Il Duomo di Ascoli Piceno (Antonella Giroldini)

Domina il centro storico di Ascoli Piceno incorniciando Piazza Arringo: è la Cattedrale, intitolata al primo vescovo di Ascoli Piceno, S. Emidio, patrono della città e protettore dal terremoto. La sua fondazione risale probabilmente al V sec. utilizzando i resti di una precedente Basilica romana (Tribunale). E’ nell’XI sec. che alla pianta a croce latina della chiesa paleocristiana vengono aggiunte le due torri sui lati della facciata. Nel quattrocento il Duomo viene ampliato fino ad assumere l’odierno aspetto: le torri romaniche vengono inglobate nella nuova facciata (1529-39), disegnata da Cola dell’Amatrice e sono ancora visibili da Piazza Arringo.

L’interno è diviso in tre navate da pilastri ottagonali e volte a crociera; gli affreschi di Cesare Mariani, eseguiti tra il 1884 ed il 1894, raccontano, nel tamburo della cupola, il martirio di Sant’Emidio. Il ciborio ligneo (1895) che si eleva sotto la cupola  – opera dell’architetto Giuseppe Sacconi, nato nella vicina Montalto Marche, conosciuto soprattutto per aver progettato il “Vittoriano” a Roma – è arricchito da statue dei quattro evangelisti eseguite da Giorgio Paci.

L’altare maggiore del XIII sec. risulta dal reimpiego di splendide lastre di marmo intarsiato che in origine formavano il parapetto (pluteo) dell’accesso alla cripta. Alle sue spalle è collocato il coro gotico intagliato in legno di noce (1448), opera di Mastro Giovanni di Matteo da Maltignano e di suo figlio Paolino d’Ascoli. Nel 1546 vennero aggiunte altre parti provenienti dalla chiesa di S. Pietro Martire. Tra i personaggi che dividono il coro in due emicicli è ben riconoscibile una delle immagini più antiche di Sant’Emidio.

Ai lati dell’altare maggiore si aprono due cappelle. A sinistra, la Cappella della Madonna delle Grazie, interamente rivestita di mosaico su disegno del parmense Carlo Mattioli, eseguito dalla Bottega del mosaico di Ravenna nel 1961 su commissione del vescovo Marcello Morgante. Rappresenta papa Giovanni XXIII e la proclamazione della Madonna delle Grazie a patrona della città di Ascoli. Vi si conserva una tavola dipinta da Pietro Alamanno ( XV sec) raffigurante la Santa a cui la cappella è dedicata. A destra si eleva la Cappella del Crocifisso che prende il nome dall’opera lignea del XV sec di scuola marchigiana, in precedenza in San Vittore.

A pochi passi si apre la Sagrestia. Costruita tra il 1415 ed il 1425, ha l’aspetto di una grande sala sormontata da un soffitto a crociera. Spicca, per bellezza e forma, l’armadio in noce composto da 14 sportelli e dai sovrastanti 12 specchi, opera di Moise D’Anversa. Sempre sul lato destro della Cattedrale, scendendo i gradini del Presbiterio, si entra nella Cappella del Ss. Sacramento. Consacrata nel 1838 ha una pianta a croce greca mentre il suo perimetro esterno è un ottagono. I pennacchi della cupola presentano i 4 profeti, opera del pittore maceratese Raffaele Fogliardi.

L’altare è rivestito da un pregevole Paliotto in argento, diviso in 27 formelle disposte su tre ordini: è il racconto della vita di Cristo. Opera orafa tra le più importanti delle Marche, fu eseguita dall’ascolano Pietro Vannini attivo in città dal 1414 al 1464, che realizzò anche la statua in argento di S.Emidio (conservata nel vicino Museo Diocesano) la cui copia è situata a sinistra in fondo alla navata centrale. Sopra l’altare uno splendido ciborio del XVI sec forse di Cola dell’Amatrice.

Addossato alla parete di fondo spicca lo splendido Polittico di Carlo Crivelli, pittore veneziano incaricato dal vescovo di Ascoli, Prospero Caffarelli, di eseguire una grande opera per il Duomo: il polittico reca la sua firma “OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI 1473”. La predella presenta al centro un Cristo benedicente a cui fanno da contorno dieci apostoli. Il registro centrale è composto da quattro santi a figura intera: San Pietro e San Giovanni Battista a sinistra, Madonna in trono con bambino e a destra Sant’Emidio e San Paolo. Nel registro superiore la centrale ed intensa “Pietà” ha alla sua sinistra Santa Caterina d’Alessandria e San Girolamo, a destra San Giorgio e Sant’Orsola.

Porta della Musa: unico accesso laterale del Duomo, la cinquecentesca Porta della Musa deriva il suo nome da un’epigrafe murata nella vicina parete destra del transetto. Il portale ligneo, decorato da rose intagliate e figure zoomorfe, è firmato dal maestro Francesco di Giovanni che operò ad Ascoli fino al 1518. La doppia scalinata ornata da un’elegante balaustra è del 1841, disegnata dall’Ingegnere Gabriele Gabrielli.

Eremi e Monasteri su Monte Cucco: Badia dei Ss. Emiliano e Bartolomeo in Congiuntoli (Antonella Giroldini)

L’area montana del parco regionale del Monte Cucco è pregevole dal punto di vista naturalistico ma anche per la ricchezza di eremi e monasteri , in parte abbandonati ma in grado comunque di testimoniare l’intensa attività monastica nella zona.

Alla confluenza con il Rio Freddo  con il Sentino, sul confine tra Umbria e Marche, si incontra l’interessante Badia dei Ss. Emiliano e Bartolomeo in Congiuntoli , fondata dai Benedettini, con chiesa del 1286.

ASCOLI : Sopra e dentro il Ponte Romano ( Antonella Giroldini)

Passeggiare sul Ponte Romano Agusteo, risalente al I secolo a. C., sarà possibile, visto che Ascoli è una città tra due fiumi (il Tronto e un suo affluente, il Castellano), ma passare dentro allo stesso sarà un’esperienza di certo ancora più suggestiva. Inutile dire che è stato realizzato in travertino: alto 25 mt., lungo 22,20, ha misure straordinarie per l’epoca della sua edificazione. Il ponte è visitabile all’interno attraverso un corridoio d’ispezione, il cui ingresso si trova nella testata esterna con accesso dalla porta dell’edificio che lo fiancheggia.Dato il valore archeologico, è considerato uno dei ponti più rappresentativi della tecnica e della civiltà romana avendo conservato integralmente le sue caratteristiche costruttive.

ASCOLI: un sorso di caffè tra storia e Anisetta (Antonella Giroldini)

In un angolo di Piazza del Popolo, nonostante il trascorrere degli anni, è ancora possibile sedersi e assaporare un ottimo caffè preso Caffè Meletti, un salotto in stile Liberty che, dai primi anni del ‘900, offre la bevanda calda con l’aggiunta dell’Anisetta. Sedersi e bere caffè corretto con Anisetta Meletti e ‘mosca’ annessa (un inebriante chicco di caffè) fa un effetto strano se si pensa che, per anni, fu sede del “Senato”, sodalizio dei notabili della città. Re Vittorio Emanuele fece visita nel 1908 e 1910 per acquistare l’Anisetta e lo decretò “Fornitore della Real Casa”. Perfino Hemingway si sedette per un caffè, oltre a Mario Del Monaco, Beniamino Gigli, Pietro Mascagni, Renato Guttuso, Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Mario Soldati, e politici di levatura nazionale come Sandro Pertini e Giuseppe Saragat.E l’elenco sarebbe ancora lungo: Stuparich, Zandonai, Badoglio, Sartre e Trilussa che, goloso dell’Anisetta parlò di “quante favole e sonetti m’ha ispirato la Meletti”. Questo locale è ovviamente tra i 150 caffè storici d’Italia, con originali arredi lignei lavorati ed intagliati che, ieri come oggi, offrono occasioni per incontrarsi.

 

ASCOLI ….La città delle 100torri (Antonella Giroldini)

Una veduta aerea di Ascoli Piceno © Foto Spot

1. La città delle 100 torri

Disseminate un po’ ovunque, la città di Ascoli Piceno, sorta quasi 2.500 anni fa in epoca pre-romana è conosciuta come la città delle cento torri, per le innumerevoli torri (in effetti quasi 200, ma oltre la metà fu abbattuta da Federico II nel XIII secolo) , gentilizie o campanarie, sorte nel trascorrere dei tempi. La più famosa è la Torre degli Ercolani o del Palazzetto Longobardo, ma seguendo lo specifico “itinerario di via delle torri”, sarà possibile ammirare anche le Torri gemelle, per poi sfociare in piazza Ventidio Basso. Molte di queste torri, nel corso degli anni, sono state ridimensionate ed inglobate nelle abitazioni o trasformate in campanili di chiese. Ricordatevi che le vie, ad Ascoli, sono soprannominate “rue”!

 

La città del travertino… parlante (Antonella Giroldini)

Ascoli è edificata sul travertino, ovvero un particolare marmo che si trova nel territorio e che offre scenari davvero unici. Piazza del Popolo è considerata una della più belle d’Italia, e non è possibile andare ad Ascoli senza ammirarla. In stile rinascimentale, è letteralmente incorniciata da un loggiato con 59 archi e palazzetti rinascimentali con portici e merlature. Tutta la pavimentazione è in lastre di travertino che, dopo la pioggia, assumono un suggestivo effetto a specchio. E il travertino, ad Ascoli, dal periodo umanistico è diventato parlante, grazie all’incisione sugli architravi delle porte dei palazzi di frasi, motti e proverbi, colti o dettati dalla saggezza popolare, religiosi o irriverenti, in latino e in volgare. Oggi se ne possono leggere oltre cento, in una sorta di vero e proprio testo che si può leggere lungo le ‘rue’ del centro storico.

 

Su questo straordinario specchio della città o salotto che dir si voglia si potrebbe scrivere pagine e pagine. La sintesi che qui riportiamo ricorda solamente la straordinaria armonia architettonica di questa piazza rettangolare, tutta di travertino, sovrastata dalla maestosa facciata del Palazzo dei Capitani del Popolo (all’interno la Sala degli Stemmi, un vero e proprio scrigno), le mura della chiesa di San Francesco, i palazzi rinascimentali, i portici e le logge. La piazza assunse la configurazione architettonica attuale nei primi anni del XVI secolo: ultimata la costruzione del colonnato nel 1509, si dette la possibilità ai privati di costruire e sopraelevare i fabbricati seguendo rigorosamente alcune regole, come l’elevazione di un solo piano oltre il colonnato e l’utilizzo degli stessi materiali edili (travertino per le finestre e mattoni rossicci per le volte e le case).

ASCOLI : Piazza Arringo e la Carrozza del tempo ( Antonella Giroldini)

Piazza Arringo è la più antica piazza monumentale della città, abbellita da importanti palazzi tra cui: palazzo Fonzi, il palazzo dell’Arengo o palatium Aringhi, del XIII secolo, principale edificio pubblico, il palazzo Vescovile, il duomo di Sant’Emidio, il battistero di San Giovanni, il museo diocesano, palazzo Panichi ed altre costruzioni. E’ possibile ammirare anche la Pinacoteca civica e scoprire, presso la Sala Mercatori, la segreta “Carrozza del tempo” che accende i finestrini, dei veri e propri monitor incastonati nelle aperture, permettendo la visione di immagini e l’ascolto di una narrazione sulla storia della città.

 

Parco Naturale di Monte Cucco (Antonella Giroldini)

Nei comuni di Fossato di Vico, Sigillo, Costacciaro, Scheggia e Pascelupo, si estende per oltre 10.000 ettari, quest’area naturale di tutela regionale che, mostrando un’eccezionale ricchezza di vegetazione , fauna e giacimenti geologici, giunge fino al confine con le Marche. Il vero cuore del comprensorio è il massiccio calcareo del Monte Cucco, che con la Sua forma conica domina le terre umbro – marchigiane. Gli amanti delle escursioni potranno trovare in questa zona il loro ” paradiso”, oltre ad ammirare affascinanti fenomeni di carsismo e le numerose sorgenti e forre scavate dalla forza dei torrenti. Tra queste è spettacolare quella del Rio Freddo: un canyon inciso per la lunghezza di 5 km e una profondità di circa 200 m. Il massiccio del monte Cucco, oltre alla spettacolarità panoramica, ha una collocazione tale , rispetto ai venti e alle correnti termiche, da renderlo particolarmente adatto per lo sport del volo libero e del deltaplano.

 

 

Imboccata da Sigillo la strada panoramica che in 9 km risale le pendici del monte, si giunge nella Val di Ranco, tra boschi e praterie ideali per tranquille passeggiate. Ma la vera attrattiva di questa zona è la grotta  di Monte Cucco.

WEEK END ASCOLANO ( Antonella Giroldini)

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15Il Castellano e il Tronto, il primo confluendo nel secondo, in una conca dai fianchi scoscesi, a 25 km dall’Adriatico, delimitano una penisola pianeggiante che il colle dell’Annunziata protegge dall’unico lato terragno. La città che la occupa, severa, nobile, dalla compatta tessitura medioevale su resti romani , è caratterizzata dal colore caldo del travertino di cui sono fatti case, palazzi, chiese, ponti e torri, gli inserti di rinascimento per i quali più volte ritorna il nome dell’architetto Cola d’Amatrice.

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Da visitare c’è Piazza Arrigo , di forma rettangolare, vasta e monumentale è la più antica piazza della città; dominata dal Duomo.

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Bellissimo anche il Battistero che sorge isolato presso il  fianco sinistro del Duomo; del secolo XII, di forma ottogonale, è coronato da una loggia cieca con nicchioli nell’interno e coperta a calotta.

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Piazza Matteotti si apre all’estremità orientale della città, a capo del ricostruito ponte Maggiore , gettato sull’incassato torrente Castellano. Da qui sono visibili, in direzione sud, il trecentesco forte Malatesta e i superstiti piloni del romano ponte di Cecco , distrutto nel corso della seconda guerra mondiale.

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Piazza del Popolo, centro monumentale della città, è cinta da bassi e semplici palazzetti rinascimentali merlati e portci, degli inizi del ‘500; è dominata dal palazzo dei Capitani del Popolo e chiusa su un lato dalla chiesa di S. Francesco. Animatissima nelle ore serali , specie per la frequentazione di giovani.

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Antonella Giroldini