Il colore della pelle (Antonella Giroldini)

Le concerie di Fes – favorite dalla disponibilità d’acqua delle uadi Fes, dall’apporto di tecniche dell’ Andalusia e dell’Oriente, dalla vicinanza di regioni ricche di pascoli – sono antiche quanto la città. Ancora adesso quest universo rutilante di colori , odori, uomini, fatica vive in stretta continuità con la tradizione: il lavoro si tramanda di padre in figlio, la proprietà delle concerie  è ereditaria, oggi come ieri  chi concia pelli ” ingaggia” per il tempo necessario uomini e strutture. La conceria si articola intorno a un’area a cielo aperto, solitamente in lieve pendio per favorire il deflusso delle acque. Vi sono collocate grandi vasche d’acqua tiepida per il rinvenimento delle pelli in precedenza salate ed esposte al sole, immerse in pacchi legati e assicurati ai bordi con corde; i merkel , bacini d’acqua limpidi per il risciacquo; i qasriyya, le fosse, generalmente raggruppate vicino ai canali di scolo, per i bagni, il lavaggio e la tintura delle pelli. Tutt’intorno stanno gli hzana, i laboratori depositi disposti  di solito su due piani, illuminati dal vano della porta e a volte finestre; al di sopra si estende un ampia terrazza su cui le pelli vengono messe a essiccare dopo la tintura.

Prima di passare nei merkel , le pelli vengono sbattute e tirate per distenderle , private dei peli, quindi sottoposte a tre successivi bagni di calce per eliminare i peli residui. Nel merkel, vengono lavate e sbattute di continuo per circa tre ore da uomini calati nelle fosse quasi nudi. Nella qasiryya stanno a bagno per vari giorni in urine o escrementi animali che danno loro consistenza; seguono un bagno nella crusca, uno nel tannino e un accurato lavaggio in acqua pura. Infine le pelli vengono raschiate dal lato delle carne e vigorosamente strizzate , prima dell’essiccazione sulle terrazze: è in quest’ultima fase che interviene la tintura, mediante prodotti naturali o artificiali.

Rabat ( Antonella Giroldini)

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Capitale politica e centro amministrativo del Marocco. Sorge sulla costa atlantica lungo la foce del’uadi Bou Regreg e forma un unico agglomerato urbano con Sala, sull’altra riva, cui è collegato da un ponte. Il compatto  nucleo storico è ancora cinto da mura fatte erigere dal grande sovrano almohade Yacoub el – Mansour.

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La parte moderna riflette l’impulso connaturato al ruolo svolto dalla città a partire dal 1912 e confermato dopo l’indipendenza nel 1956. Continuamente ampliata e abbellita, Rabat è venuta assumendo il peculiare aspetto di città capitale , con esigenze di monumentalità espresse soprattutto nelle aree intorno al Palazzo Reale, all’università , alla zona delle ambasciate e nei più lussuosi quartieri residenziali.

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Le mura  degli Almohadi, compiute quasi certamente nel 1197, scandite da cinque porte, si snodano per oltre 5 km cingendo la medina da 3 lati. Le mura fortificate  e rafforzate da torri, chiusero la medina sul lato meridionale, quattro secoli più tardi.

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Le mura della kasba risalgono in gran parte al XII secolo. Bab el – Oudaia, edificata in bella pietra da taglio rosso – ocra con funzioni più decorative che difensive , è una delle più notevoli realizzazioni dell’arte almhade. Ha dimensioni imponenti ma proporzioni armoniose , ed è ingentilita da una sobria decorazione all’interno; le pietre angolari, ravvivate da motivi floreali, incorniciano un’iscrizione in caratteri cufici, oggi poco leggibile.

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La torre Hassan, il più prestigioso monumento della città, avrebbe dovuto essere il minareto della grande moschea. Fu edificato al di fuori della cerchia urbana , con l’intento di farne il più importante santuario del mondo islamico.

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La torre è possente, quadrata, di 16,20 m di lato, con muri di spessore non inferiore ai 2,5 , alta 44 .

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Il Mausoleo di Mohammed V terminato nel 1971. è una delle più significate realizzazioni dell’arte marocchina moderna. Comprende la moschea , con facciata in pietra bionda aperta da una serie di arcate su un cortile interno e  il mausoleo vero e proprio, preceduto da due scalinate che conducono alla koubba monumentale in marmo bianco italiano.

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L’interno , coperto da cupola nervata in mogano scolpito e vetro colorato, custodisce i sarcofagi di Mohammed V, intagliato i n un blocco di onice pakistano, e del figlio Hassan II; in un angolo è la tomba dell’altro figlio .

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A fianco delle tombe dei monarchi un imam recita ininterrottamente preghiere impeccabili uomini della guardia reale presidiano l’edificio.

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Il Palazzo Reale, situato in fondo a un immenso mechouar recintato, sorge sul luogo della residenza reale fatta erigere alla fine del XVIII secolo e completamente rifatta nel 1864.

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L’attuale complesso include costruzioni moderne, una grande moschea e diversi edifici governativi

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