..o l’infanzia è destino , come diceva lo psicologo messicano Santiago Ramirez in una delle sue uscite più felici e si stanno registrando nella memoria da poco sviluppata del personaggio centrale che daranno origine agli atti del futuro, oppure l’infanzia è un processo casuale, è la preistoria di un cittadino che costiuisce se stessonel corso della vita facendo appello alla volontà e al libero arbitrio.
…piuttosto la reazione a uno dei grandi peccati che ha fissato nel suo decalogo, un peccato imperdonabile: l’offesa della dignità. Si può usare la durezza, ma mai, mai l’iganno.
….il giovane Che Guevara scrive nei suoi appunti di viaggio – mi rendo conto di avere maturato in me qualche cosa che da tempo cresceva nel frastuono cittadino: l’odio per la civiltà, la razz, immagine di persone che si muovono come impazzite al ritmo di quel tremendo rumore ……
MALEDETTA PARSIMONIA, QUELLA TREMENDA ABITUDINE DI CHIEDERE L’IMPOSSIBILE AI SUOI UOMINI, E DI PENSARE POI CHE L’IMPOSSIBILE SIA SOLO IL MINIMO INDISPENSABILE….
…..Si è molto sviluppato in me il senso collettivo in contrapposizione al privato sono sempre il solitario che ero, alla ricerca della mia strada senza l’aiuto di nessuno, ma adesso ho il senso del mio dovere storico. non ho casa, ne moglie, ne figli, ne genitori, ne fratelli, i miei amici sono tali finchè la pensano politicamente come me, e tuttavia sono felice, sento la presenza di qualcosa nella mia vita, non solo una grande forza interiore, che ho sempre sentito, ma anche la capacità di trasmetterla agli altri, e il fatalismo della mia missione mi toglie ogni timore …
..uno fa quello che può quando quando parte svantaggiato; sono argentino, mi sento come perduto tra i tropicali. Mi riesce difficile aprirmi e non ho le doi comunicative di Fidel. mi rimane il silenzio ….se per questo motivo non riesco simpatico all’inizio, almeno mi rispettano perchè sono diverso…