PRESEPE DI SABBIA A PIAZZA SAN PIETRO (Antonella Giroldini)

Fra le visite ai presepi romani non può mancare quella allo storico presepe di Piazza San Pietro. Quest’anno è molto particolare: per la prima volta il presepe è fatto interamente di sabbia è stato inaugurato venerdì 7 dicembre 2018.

Si chiama Sand Nativity 2018: la natività è fatta  di sabbia arrivata da Jesolo per l’occasione. Il presepe è costruito su una superficie di circa 25 metri quadrati e costituito da un bassorilievo di 16 metri di lunghezza, 5 di altezza e 6 di profondità.

Sono novecento le tonnellate di sabbia usate  per costruirlo;  una copertura protegge l’opera dalle intemperie, ma permette la piena visibilità del Presepe nel contesto scenografico della Piazza, sovrastata dalla Cupola di Michelangelo.
A sponsorizzare interamente l’operazione è il Comune di Jesolo, orgoglioso di poter donare alla Chiesa un grande spettacolo.

E’ stato realizzato da quattro artisti internazionali: il coordinatore Richard Varano dagli Stati Uniti, Ilya Filimontsev dalla Russia, Susanne Ruseler, dall’Olanda e Rodovan Ziuny, Repubblica Ceca.

Gli artisti sono tra i migliori costruttori di Eventi internazionali che si accendono durante l’anno nei 5 Continenti. Il modello di opera si ispira a quello michelangiolesco, lavorando di scalpello su un enorme impasto. L’opera di sabbia è il centro del Natale 2018 in Piazza San Pietro.
Minimal, artistico, decisamente fuori dall’ordinario: la sabbia scelta da Papa Francesco diventa così una metafora privilegiata della condizione umana, destinata sì a essere ridotta in polvere, nell’ordine delle cose terrene ma sulla quale concentrare preventivamente tutta l’attenzione per aspirare al cielo. Gli artisti hanno scelto questo materiale povero perché potesse rappresentare la semplicità.

 

Presepe Dipinto di Carotenuto (Antonella Giroldini)

Percorrendo le strette vie del centro storico cittadino, svoltando verso il Duomo di Salerno , cattureranno la nostra attenzione: l’imponente Cattedrale, la principale attrazione turistica della città, il tempio di Pomona, risalente all’età Romana ed infine da non perdere il Presepe dipinto di Carotenuto, patrimonio cittadino, costituito da sagome  in legno raffiguranti un nuovo mondo , una sorta di piccolo borgo antico di un’Italia che oggi non esiste più: scene di affetti familiari che ispirano commozione.

12 dicembre del 1982, in un centro storico ancora profondamente scosso dai danni del terremoto del 1980 e dalla successiva “diaspora” di una consistente parte dei suoi abitanti, si avvia la realizzazione di quello che è, a tutti gli effetti, uno dei “monumenti moderni” della città di Salerno.
Per iniziativa dell’artista Mario Carotenuto, dell’allora parroco della Cattedrale, don Giovanni Toriello, e degli amici della Bottega di San Lazzaro, prende quindi avvio la realizzazione del presepe dipinto, a grandezza naturale, ad opera del M° Mario Carotenuto.
L’allestimento è ospitato nella Sala San Lazzaro, un’aula rettangolare caratterizzata da colonne di spoglio, posta ai piedi del fronte monumentale della Cattedrale di San Matteo e si compone di 86 figure dipinte su sagome lignee riproducenti personaggi reali.

Le sagome infatti sono state dipinte dal vero e raffigurano personaggi provenienti dal Centro Storico che affiancano le riproduzioni di artisti, personaggi storici, politici e religiosi.

Il Presepe è in costante ampliamento e l’ultima figura, che va ad affiancarsi ai vari Alfonso Gatto, Vincenzo De Luca, Mons. Pollio, Mons. Pierro, Alfonso Menna etc, è il critico d’arte Filiberto Menna,, inserito il 3 gennaio 2015. Proprio quest’ultimo, tra i primi visitatori dell’allestimento nel gennaio del 1983, lasciò la seguente dedica sull’Albo d’Oro dei visitatori: “Non abbiate paura. Continuate, questa è un’opera straordinaria, controcorrente e attuale”.

Casperia (Antonella Giroldini)

Visitare Casperia vuol dire andare a spasso nella storia. Si affaccia sul Monte Soratte e la Vallata del Tevere a 397 m slm , guarda il Monte Pizzuto e le campagne illuminate dall’argenteo colore degli ulivi.
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Casperia ha una cinta muraria con due porte antiche, i torrioni ben visibili e la struttura tipica di un paese nato nel Medioevo: arroccato su un colle roccioso con tipiche case a torre alte e strette, palazzi signorili, ripide e tortuose cordonate che collegano le vie e le piazze.

Nel suo territorio sono presenti varie piante secolari tra cui spicca in particolare il leccio pluricentenario che si trova nella parte più alta del centro storico, vicino al campanile, visibile da chilometri di distanza, per la sua verde chioma che affianca il campanile romanico.

Una leggenda narra che Sabo (da qui il nome Sabina), partito dalla Persia e giunto in Grecia fu obbligato dall’estrema rigidità delle leggi di Licurgo a muovere con il suo seguito prima in Sicilia e poi nell’attuale territorio di Casperia. Secondo il geografo romano Pomponio Mela, Casperia sarebbe la più antica città sabina fondata dal popolo dei Caspi. Virgilio la cita nell’Eneide nell’elenco delle città che inviarono truppe in aiuto di Turno nella guerra contro Enea. Ma queste fonti non sono attendibili. Tanti i reperti di età romana come le ville rusticae.

Il primo documento in cui si cita il nome di Aspra (l’attuale Casperia) risale al maggio del 1109; in questo atto influenti uomini del luogo autorizzano alcune famiglie ad insediarsi sull’ononimo monte, il cui nome forse deriva dell’asperità del terreno. Il borgo di Aspra così come è oggi nacque intorno all’anno 1000. Le sue mura di cinta nel Medioevo la resero inespugnabile. Nel 1200 è un libero comune e nel 1300 ebbe tra i suoi podestà il condottiero romano Cola di Rienzo. Tra il 1400 ed il 1500 divenne fuedo dei Savelli e degli Orsini fino al 1592, data in cui Aspra tornò sotto la giurisdizione dello Stato Pontificio a cui appartenne fino all’unità di Italia. Il nome Aspra è rimasto fino al 1947, quando una decisione amministrativa ha voluto recuperare la tradizione umanistica con l’antica Casperia.