Girovagando per un Souk Egiziano ….Depilazione con Filo ( Antonella Giroldini)

Gironzolando in un Souk egiziano scopriamo un metodo singolare per depilare le sopracciglia !!!!

Con nostro sommo stupore scopriamo che tendendo un filo è possibile avere delle sopracciglia pulite e ordinate.

Tornate a casa scopriamo che  da un po’ di tempo a questa parte la Depilazione con Filo, originaria della Persia, è sempre più richiesta e ricercata anche in Occidente ed in Italia, ma perché? Vediamo di capire vantaggi e metodi di questa tecnica di depilazione di grande successo.

Il termine Depilazione con Filo, deriva dal nome originale Bandeabru, da cui Bande = filo e Abru = sopracciglia, ed è la tecnica indiana di eliminare la peluria delle sopracciglia attraverso un filo. Nacque tra le donne persiane che iniziavano ad effettuare questa pratica quando ritenute mature e pronte per il matrimonio.

Questa tecnica si sta oggi diffondendo anche in Italia, perché le prime pioniere ad averla provata giurano di esser rimaste soddisfattissime dai risultati: una pelle perfettamente liscia, sopracciglia ben delineate e senza sbavature, il tutto in maniera quasi del tutto indolore.

Per effettuare una depilazione orientale con filo, (che è differente dalla “ceretta orientale” che utilizza una ceretta zuccherata), viene impiegato un filo di cotone ritorto legato da un’estremità al collo dell’estetista o di chi depila. Il filo viene poi avvolto attorno al pelo strappandolo in maniera delicata ma dalla radice, quindi indebolendolo nel tempo. Il vantaggio maggiore però, è che il filo riesce ad avvolgere non solamente i peli uno per uno, bensì tutta la peluria sottile che può esservi sulla palpebra, o molto spesso sul labbro superiore (la zona “baffetti”). In questo modo quindi, il filo ripulisce tutta la zona anche dai peli sottilissimi in maniera molto semplice, differentemente da come farebbe invece una pinzetta, che difficilmente afferra i peli più sottili.

Rispetto ad una ceretta con la quale anche si riesce a ottenere l’effetto di assoluta liscezza ed eliminazione totale di peli e peluria, il vantaggio è quello igienico. La ceretta infatti spesso può creare micro lacerazioni, e non è raro vedere del sangue. In più essa è anche molto dolorosa e più invasiva in quanto si applica uno strappo su tutta la superficie della pelle che risulta anch’essa sollecitata. Il filo, invece, estirpa unicamente il pelo, senza far presa sulla pelle, quindi danneggiandola meno e provocando un dolore molto minore; in pratica si avverte solo un leggero pizzichio.

Un altro vantaggio di questa tecnica, è che, con il filo strappa in un sol colpo un’intera fila di peli, ottenendo quindi una delineatura molto più netta del sopracciglio, tant’è che pare particolarmente indicata per particolari forme delle sopracciglia come ad esempio quella “ad ali di gabbiano”.

HURGHADA (Antonella Giroldini)

Preannunciata da una serie di isolotti che segnano la fine del golfo di Suez e che tutti gli appassionati di diving ormai conoscono palmo a palmo nei fondali e nella barriera . Questo sia per il mare davvero incredibile nonostante la messa in funzione di impianti petroliferi sia per la ricettività alberghiera , che si è sparpagliata lungo la costa per oltre 30 km con risultati a volte non proprio felici

La Valle dei Re (Antonella Giroldini)

Le tombe della Valle dei Re sono tutte ipogee e presentano una disposizione generale ricorrente: una porta tagliata verticale nella roccia , un lungo corridoio  diviso in sezioni che vanno  progressivamente restringendosi , nicchie e cappelle laterali e una serie più o meno numerosa di ambienti di ampiezza diversa, con soffitti retti a pilastri. Alle pareti, decorazioni incise e dipinte, con geroglifici e figure spesso misteriose e inquietanti. Quasi al fondo dell’ipogeo, nella camera principale, si trova l’enorme sarcofago in pietra dove veniva depostala mummia del re.

I colossi di Memnone (Antonella Giroldini)

Situati circa 1300 metri a est di Madinat Habu, sulla sinistra del rettifilo che conduce al traghetto per Luxor , i colossi di Memnone sono due gigantesche sculture che in origine affiancavano l’ingresso al tempio funerario di Amenofi III. Rivolti ad oriente e alti oltre 16.50 m rappresentano entrambi il re Amenofi III, seduto nella posa tradizionale. Ai due lati del trono si trovano due piccole figure femminili. Nel 27 a. C. un terremoto provocò nel colosso nord una lunga fenditura che, secondo Strabone , arrivava fino alla cintura. Ciò determinò il fenomeno in base al quale la statua all’alba, quando la pietra cominciava ad asciugarsi dell’umidità della notte, emetteva un suono simile alla vibrazione di una corda di chitarra.

Tatuaggi all’ hennè egiziani ( Antonella Giroldini)

l’Hennè  è una  pianta tintòria, utilizzata da secoli per la colorazione naturale dei capelli, principalmente nei paesi della fascia tropicale mediterranea, in quelli mediorientali, fino all’India, dove si diffuse nel XII secolo.
Il suo uso si è esteso, già alla fine dell’Ottocento, anche all’Europa, dove è ormai utilizzato comunemente per conferire alle capigliature castane o nere riflessi ramati, mascherare qualche capello bianco, ma anche per rinforzare i capelli deboli, normalizzare la cute grassa o con forfora, e per dare lucentezza alla chioma.

L´hennè è sempre stato popolare nella cultura araba ed indiana come pratica di bellezza e di buon augurio per le occasioni importanti. Mentre il tatuaggio permanente ha sempre avuto una connotazione più dura, richiedendo anticamente coraggio e forza da chi vi si sottoponeva, i tatuaggi temporanei realizzati con l´hennè sono totalmente indolori (si tratta di “disegnare” sulla pelle con un estratto) e scompaiono dopo poche settimane, per cui il loro uso è sempre stato puramente cosmetico. Esistono disegni complessi realizzati con l´hennè, che si tramandano di famiglia in famiglia o rappresentano particolari popoli e festività, ma per la maggior parte i disegni indiani, o mehndi, possono venire ricondotti ad un certo numero di elementi base:

Il germoglio: foglie e germogli nascono alla fine di una siccità, ed indicano quindi la rinascita, fertilità e gioia.

ZigZag: in India, questo simbolo rappresenta la pioggia, ed indica quindi fertilità ed abbondanza.

Il gioco: questo è un simbolo piuttosto antico che, in diverse varianti, compare spesso nella cultura indiana;

Lo scorpione: non deve stupire se lo scorpione viene utilizzato per simboleggiare l´amore. Il suo morso e l´amore hanno sintomi molto simili secondo la cultura indiana: occhi accesi, respiro affannoso, stati febbrili, dolore (quando non corrisposti).

Onde: rappresentano l´acqua che scorre, purifica e porta la vita.

E davvero non riesco a resistere alla voglia di tornare a casa con qualche tatuaggio sulle mani e sul polpaccio…. voglia di tornare a casa con un ricordo che doccia dopo doccia sbiadirà una volta tornata a casa !