CASTIGLIONE DEL LAGO (Antonella Giroldini)

Il promontorio calcareo su cui sorge questa località al tempo degli etruschi e dei romani era un’ isola nel lago. L’abitato, chiuso entro il vasto perimetro murato, è tra i più interessanti del comprensorio lacustre .

Cosa vedere a Castiglione del Lago

Una visita a Castiglione del Lago non può che iniziare dal Palazzo Ducale, anche noto come Palazzo Corgna, la reggia della famiglia che ha regalato prestigio al paese lacustre, voluta da Ascanio della Corgna nel 1563. Inizialmente concepita come residenza di campagna, il palazzo ebbe l’onore di ospitare personaggi del calibro di Leonardo Da Vinci e Niccolò Machiavelli e nasconde al suo interno splendide sale affrescate, opera tra gli altri di Pomarancio. Il palazzo è attualmente sede del comune di Castiglione.

La celebre Rocca del Leone è collegata al Palazzo della Corgna attraverso un affascinante camminamento coperto affacciato sul lago, curiosamente unico punto di accesso alla fortezza. La Rocca domina dall’alto il borgo di Castiglione del Lago e l’intero Trasimeno, e fu realizzata nel XIII secolo per volere di Federico II di Svevia. Si narra che il suo nome derivi dalla sua forma pentagonale ispirata alla costellazione del Leone ed è certamente uno degli scorci più belli ammirabili nel borgo. Camminando poi tra le vie del centro storico di Castiglione del Lago, è possibile coglierne l’aria genuina ed il glorioso passato, curiosando tra gli stretti vicoli ed affacciandosi alle mura medievali che abbracciano l’intero abitato. Il borgo è punteggiato di botteghe artigianali e locande cariche di profumi tradizionali, ed è un vero piacere scivolare tra le sue piazzette e restare sorpresi dalle prospettive che spuntano da dietro ogni angolo.

Ancora visibili sono le porte di accesso al centro del borgo, che sono tre: Porta Perugina, del XIII secolo, Porta Fiorentina, risalente al XVI secolo e Porta Senese, di origine medievale ma ricostruita nel ‘900. Di incredibile bellezza è anche il percorso panoramico che segue il perimetro esterno delle mura, detto il Poggio Olivato. Tra gli edifici religiosi di Castiglione, meritano una menzione sia la Chiesa di Santa Maria Maddalena, della metà dell’800, scrigno di opere di Eusebio da San Giorgio, discepolo del Perugino, e la Chiesa di San Domenico costruita dal duca Fulvio Alessandro della Corgna in ringraziamento per un miracolo ricevuto dal santo, e che ospita oggi le tombe di membri della famiglia più importante nella storia del villaggio.

Cosa fare sul Lago Trasimeno

Il vicino Lago Trasimeno è un’attrazione irrinunciabile e mentre si sosta a Castiglione del Lago sono numerose le attività che la zona lacustre propone. Le coste del lago offrono infatti sia l’opportunità di trascorrere rilassanti giornate sulle loro spiagge attrezzate, tra relax e deliziosi pranzi con vista sulle onde, così come quella di dedicarsi agli sport acquatici più avventurosi, come vela, windsurf, kitesurf e canottaggio.

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Le spiagge di Merangola Sports Beach, una bellissima area attrezzata, e la spiaggia il Pescatore Cafe Praia, promettono entrambe momenti indimenticabili, mentre se si desidera solcare le acque del lago da Castiglione ci si può imbarcare per raggiungere la non distante Isola Polvese, la più grande delle tre isole del Trasimeno, di grande interesse naturalistico e culturale. Imperdibili sulle sponde dell’isola i boschi di alloro e leccio, così come il Castello Medievale ed il Monastero di San Secondo. Di interesse anche la Piscina del Porcinai, Giardino di Piante Acquatiche opera di Pietro Porcinai, noto paesaggista del XX secolo.

TERME DI STIGLIANO – TERME ROMANE (Antonella Giroldini)

Bagni di Stigliano, o Aquae Apollinares Veteres come le chiamarono i romani, erano considerati un luogo di sosta sia per gli Etruschi sia per i Romani che, di ritorno dalle campagne militari, si fermavano per riposarsi e purificarsi nelle acque termali.

Gli Etruschi utilizzarono le acque salutari in maniera naturale come sgorgavano dal suolo. Vi fondarono un villaggio e ne sono testimonianza le necropoli e gli oggetti antichi ritrovati. L’abitato etrusco, localizzato probabilmente nel bosco a nord dell’attuale stabilimento termale, era sorto in corrispondenza dell’importante via di comunicazione collegava Caere con Tarquinia, attraverso l’attuale territorio di Castel Giuliano, le Pietrische e la media valle del torrente Mignone. Fu la presenza delle acque salutari e l’attrazione delle terme che salvarono Stigliano dalla decadenza in cui erano precipitarono i centri etruschi dell’entroterra ceretano dopo la conquista romana.

Romani vi costruirono stabilimenti termali strutturati, che divennero fastosi in epoca imperiale, quando Stigliano conobbe il periodo più felice della sua storia. La fioritura economica e culturale è testimoniata dai resti di una strada selciata, la via Cornelia detta localmente la Selciatella, e dai ruderi delle terme e del tempio, scoperti occasionalmente nel 1928 e messi in luce durante gli scavi archeologici sistematici condotti da Lidio Gasperini nel decennio del 1970.

Il santuario e le terme erano dedicare ad Apollo, il dio guaritore delle malattie. Il nome del villaggio romano era Aquae Apollinares, com’è stato definitivamente accertato nel corso della campagna di scavo del 1975, col ritrovamento di un’epigrafe marmorea. In seguito venne aggiunto l’aggettivo Veteres per distinguerle dalle Aquae Apollinares Novae (le Terme di Vicarello) sempre nell’area dei monti Sabatini.
Le acque furono conosciute anche con il nome di Thermae Stygianae, associate dalla fantasia popolare alle acque paludose dello Stige, uno dei cinque fiumi che nella mitologia greco-romana scorreva negli inferi. Plinio il Vecchio, la cui Naturalis Historia costituisce un preziosissimo documento storico-culturale, nel I° secolo d.C. narra che era severamente proibito alle legioni romane, di ritorno dall’Egitto, entrare in Roma se prima non fossero passate da Stigliano per purificarsi. Sotto l’imperatore Tiberio, le Thermae Stygianae costituivano l’unica e sempre frequentatissima stazione termale più vicina alla capitale, grazie anche alla strada Selciatella costruita appositamente per facilitarne l’accesso, le cui tracce sono ancora visibili nelle vicinanze.

L’abitato romano di Stigliano era il centro di riferimento di una zona agricola molto popolata e lungo la Selciatella, o sparsi nella campagna, sorgevano alcuni piccoli insediamenti a carattere agricolo e molte ville-fattoria, abitate da piccoli e medi proprietari terrieri e dai loro servitori e braccianti. Ancora oggi nei quarti di Canale e Manziana, durante l’esecuzione di lavori agricoli, affiorano dal terreno nuovi resti di muri, frammenti di laterizi e oggetti di terracotta.

Dall’epoca romana, le notizie relative ai Bagni di Stigliano emergono solo nel medioevo: secondo un documento le terme, unitamente al locale castello furono lasciate dal Conte d’Anguillara Pandolfo III ai suoi figli nel 1321; la successiva testimonianza, datata 1493, attribuisce la proprietà al principe Virginio Orsini e a tale periodo risalgono anche degli scritti che descrivono le proprietà benefiche delle acque, relativamente alla loro efficacia per le malattie erpetiche, per i reumatismi e per i dolori sifilitici, oltre che per l’effetto coagulante nella cura delle ossa e delle piaghe. Un ulteriore salto temporale nelle notizie relative alle terme di Stigliano porta al 1700 quando sotto la proprietà dei principi Altieri venne costruito un albergo di villeggiatura e una chiesetta dedicata a Santa Lucia, dando così vita ad un piccolo borgo e i bagni tornano a essere frequentati come luogo di cura.

Le acque termali di Stigliano sono di natura salso-iodico-sulfurea, con una temperatura che varia dai 36 gradi della Fonte di Bellezza ai 58 gradi del Bagnarello. Legate al fenomeno vulcanico sabatino, vengono utilizzate prevalentemente per la cura di malattie della pelle, dell’apparato locomotore, dell’apparato respiratorio, dell’apparato urinario e del ricambio. Sotto la struttura vi è ancora oggi la grotta sudatoria, risalente alla Roma imperiale, dove è possibile sentire l’acqua sgorgare direttamente dalla fonte.

Le Terme sono circondate da un parco di venti ettari che fa parte del circuito Grandi Giardini Italiani. La presenza delle acque termali che scorrono in profondità ha reso la flora di Stigliano straordinariamente esuberante, con aceri, querce centenarie, lecci, roveri, noccioli, tamerici e bambù giganti che si associano alla predominante distesa di pini romani.

Asciano (Antonella Giroldini)

Nell’alta valle dell’Ombrone, il paese di origini etrusche e romane, conserva mura trecentesche e l’aspetto medievale nonostante gli interventi urbanistici del periodo fascista e lo sviluppo edilizio del secondo dopoguerra. La romanica collegiata di S. Agata è caratterizzata da un campanile merlato del XII secolo. Palazzo Corboli , edificio medievale con sale decorate da affreschi trecenteschi, ospita su tre piani le important collezioni del Museo Civico Archeologico e d’arte sacra .

MODELLINI DI NAVI A MAURITIUS (Antonella Giroldini)

Non è difficile rimanere colpiti dalla straordinaria abilità degli artigiani che producono i famosi modellini di navi di Mauritius. Quest’attività è diventata un’importantissima fonte di reddito per Mauritius, e in tutta l’isola vedrete in vendita elaborate copie di vascelli famosi, come il Bounty, l’Endeavour, il Golden Hind e persino il Titanic. La costruzione di modellini fu avviata soltanto nel 1968, quando un anonimo mauriziano realizzò per passatempo la prima nave e lanciò così una nuova industria.

I modellini vengono costruiti in legno di teak o mogano. Di solito gli uomini si occupano della struttura mentre alle donne toccano il sartiame e le vele che sono immerse nel tè per dare loro un aspetto vissuto. Uno dei laboratori miglior è Voiliers de l’Ocean, a Curepipe, che gestisce anche il negozio MAST.

NINFA E CORI (Antonella Giroldini)

In autunno, splendida iniziativa la visita del  Giardino di Ninfa e le bellezze del Comune di Cori.

E’ stato possibile visitare  il Giardino di Ninfa e le bellezze del Comune di Cori. Per l’occasione sono stati  aperti al pubblico: il complesso monumentale di Sant’Oliva, l’Oratorio dell’Annunziata, il Tempio di Ercole, il Lago di Giulianello (15′ di auto da Cori + 15′ a piedi). Le visite guidate per il centro storico di Cori partono dal Museo della Città e del Territorio, presso il Complesso monumentale di Sant’Oliva.

Il Giardino di Ninfa, immerso tra i monti Lepini ed agro pontino, vicino alla città di Latina, è una meraviglia naturale che è stato classificato dal New York Times tra i più belli e romantici giardini del mondo. Il nome Ninfa ha origine da un piccolo tempio all’interno del giardino dedicato alle Ninfe Naiadi di epoca romana, divinità delle acque sorgive. Una meraviglia naturale che si trova a pochi chilometri dalla città di Latina nelle vicinanze di Norma e Sermoneta.

 

SANSEPOLCRO (Antonella Giroldini)

La fortuna storico – artistica di Sansepolcro è da attribuirsi alla sua posizione geografica: terra di confine e al tempo stesso punto di incontro tra civiltà diverse (umbra ed etrusca, bizantina e longobarda) . Fu contesa dai vescovi di Arezzo e dai signori di Rimini e del Montefeltro, fece parte del dominio pontificio per poi essere ceduta , alla metà del quattrocento, ai Medici entrando nel Granducato di Toscana. La Sua origine millenaria si deve a pellegrini, Arcano ed Egidio, che di ritorno dalla Terra Santa, fondarono un oratorio dove oggi sorge il Duomo. Sarà durante il Rinascimento  che la città raggiungerà il suo splendore grazie al commercio del guado.

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… Ricordi di un Natale di altri tempi…. Pre Covid 2019 (Antonella Giroldini)

Con Nostalgia ripenso al Natale 2019 … il ricordo caffeina . Il centro storico di Sutri dal dal 23 novembre 2019 al 6 gennaio 2020 si è trasformato nel magico mondo del Natale con la quarta edizione del Caffeina Christmas Village, l’evento invernale organizzato dalla Fondazione Caffeina, che propone oltre un mese di eventi, attrazioni e iniziative..

Qualche nostalgica immagine

Museo “Monteriggioni in Arme” (Antonella Giroldini)

Il museo ospita fedeli riproduzioni di armi e armature medievali e rinascimentali. Accurati modellini, inoltre, illustrano mezzi e tecniche di assedio in auge nelle stesse epoche.
Ogni sala è dedicata a uno specifico momento della storia di Monteriggioni, all’interno del quale i pezzi esposti sono contestualizzati.
Insolita quanto apprezzata dalla maggioranza del pubblico è la possibilità di maneggiare e indossare alcune armi e parti di armature, situate in apposite zone del museo. Alcuni pannelli esplicativi e un’agevole audioguida multilingue accompagnano il visitatore in questa breve, ma intensa immersione nella storia.

PALAZZO BONIFACIO VIII – ANAGNI (Antonella Giroldini)

Anagni, nota come la città dei Papi, ha dato i natali a quattro pontefici ed è stata a lungo residenza papale.
Nel centro storico, fatto di edifici eleganti ed austeri, di chiese romaniche, di campanili, di logge e di piazze dall’architettura sobria ed essenziale, sorge il Palazzo di Bonifacio VIII, sede di fatti memorabili del Medioevo europeo.
Lo schiaffo
Veggio in Alagna intrar lo fiordaliso,
e nel vicario suo Cristo esser catto.
Veggiolo un’altra volta esser deriso;
veggio rinovellar l’aceto e ‘l fiele,
e tra vivi ladroni esser anciso.
(Dante Alighieri – XX canto del Purgatorio)

 

L’epilogo di uno scontro tra due visioni del potere: Bonifacio VIII asseriva il potere universale ed eterno della chiesa; Filippo IV si trovava ad essere il re del primo stato nazionale d’Europa, con fortissime esigenze finanziarie.
All’inizio del 1296 Filippo IV tassò il clero francese, vietò l’esportazione di denaro, oro e argento fuori dal regno, rivendicò il diritto di giudicare i chierici francesi e contravvenne ripetutamente a tutti i richiami di Bonifacio VIII.
Filippo riteneva di dover rendere conto solo a Dio e giudicava Bonifacio VIII un papa indegno. Dopo aver rischiato più volte di incorrere nella scomunica, inviò Guglielmo di Nogaret in Italia perché organizzasse il partito avverso a Bonifacio VIII e conducesse il papa davanti al giudizio di un concilio generale. Bonifacio era ormai pronto a scomunicare il re, ma non fece in tempo: il 7 settembre del 1303 lo raggiunsero ad Anagni oltre mille uomini mercenari guidati da Giacomo Sciarra Colonna.
I nemici entrarono dalle porte già aperte dai traditori del papa, tra i quali i pronipoti dell’altro pontefice anagnino Gregorio IX. Gli aggressori gridavano: “Viva il re di Francia, muoia papa Bonifazio!”.
Iniziarono le trattative, Sciarra richiese la resa e le dimissioni dal soglio pontificio e il papa rifiutò. Bonifacio era disposto al martirio e rispose alla furia di Sciarra dicendo: “E le col e le cape! Nosco primogenitum Sathane” “Ecco il collo, ecco la testa! Riconosco il primogenito di Satana”. Ed è in questa occasione che si narra che Sciarra Colonna schiaffeggiò il papa Bonifacio VIII.

CRIPTA DELLA CATTEDRALE DI ANAGNI (Antonella Giroldini)

La cripta di Anagni, collocata all’interno della Cattedrale del paese del basso Lazio noto come la città dei Papi, rappresenta un gioiello unico nella storia architettonica e pittorica medievale. Dedicata al patrono della città, San Magno, venne costruita contestualmente alla Chiesa superiore tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII. Quel che colpisce il visitatore è la bellezza e la magnificenza del ciclo pittorico attribuito a tre maestranze diverse che raffigura non solo un percorso di fede ma il ciclo esistenziale dell’uomo.

Sotto la cattedrale romanica di Anagni si nasconde un tesoro, uno scrigno pittorico di rara bellezza che parte dalla creazione dell’universo costituitosi, secondo la filosofia greca, dalla fusione dei quattro elementi, arrivando fino al giorno del giudizio. Posizionata sotto il presbiterio e divisa in tre navate da colonne poggianti su un meraviglioso pavimento cosmatesco, la cripta di Anagni è coperta da ventuno volte rivestite da affreschi pregevoli e in ottimo stato di conservazione.

Tra le scene dell’Antico Testamento e le immagini tratte dal Nuovo Testamento si trovano infatti affreschi di carattere scientifico-filosofico che raffigurano nella prima volta la ruota dei dodici segni dello zodiaco e, nella seconda, l’uomo nudo intorno a cui si collocano quattro sfere che simboleggiano le quattro età dell’uomo collegate, a loro volta, ai quattro elementi naturali e alle quattro stagioni.

La nascita dell’uomo, così come rappresentata dal punto di vista scientifico, entra per la prima volta all’interno di un edificio sacro e l’astronomia si lega in una mistione perfetta alla fede e alla religione.
Definita dal biblista Gianfranco Ravasi come una piccola cappella Sistina sotterranea, la cripta di Anagni racchiude questo unicum pittorico straordinario, realizzato da tre diverse botteghe di pittori in un arco temporale collocabile tra l’inizio del XII e la metà del XIII secolo.