Filacciano, nella valle del Tevere in provincia di Roma, è un piccolissimo borgo di poco più di 500 abitanti con una struttura urbana inconsueta, un piccolo scrigno nel cui centro storico spiccano maestosi e severi palazzi storici. Il borgo, di epoca medioevale, è nato attorno al suo castello, digradando verso il Tevere, che scorre immobile e silenzioso tra rivali lungo i quali si ergono salici e pioppi nani. I suoi vicoli e le stradine dell’abitato si inerpicano fino alla sommità del basso colle, con le case ed i palazzi ordinati, con i loro androni curiosi e riservati. Nel borgo, oltre una porta c’è la parte più recente, quello del XVI-XVII secolo, con edifici bassi e allineati, traversati dalla strada che conduce alla scenografica e rettangolare piazza.
La nascita di Filacciano risale al periodo romano; lo stesso toponimo dovrebbe derivare dall’imperatore Felicianus, che vi fece costruire un primo Castrum, sui resti del quale successivamente fu edificato l’attuale castello. In epoca medioevale il borgo-fortezza finì tra i possedimenti della potente Abbazia di Farfa, passando poi per le mani di diverse famiglie nobiliari fino a quando, nell’ottocento, dopo la scomparsa del feudalesimo arrivarono i principi Del Drago che ne possiedono tutt’ora il castello.