Tag: calabria
BORGHI CLABRESI (Antonella Giroldini)
TROPEA (Antonella Giroldini)
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DELLA SIBARITIDE (Antonella Giroldini)
Inaugurato nel 1996 in un nuovo edificio nei pressi dei Laghi di Sibari, area lagunare straformata in un porticciolo turistico, accoglie i materiali rinvenuti negli scavi della città e del territorio circostante. Il museo accoglie materiali del periodo protostorico e arcaico rinvenuti nel territorio. Lo spazio maggiore è dedicato ai reperti urbani, con frammenti architettonici arcaici, ceramica sub geometrica greco – orientale o rodia, pettorali in lamina d’argento e oro sbalzata, ceramica importata da Corinto, Atene, Sparta, Ionia e dalle isole egee, statue e piccoli bronzi di età romana. Il reperto più noto è il Toro cozzante, statuina bronzea simbolo della città di Thourioi. Importante è anche il gruppo di reperti da santuari del territorio, con terrecotte e statuette fittili.
MONASTERACE (Antonella Giroldini)
STILO (Antonella Giroldini)
Sopra un pendio di ulivi e viti, è l’antico borgo disposto a gradinate , con case in pietra scura che paiono dipinte nella roccia.
Divenuto nel X secolo il principale centro bizzantino della Calabria meridionale, accolse eremiti e monaci basiliani, che abitarono le sue grotte e costruirono la celebre Cattolica, tra i più importanti e singolari monumenti della regione, ancora miracolosamente intatta.
Aggrappata alle pendici del Monte Consolino, la Cattolica è tra i monumenti più noti della regione. Interamente in mattoni, con tre absidi e 5 cupolette dai tamburi cilindrici, di cui la centrale più alta delle altre, ricorda certi edifici sacri del Peloponneso, ma anche dell’Armenia e dell’Anatolia. Fu costruita nel X secolo su un poggio isolato.
Stilo è stata reputata patria del filosofo Tommaso Campanella
Roccella Jonica
Sul lungomare, due colonne monolitiche in porfido egiziano, appartenenti a un tempio pagano e ritrovate da alcuni pescatori sulla spiaggia nel 1863. Nella parte alta dell’abitato, più antica e ormai disabitata, i ruderi grandiosi del castello medioevale, per secoli difesa contro gli attacchi di navi corsare e turche.. La sua storia è dunque antica, ma Roccella Jonica si presenta oggi come un moderno centro costiero, con alcune risorse industriali e attrezzature per il turismo.
GERACE (Antonella Giroldini)
Nello stemma cittadino l’immagine di un rapace. Fu infatti un volo di sparviero a guidare i profughi di Locri fino ai piedi di un’alta e solitaria rupe, piatta in cima come una tavola. così la leggenda racconta la nascita di Gerace, città nobile e austera, silenziosa e solenne, che la storia fece padrona e guardiana di un vasto territorio. In realtà il sito, già abitato dal Neolitico fu scelto dai profughi locresi per le sue caratteristiche di sicurezza e difendibilità, e divenne sotto i normanni città ricca e potente, tanto da contare ben 79 chiese, 12 conventi e 8 monasteri. In un paesaggio di tormentata bellezza , tra il verde degli uliveti e il bianco abbagliante delle fiumare assolate, rupi scoscese sembrano innalzare un luogo fermo nel tempo . Intatto è infatti il sapore medioevale dell’abitato che conserva scorci di grande suggestione e gioielli architettonici, prima fra tutte la stupenda cattedrale, testimonianza di un illustre passato.
Ai piedi della rupe è il borgo, costruito da un compatto nucleo di edifici fuori delle mura cittadine. Qui vivono contadini e artigiani della terracotta, che ancora lavorano nelle grotte scavate nel tufo continuando una tradizione artigiana particolarmente fiorente nei sec XVI e XVII.
A mezza costa è anche il Borghetto, altro caratteristico quartiere popolare, con case medioevali disposte a schiera, spesso sostenute da archi di pietra. Per vie strette e suggestive si entra nella città alta, la parte nobile di Gerace, adagiata sulla cima pianeggiante della rupe.
PENTEDATTILO (Antonella Giroldini)
ovvero 5 dita. Con i suoi cinque strani pinnacoli, sembra davvero una gigantesca mano di roccia arenaria che sovrasta il borgo, frazione di Melito di Porto Salvo, uno dei più caratteristici e suggestivi della Calabria dal punto di vista paesaggistico e architettonico, mirabile esempio dell’adattamento dell’insediamento alla natura del terreno. Aggrappato a declivio di una rupe rossastra con straordinario effetto scenografico, è un labirinto di stradine, tetti, case in pietra con archi e balconi, ridotto a una sorta di paese fantasma per il trasferimento dei suoi abitanti nei recenti quartieri sorti a valle.
TROPEA (Antonella Giroldini)
Lo scenario naturale esprime tutta la bellezza dell’ambiente mediterraneo : l’aspro profilo delle falesie testimonia la lotta secolare tra terra e mare, ma la bianchissima spiaggia di sabbia e un Tirreno celebre per i colori e riflessi trasmettono una sensazione di tranquillità . La sagoma placida e solenne del santuario di S. Maria dell’Isola, scenograficamente disposto sulla cima di uno scoglio, sembra voler ribadire questo stato d’animo, così come l’eleganza raccolta e discreta dell’abitato. Tra strade strette e piazze improvvise, è un susseguirsi di scorci suggestivi e viste sul mare di un intenso colore turchese. Sopra un masso di arenaria compatta, la cittadina ingioiella l’impianto medievale con palazzi sei – settecenteschi dai ricchi portali scolpiti, mentre ai piedi dello strapiombo si allungano 4 km di costa frastagliata, con piccole spiagge di roccia.
Le sue origini sono poco note, ma il ritrovamento di parecchi reperti ha confermato una continuità d’insediamento nel territorio fin dall’età preellenica e la sua importanza in epoca romana.