di vita animale o vegetale. Esse hanno, però, notevoli qualità terapeutiche per varie specie di malattie della pelle, e oltre a essere curative, sono toccanti e depurative.
Lungo la costa giordana del Mar Morto come avviene anche lungo la sponda israeliana, una serie di strutture di alto livello , offre la possibilità di fare bagni nel mare e di sfruttare le proprietà terapeutiche dei sali e dei fanghi dello specchio d’acqua . L’acqua del Mar Morto contiene ben 21 minerali, con elevate concentrazioni di magnesio, sodio, potassio e bromo . Queste sostanze conosciute come rimedi per la malattie della pelle ed elisir di bellezza fin dall’epoca biblica, sono utilizzate per trattamenti mirati . A poca distanza dalle sponde del Mar Morto si trovano le sorgenti termali di Hammamat Ma’ in, 264 metri al di sotto del livello del mare, al centro di un oasi. Le sue cascate ipertermali alimentano numerose sorgenti cale e fredde della valle e qui è tato costruito un complesso specializzato in applicazione di fanghi, massaggi in acqua, maschere di fango e trattamenti elettroterapici e cosmetici.
..in Giordania (Antonella Giroldini)