Le concerie di Fes – favorite dalla disponibilità d’acqua delle uadi Fes, dall’apporto di tecniche dell’ Andalusia e dell’Oriente, dalla vicinanza di regioni ricche di pascoli – sono antiche quanto la città. Ancora adesso quest universo rutilante di colori , odori, uomini, fatica vive in stretta continuità con la tradizione: il lavoro si tramanda di padre in figlio, la proprietà delle concerie è ereditaria, oggi come ieri chi concia pelli ” ingaggia” per il tempo necessario uomini e strutture. La conceria si articola intorno a un’area a cielo aperto, solitamente in lieve pendio per favorire il deflusso delle acque. Vi sono collocate grandi vasche d’acqua tiepida per il rinvenimento delle pelli in precedenza salate ed esposte al sole, immerse in pacchi legati e assicurati ai bordi con corde; i merkel , bacini d’acqua limpidi per il risciacquo; i qasriyya, le fosse, generalmente raggruppate vicino ai canali di scolo, per i bagni, il lavaggio e la tintura delle pelli. Tutt’intorno stanno gli hzana, i laboratori depositi disposti di solito su due piani, illuminati dal vano della porta e a volte finestre; al di sopra si estende un ampia terrazza su cui le pelli vengono messe a essiccare dopo la tintura.
Prima di passare nei merkel , le pelli vengono sbattute e tirate per distenderle , private dei peli, quindi sottoposte a tre successivi bagni di calce per eliminare i peli residui. Nel merkel, vengono lavate e sbattute di continuo per circa tre ore da uomini calati nelle fosse quasi nudi. Nella qasiryya stanno a bagno per vari giorni in urine o escrementi animali che danno loro consistenza; seguono un bagno nella crusca, uno nel tannino e un accurato lavaggio in acqua pura. Infine le pelli vengono raschiate dal lato delle carne e vigorosamente strizzate , prima dell’essiccazione sulle terrazze: è in quest’ultima fase che interviene la tintura, mediante prodotti naturali o artificiali.