Rabat ( Antonella Giroldini)

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Capitale politica e centro amministrativo del Marocco. Sorge sulla costa atlantica lungo la foce del’uadi Bou Regreg e forma un unico agglomerato urbano con Sala, sull’altra riva, cui è collegato da un ponte. Il compatto  nucleo storico è ancora cinto da mura fatte erigere dal grande sovrano almohade Yacoub el – Mansour.

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La parte moderna riflette l’impulso connaturato al ruolo svolto dalla città a partire dal 1912 e confermato dopo l’indipendenza nel 1956. Continuamente ampliata e abbellita, Rabat è venuta assumendo il peculiare aspetto di città capitale , con esigenze di monumentalità espresse soprattutto nelle aree intorno al Palazzo Reale, all’università , alla zona delle ambasciate e nei più lussuosi quartieri residenziali.

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Le mura  degli Almohadi, compiute quasi certamente nel 1197, scandite da cinque porte, si snodano per oltre 5 km cingendo la medina da 3 lati. Le mura fortificate  e rafforzate da torri, chiusero la medina sul lato meridionale, quattro secoli più tardi.

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Le mura della kasba risalgono in gran parte al XII secolo. Bab el – Oudaia, edificata in bella pietra da taglio rosso – ocra con funzioni più decorative che difensive , è una delle più notevoli realizzazioni dell’arte almhade. Ha dimensioni imponenti ma proporzioni armoniose , ed è ingentilita da una sobria decorazione all’interno; le pietre angolari, ravvivate da motivi floreali, incorniciano un’iscrizione in caratteri cufici, oggi poco leggibile.

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La torre Hassan, il più prestigioso monumento della città, avrebbe dovuto essere il minareto della grande moschea. Fu edificato al di fuori della cerchia urbana , con l’intento di farne il più importante santuario del mondo islamico.

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La torre è possente, quadrata, di 16,20 m di lato, con muri di spessore non inferiore ai 2,5 , alta 44 .

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Il Mausoleo di Mohammed V terminato nel 1971. è una delle più significate realizzazioni dell’arte marocchina moderna. Comprende la moschea , con facciata in pietra bionda aperta da una serie di arcate su un cortile interno e  il mausoleo vero e proprio, preceduto da due scalinate che conducono alla koubba monumentale in marmo bianco italiano.

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L’interno , coperto da cupola nervata in mogano scolpito e vetro colorato, custodisce i sarcofagi di Mohammed V, intagliato i n un blocco di onice pakistano, e del figlio Hassan II; in un angolo è la tomba dell’altro figlio .

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A fianco delle tombe dei monarchi un imam recita ininterrottamente preghiere impeccabili uomini della guardia reale presidiano l’edificio.

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Il Palazzo Reale, situato in fondo a un immenso mechouar recintato, sorge sul luogo della residenza reale fatta erigere alla fine del XVIII secolo e completamente rifatta nel 1864.

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L’attuale complesso include costruzioni moderne, una grande moschea e diversi edifici governativi

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CHEFCHAOUEN (Antonella Giroldini)

 

 

Situata a 600 km di altitudine ai piedi dei gebel Tisuga e Meggou, è una cittadina di bella atmosfera con i sapori andalusi e un passato di isolamento che ancora si respira, nonostante il crescente flusso turistico dell’Europa: prima del 1920, quando vi misero piede le truppe spagnole, solo tre infedeli l’avevano visitat. L’insediamento – per gioco di volumi, disposizione su più piani delle case dai muri bianchissimi coi tetti coperti di tegole brune – è uno dei più caratteristici della regione

 

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I dintorni di Tangeri (Antonella Giroldini)

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Questa escursione permette di immergersi in un paesaggio di fitta macchia mediterranea cui si alternano splendidi panorami sulla costa atlantica e mediterranea, nonché sul prospicente litorale spagnolo sulla costa di Gibilterra, si raggiungono inoltre belle spiagge con buone attrezzature turistiche, a poca distanza da Tangeri.

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Il giro richiede un paio d’ore ed è particolarmente bello al tramonto, quando roccia e sabbia si animano di suggestivi effetti di luce.

A 18 km da Cap Spartel si volge a destra al km 13,5. Il promontorio è il capo Ampelusium dell’antichità.

Al km 18 si trovano le grotte di Ercole, cavità naturali invase dall’acqua con l’alta marea, che presentano tracce di frequentazione preistorica.

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Tangeri (Antonella Giroldini)

Comincia in Spagna, Tangeri… Quando in questa sorta di viaggio si arriva allo stretto, si ha la sensazione di essere sul punto di aprire una porta, chissà dietro che cosa si nasconde, quali voci, che gesti, quanti problemi  per noi dell’Occidente che abbiamo modellato il mondo a nostra immagine e somiglianza.  Cambia la lingua. Qui l’arabo, lo spagnolo e il francese si mescolano, si confondono, raccontano la storia di questi luoghi attraversati da uomini e poteri.

Cambiano i muri, gli edifici. Quelli della Ville Nouvelle sono creature recenti, europee, nemmeno 100 anni di vita, storie di intrighi internazionali, spezzoni di film in bianco e nero. Ma quelli della medina sono altro, indecifrabili, segreti. Cambia soprattutto la nozione del tempo.  Già al porto è peccato mortale avere fretta.

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Grandi monumenti, cose somme da vedere non ce n’è. Un viaggio, però, non è solo attraversare luoghi.

E’ anche una somma di emozioni, di odori, di istruzioni per l’uso di mondi diverso, e questo, se lo vogliamo, entra dentro, scava, lo si riporta a casa, e resta più delle cartoline e delle foto del mosaico dell’anima.

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Così facendo tanti a Tangeri sono rimasti.

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