Spoleto (Antonella Giroldini)

Il fascino di Spoleto nasce non soltanto dai monumenti più o meno illustri che adornano, ma soprattutto dal rapporto un po’ speciale con la natura che la circonda. Il Monteluco non funge semplicemente da quinta scenografica , ma è un vero protagonista della storia della città, con la sua foresta di lecci protetta fin dall’antichità da leggi severe contro il taglio. Il poter controllare la valle, non a caso chiamata “valle spoletina”, dalla posizione privilegiata del colle, ha consentito alla città di ricoprire nel corso dei secoli ruoli di primaria importanza difficilmente spiegabili da un punto di vista strettamente economico. Il centro è munito per la prima volta di ” mura ciclopiche” nel IV secolo a.C. , ma dotato di un impianto urbano su modello greco solo a partire dal 241 a.C, dopo la deduzione della colonia romana. Al dissolversi dell’impero romano subentratono varie dominazioni barbariche fino alla istituzione del ducato di Spoleto  .

 Monumenti di Spoleto

  • La Rocca Albornoziana è situata sulla sommità del monte sant’Elia e sovrasta la città.

    la Rocca fu fatta costruire nella metà del ‘300, sotto la direzione dell’architetto Matteo gattaponi, dal Cardinale Egidio Albornoz, per ordine del Papa Innocenzo VI per affermare il potere della Chiesa nell’Italia centrale, dopo il ritorno della sede Papale da Avignone nella città di Roma.

    la Rocca ha un perimetro rettangolare delineato da quattro torri angolari ed un corridoio mediano collega altre due torri: il cortile delle Armi, destinato alle truppe e il cortile d’Onore dove risiedevano i governatori, ma nei cui edifici sono stati accolti anche il Pontefice Bonifacio IX e il Pontefice Niccolò V durante la peste di Roma.

    Nel piano superiore un portale in pietra Cinquecentesca permette l’ingresso al Salone d’Onore, dove si svolgevano importantio cerimonie e banchetti.

    La Rocca è stata utilizzata come carcere dal 1817 fino al 1982 e nel 2007 è diventata la sede del Museo Nazionale del Ducato di Spoleto.

  • L’Arco di Druso e Germanico permette l’accesso al Foro di Spoleto.

    Quest’arco fuf fatto costruire nel 23 d.C. in onore di Druso e Germanico, rispettivamente figlio e nipote dell’Imperatore Romano Tiberio. La struttuta quadrata è formata da blocchi di pietra calcarea locale , con decorazioni costituite da capitelli corinzi e fregi dorici.Il Palazzo Rosari-Spada, fu costruito negli anni ‘600 e ‘700 ed ospita il Museo del Tessile di Spoleto. All’interno si possono ammirare i percorsi e l’evoluzione della moda negli anni con l’esposizione di manufatti tessili provenienti da tutto il mondo nell’arco degli anni, dagli Stati Uniti alla Turchia fino alla Cina e Persia.

    L’esposizione si sviluppa in cinque sale dalle diverse tematiche: nella prima sala troiviamo diversi paramenti sacri di varie epoche storiche, nella seconda sala detta “del costume” siu possono ammirare diversi abiti appartenuti a personaggi importanti come, ad esempio un abito in stile impero indossato dalla cognata di Napoleone, la terza sala è riservata agli accessori delle diverse epoche storiche, da cuffie, cappelli, sciarpe fino a borse e merletti, la quarta sala è riservata agli arazzi e tappeti appartenuti alla regina Cristina di Svezia, mentre nella quinta sala sono esposti i tessuti dell’arte tipica perugina, il cui pregio è riconosciuto anche nelle opere di molti pittori e artisti come ad esempio Leonardo.

    Tra i momnumenti più pittoreschi della città, dove suggeriamo una passeggiata se non avete paura dell’altezza, ricordiamo il Ponte delle Torri, un ponte acquedotto romano che si erge sopra la torrente Tessali e che collega il monte Sant’Elia al Monteluco, agli estremi del quale si ergono la rocca Albornoziana e il Fortilizio dei Mulini. Il ponte è lungo 230 metri ed alto 80 metri. La sua spettacolare bellezza ha affascinato molti scrittori, tra i quali Goethe, al cui ponte ha dedicato una parte del suo saggio “Viaggio in Italia”.

  • Il Teatro Romano risalente al I secolo d. C., a piantan semicircolare che si estende in una cavea di 70 metri di diametro, fu già in antichità restaurato in seguito ad una eventuale frana, è stato riportato alla luce grazie agli scavi iniziati nel 1938. Oggi ospita il museo Archeologico di Spoleto ed è usato per diversi concerti e spèettacoli, tra i quali il più importante è rappresentato dal Festival dei due mondi.
  • Il complesso dell’anfiteatro romano a nord di Spoleto, si estende per 10.000 metri quadrati ed grande quasi come una città. E’ stato scoperto agli inizi del ‘900 ed è formato dai resti di un anfisteatro romano, due chiostri, cortili, giardini e due monasteri che comprendono le chiese di: SS Stefano e Tommaso e la chiesa di San Gregorio Minore. Una buona parte degli edifici è ancora in fase di ristrutturazione.

    Negli anni dell’epoca romana è stato utilizzato per spettacoli circenzi, dei gladiatori e anche per il martirio di alcuni Santi Spoletini.

La Rocca Albornoziana di Spoleto (Antonella Giroldini)

Nella parte più elevata della piazza Campello si apre l’ingresso al viale che conduce alla Rocca. La sommità del colle era già stata spianata in antico per la costruzione dell’acropoli, nel V secolo dotata di un tempio italico e nel secolo successivo cinta di mura. Nel 1359 il cardinale Albornoz ne decise la costruzione come saldo punto di appoggio del dominio papale, affidando nel 1362 la direzione del cantiere a Matteo di Giovannello , il Gattapone, che progettò una poderosa fabbrica rettangolare , con sei torrioni , divisa in due quadrati da un imponente braccio traverso. Fu a più riprese ampliata e decorata da affreschi e stemmi che documentano le molte frequentazioni illustri, per poi essere destinata a bagno penale dello Stato pontificio.

Utilizzata come carcere fino al 1983, è stata acquistata dallo Stato e sottoposta a un intervento di restauro che si è recentemente concluso con l’allestimento, nei pregievoli interni, del Museo Nazionale del Ducato con opere d’arte, affreschi staccati e testiminianze epigrafiche e archeologiche dalla tarda antichità al tardo medioevo provenienti dalle collezioni civiche, e la realizzazione di spazi per mostre e temporanee manifestazioni.

 

 

EGGI DI SPOLETO (Antonella Giroldini)

Eggi è un borgo tra gli ulivi a due chilometri dalla Flaminia, a 5 da Spoleto in direzione Foligno, quasi a cavallo tra la Valle del Nera e quella Spoletana.

Il borgo, di origine romana, ha delle fasi edilizie ben definite che ti lasciano comprendere la sua storia. Ad un primo periodo corrisponde la costruzione del castello (XIV sec.) che ha impianto triangolare. Nel corso del XV secolo il paese cominciò a debordare dalle mura, ed appena fuori di esse sorsero delle abitazioni. Tra la metà del XVI e la fine del XVIII sec. conobbe un periodo di splendore grazie anche alla presenza di illustri cittadini che, dotati di cospicui mezzi economici, chiamarono numerosi artisti del tempo per abbellire le chiese del territorio.
Non devi perdere la visita della chiesa di Santa Maria delle Grazie, edificio votivo della fine del XV secolo, ornato da affreschi nei quali predomina la ricerca di protezione contro il morbo della peste, della chiesa di San Giovanni Battista con abside decorata tra il 1527 ed il 1532 da Giovanni di Pietro detto Lo Spagna e dell’Oratorio del Sacramento e complesso dell’Ospedale, con un cancello per delimitare l’isolamento, un ambiente vasto ad uso di corsia, una cucina ed altre stanze di servizio; al piano terra il magazzino del Monte Frumentario. Nella chiesa San Michele Arcangelo trovi interessanti affreschi del  Maestro di Eggi, anonimo pittore del XV secolo, identificato da Federico Zeri proprio con gli affreschi di questa chiesa e operoso a lungo nello Spoletino e nella Valnerina.
Il borgo di Eggi è famoso in Umbria per la Festa degli asparagi di bosco, appuntamento tra fine aprile e i primi di  maggio, ormai ventennale, che non puoi perdere e ove potrai assaggiare un vero piatto della tradizione spoletana: gli strangozzi fatti in casa con sugo di asparagi.