Il terzo uomo non c’è più. E’ sparita la Vienna polverosa, melanconica, male illuminata, qua e là semidiroccata, affascinantissima e trascurata come l’avevamo conosciuta fin dentro gli anni Sessanta e Settanta.
La Vienna di oggi ha un altro volto, recente, luminoso, restaurato, ricco. Non più facciate scrostate e cadenti, non più vetrine da paese dell’Est, non più selciati sconnessi, finestre senza vetri, cornicioni sbilenchi. Ogni casa è ridipinta , rifatti gli stucchi, ridorati i fregi, lustrati i portoni, le strade selciate di fresco e illuminate al punto giusto, i negozi di massimo lusso, fiorite le aiuole, curati i prati, pettinati parchi e giardini.
Non fosse per il profilo dei palazzi d’altri tempi, per il numero degli antichi monumenti, per la densità di chiese e musei, si avrebbe la sensazione , per la ricchezza delle strade e delle piazze, per il lusso dei caffè dei ristoranti , di essere in qualche città della Germania. Ma poi basta soltanto tirar su la testa e dare un occhiata alle finestre per capire che si è a Vienna . Solo qui, solo in Austria – e in qualche palazzo di Bolzano e Parma – i vetri si aprono all’infuori e non c’è ombra di scuri o persiane. E basta guardare le insegne delle strade – almeno quelle sopravvissute alle guerre – scritte in gotico , per rendersi conto che non siamo a Monaco né a Bolzano. Oppure controllare dentro ai cortili le verande di vetro , specie di terrazze chiuse alla bell’e meglio allo scopo di ingrandire le stanze per sapere subito dove si trova…A Vienna ancora non regna incontrastato quell’odore di salsiccia misto a pommes frites che solitamente stagna identico in tutte le metropoli del mondo che sta a nord dell’Italia. Qui l’odor di dolce prevale : sono krapfen e torte, cornetti o pani zuccherati, a volte – è vero – in mediocre versione turistica e tuttavia il loro profumo orienta e ambienta come la salsedine in una città di mare.
La città ha conservato una miracolosa dote che al pari suo forse soltanto Roma possiede. Assimila e coinvolge nella sua atmosfera suntuosa, brillante, internazionale e cosmopolita, e tuttavia insieme domestica, intima, quasi familiare. Ovvio che , come succede per tutti i luoghi di cui ci si vuole appropriare, Vienna bisogna conquistarla a piedi o in tram , in bicicletta, seguendo le orme dei sui abitanti , sedendosi nei caffè, passeggiando nei parchi, andando ai mercati.