Questa casa incantata, situata all’interno del parco di Villa Torlonia, è una delle bellezze poco conosciute della Capitale. Il suo nome è legato alle innumerevoli decorazioni di civette riportate nelle vetrate e nelle maioliche, un tema quasi ossessivo voluto dal principe Giovanni Torlonia, un uomo solitario e malinconico che ne aveva fatto il suo rifugio personale.

































La struttura fu edificata nel 1840 per volontà di Alessandro Torlonia ed era conosciuta come “la Capanna Svizzera” per via del suo aspetto molto simile a quello di un rifugio alpino. Nel 1908 il principe Giovanni Torlonia Jr, nipote di Alessandro, ne fece la sua dimora apportando una ristrutturazione che stravolse totalmente la vecchia architettura. Furono aggiunte logge, vetrate, porticati e torri decorate con maioliche colorate, fino a trasformarla in una villa dall’aspetto medievale.
Solo nel 1914, quando furono realizzate le due vetrate raffiguranti delle civette, la vecchia costruzione cambiò il suo nome con “La casina delle Civette”. Il Principe Giovanni era un amante della simbologia dell’occulto e scelse la civetta proprio per il suo significato esoterico, infatti, l’immagine di questo animale notturno è un tema ricorrente, riportato più volte nelle decorazioni, negli arredi degli interni e in molti altri punti della casa. Il principe Torlonia, di cui si hanno pochissime informazioni se non il fatto che fosse uomo poco socievole e cupo, che non si sposò mai e che non ebbe eredi, abitò questa casa fino al 1939, anno della sua morte.
La Casina, durante la seconda guerra mondiale fu distrutta dall’occupazione delle forze anglo-americane e, dopo anni di abbandono, nel 1978 fu acquistata dal Comune di Roma e definitivamente danneggiata da un incendio nel 1991. Nel 1992 fu avviato un lungo lavoro di restauro che durò ben cinque anni e la Casina delle Civette è oggi un museo dedicato all’arte della vetrata, un gioiello ritornato al suo antico splendore e restituito alla città di Roma e ai suoi turisti.