IL RIF (Antonella Giroldini)

E’ di straordinario interesse ambientale a giustificare questo itinerario da Tetouan a Oujda: 533 km complessivi cui vanno aggiunti altri 45 km di deviazioni dalla strada principale per raggiungere Chefchaouen.

Il termine Rif , che designa le montagne dallo stretto di Gibilterra alla foce del uadi Moulouya, fa in realtà riferimento a due entità distinte: i rilievi fra Tangeri e  Chefchaouen e il Rif propriamente detto. Quest’ultima sezione, che nel suo più accidentato raggiunge cime di notevole altezza, costituisce un autentica barriera montuosa che segna peculiarmente il carattere della regione.

La macchia sopra i villaggi è sfruttata per pastorizia , con la tendenza al nomadismo che si accentua nelle zone occidentali più umide ma perde la sua ragion d’essere salendo in altezza compaiono le cedraie. Gli insediamenti tradizionali sono costituiti da abitazioni con tetti spioventi rivestiti di tegole, separate l’una dall’altra da piccoli frutteti. Le case sono costruite di mattoni di argilla e intonacate di calce, o, non di rado protette da uno strato di terra perfettamente fuso con il colore del paesaggio estivo. In alta montagna le case presentano talora un piano di legno che ricorda quello di certe costruzioni dell’Europa del Nord.

 

Moschea Hassan II – Casablanca (Antonella Giroldini)

Eretta su progetto dell’architetto francese Michel Pinseau e inaugurata nel 1993, è il terzo edificio di preghiera più grande del mondo, capace di ospitare fino a 20.000 fedeli. Il minareto , a pianta quadrata , tocca i 172 m di altezza  e assolve anche la funzione di faro; dalla cima, un fascio di luce laser è puntato verso la Mecca. Il complesso architettonico , che occupa 90.000 mq, comprende una medersa fornita di biblioteca e sale per conferenze; i sotterranei sono provvisti di sale per abluzioni e garage.

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ESSOOUIRA (Antonella Giroldini)

Circa 70.000 abitanti, distesa su una penisoletta bassa e stretta, è una delle più affascinanti città della costa atlantica. Vi si conserva l’antica divisione in differenti nuclei urbani cinti da bastioni e colpisce la griglia europee della medina, frutto della pianificazione di fine 700. Gli alisei, amici dei surfisti, la costante mitezza di clima e le belle spiagge di sabbia ne fanno un piacevolissimo luogo di vacanze marine.

La storia del sito è di antica, legata ai fenici  e alla porpora. Molti secoli dopo furono i portoghesi a stabilire un avamposto commerciale e militare. La fondazione della città moderna risale però al 1760, quando il sultano alaouita Sidi Mohammed ben Abdallah decise di creare un porto che contrastasse Agadir. Del progetto fu incaricato un ingegnere francese, cornut, circostanza da cui derivano l’attuale, inconfondibile impronta europea della medina e forse anche il nuovo nome, Essaouira, ” la città disegnata”. Il porto, non grande, garantiva però assoluta sicurezza alla flotta. Essaouira fini così col diventare un grande mercato frequentato dai commercianti europei e le carovane del Sahara.

Oggi, scoperta la vocazione turistica, le attività portuali sono ridotte esclusivamente alla pesca. Rimane vivo l’artigianato del legno e dell’argento.

Il porto è il luogo più amato della città, ingombro di imbarcazioni variopinte e affollate dai pescatori.

IL COLORE DELLA PELLE -FES (Antonella Giroldini)

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Le concerie di Fes sono antiche quanto le città . In età merinide sembra fossero circa un centinaio e ancora adesso questo universo rutilante di colori, odori, uomini, fatica vive in stretta continuità con la tradizione: il lavoro si tramanda di padre in figlio, la proprietà delle concerie è ereditaria.

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La conceria si articola intorno a un’area a cielo aperto , solitamente in lieve pendio per favorire il deflusso delle acque . Vi sono collocati i ” sahrij”, grandi vasche d’acqua per il rinvenimento delle pelli in precedenza salate e esposte al sole, immerse in pacchi legati e assicurati ai bordi con corde; i ” merkel”, bacini di acqua limpida per il risciacquo; i ” qasriyya” le fosse, generalmente raggruppate vicino in canali di scolo, per i bagni, il lavaggio e la tintura delle pelli. tutt’intorno stanno gli ” hzana” , i laboratorie depositi disposti di solito su due piani, illuminati dal vano della porta e a volte da finestre; al di sopra , si stende un’ampia terrazza su cui le pelli vengono messe a essiccare dopo la tintura.

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Prima di passare nei ” merkel”, le pelli vengono sbattute e tirate per distenderle, private dei peli, quindi sottoposte per eliminare i peli residui. Nei ” merkel” vengono lavate, sbattute di continuo per circa tre ore da uomini calati nelle fosse quasi nudi. Nella ” qasriyya” stanno a bagno per vari giorni in urine o escrementi di animali che danno loro consistenza; seguono un bagno nella crusca , uno nel tannino e un accurato lavaggio in acqua pura. Infine le pelli vengono raschiate dal lato della carne, sgocciolate e rigorosamente strizzate, prima dell’essicazione. E’ in questa ultima fase che vengono colorate con colori naturali.

FES (Antonella Giroldini)

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Terza città del Marocco per popolazione, conserva la sua secolare importanza politica e soprattutto una preminente influenza sulla cultura e sulle arti marocchine, anche per il tramite dell’antica università: prima capitale islamica del paese, continua a essere per molti versi la capitale spirituale e religiosa

Place des Alaouites è una vasta spianata sulla quale si l’accesso principale al Palazzo Reale. Bei giardini, delimitati da alte mura, la fiancheggiano sul lato occidentale.

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Il Palazzo Reale spicca nella grande piazza con le sue grandi porte dorate realizzate fra il 1969 e il 1971. Include svariati mechouar, un complesso di edifici di epoca diversa tra cui una medersa merinide, vasti giardini.

La Grande Rue des Merinides è il quartiere ebraico sorto dopo la fondazione di Fes. Bab Smarine , imponente porta a volte multiple ricostruita nel 1924, rappresenta il vero accesso al quartiere di Fes. Al di sotto, all’interno  di antichi silos merinidi, si tiene un mercato.

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Place Pecha el – Baghdadi, cinta da alte mura, costituisce la cerniera tra Fes el – Jedid e Fes el- Bali. La kasba en – Nouar, dei fiori, o kasbadei Filala , a nord – est della piazza, di fondazione almohade, trae nome dalle genti del Tafilalt sostenitrici del primo sovrano alouita, Moulay er Rachid. A pianta pressoché triangolare, è difesa da torri di guardia angolari e da bastioni tardo settecenteschi. Nelle mura che la circondano si apre la monumentale Bab ech- Chorfa, davanti quale si tiene un quotidiano mercato delle pulci.

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Fes el- Bali . l’itinerario si dipana nell’intreccio dei vicoli della medina, la cui intatta struttura  – in gran parte risalente al XII secolo- rispecchia la complessità di una città mussulmana nell’età d’oro dell’islam. Il variegato e brulicante universo di mestieri si anima sempre più avvicinandosi alla moschea Karouin, principale luogo santo e fulcro della cittadina. Per il giro ci vuole circa mezza giornata .

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CHEFCHAOUEN (Antonella Giroldini)

 

 

Situata a 600 km di altitudine ai piedi dei gebel Tisuga e Meggou, è una cittadina di bella atmosfera con i sapori andalusi e un passato di isolamento che ancora si respira, nonostante il crescente flusso turistico dell’Europa: prima del 1920, quando vi misero piede le truppe spagnole, solo tre infedeli l’avevano visitat. L’insediamento – per gioco di volumi, disposizione su più piani delle case dai muri bianchissimi coi tetti coperti di tegole brune – è uno dei più caratteristici della regione

 

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