LE CANARIE ….ISOLE VULCANICHE (Antonella Giroldini)

Le sette isole e i sei isolotti che formano l’arcipelago delle Canarie non sono altro che le punte di una vasta catena montuosa vulcanica che si estende sul fondo dell’Oceano Atlantico. Molto giovani dal punto i vista geologico, le isole emersero 30 milioni di anni fa, quando enormi lastre della crosta terrestre ( placche tettoniche) entrarono in collisione e corrugarono la superficie del pianeta dando origine a gigantesche sia in terra, come nel caso della catena dell’Atlante in Marocco, sia sul fondo dell’Oceano, come nel caso di Capo Verde, delle Azzorre e delle Canarie. Queste isole atlantiche sono collettivamente indicate come Macronesia, e dopo la nascita vennero ulteriormente plasmate da una serie di eruzioni vulcaniche .

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Sul fondo dell’Oceano Atlantico si registra ancora una forte attività vulcanica, e vi sono numerose montagne sommerse. Di tanto in tanto emergono nuove isole vulcaniche, ma in genere si tratta di fragili cumuli di cenere non compatta che vengono velocemente spazzate via.

L’isola dell’arcipelago più adatta per farsi un’ idea di sommovimenti interni alla crosta terrestre è Lanzarote, le cui Montanas del Fuego ribollono tuttora. I vulcani di Fuerteventura, Gran Canaria, La Gomera e El Hierro, invece, non si risvegliano da secoli; a Tenerife l’ultima eruzione vulcanica si ebbe nel 1909; è stata La Palma a ospitare lo spettacolo pirotecnico più recente nel 1971.

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Le isole non hanno dimensioni molto grandi, ma racchiudono paesaggi di ogni genere, delle lunghe spiagge sabbiose di Fuerteventura alle dune di Gran Canaria, delle maestose scogliere atlantiche di Tenerife ai boschi di La Gomera, avvolti dalla nebbia. Le isole più orientali sono caratterizzate da un paesaggio desertico quasi sahariano, mentre La Palma e La Gomera comprendono zone ricche di vegetazione. La montagna più alta di tutta la Spagna è il pico del Teide.

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Nessuna delle isole è attraversata da fiumi e la mancanza di acqua rimane un grande problema. Al posto dei fiumi, reti di barrancos si fanno strada dall’entroterra montuoso della maggior parte delle isole fino alla costa. In alcuni di essi scorre acqua, ma altri restano asciutti quasi tutto l’anno.

Lanzarote e Fuerteventura, le due isole più orientali, distano solo 115 Km dall’Africa continentale, Lanzarote deve il suo aspetto attuale a una serie di violente eruzioni verificatesi nel 1730. L’eruzione creò un suolo fertile là dove prima non cresceva nulla.

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Gran Canaria è sostanzialmente una piramide vulcanica a base circolare. La metà settentrionale è incredibilmente verde e fertile, mentre la zona che si estende a sud del Pozo de las Nieves è più arida e ricorda le isole situate a est di Gran Canaria.

La sorella maggiore di Gran Canaria, quanto meno in termini di grandezza, è Tenerife, altro ” mini continente”. L’isola è occupata per quasi due terzi dalle aspre pendici del Teide. Nella lingua di terra nord – occidentale si sviluppa un’altra catena montuosa, quella degli Anaga. Le uniche vere pianure si trovano nei dintorni di La Laguna e lungo alcuni tratti di costa. Le straordinarie scogliere della costa settentrionale vengono di tanto in tanto sferzate dalle burrasche atlantiche.

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Le altre isole occidentali hanno molto in comune. Caratterizzate da precipitazioni più abbondanti e sorgenti più numerose, sono verdi e orlate da una costa rocciosa . La parte centrale della meseta di La Gomera è ricoperta da una foresta di allori dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità e situata nel Parque National de Garajonay. El Hierro , la più piccola delle Canarie, una riserva della bioesfera UNESCO è un isola montuosa .

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Non occorre passare molto tempo nelle Canarie per notare la sorprendente varietà di rocce vulcaniche delle isole.

Tenerife…. terra di nascita di Manolo Blahnik…(Antonella Giroldini)

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Il più famoso designer di calzature del mondo, Manolo Blahnik, è nato nel 1942 a Santa Cruz de Tenerife. Figlio di un padre ceco e madre spagnola, ha trascorso l’infanzia in una piantagione di banane: un inizio singolare pe uno stilista divenuto celebre a livello internazionale. Blahnik è sempre stato affascinato dai piedi e dalle scarpe , e quelle calzature che da bambino creava per scimmie e iguane con minuscoli pezzi di alluminio, erano solo una anticipazione puerile di quelle che con piume, strass , fiocchi e naturalmente tacchi vertiginosi avrebbe creato ” da grande”.

Lasciò la piantagione presso cui viveva per studiare a Ginevra, ma ben presto si trasferì a Parigi per poi stabilirsi a Londra, dove lavorò come fotografo di moda e strinse amicizia con numerosi esponenti del jet set locale. Negli anni ’70 Blahnik sognava di realizzare scenografie teatrali, ma quando la direttrice di Vogue America vide i suoi bozzettidi scarpe e lo convinse a lanciarsi in questo settore.

Il resto è storia, e oggi le “Manolo’s, il cui prezzo oscilla tra € 500 e € 2000, sono diventate uno status symbol e fanno mostra di sé ai piedi delle donne più trendy del mondo. Sarah Jessica , fan sfegatata dello stilista, ha affermato che Manolo’s hanno una durata superiore a quella della maggior parte dei matrimoni; Madonna le ha definite meglio del sesso e Linda Evangelista e China Chow hanno addirittura dato il nome a due modelli. Anche se di tanto il designer torna a Tenerife per fare visita alla madre, che vive ancora nella tenuta di famiglia, vi sarà difficile trovare sull’isola le sue creazioni: gli unici due negozi monomarca Manolo Blahnik hanno sede a Londra e New York.