Vuole una tradizione mai comprovata che il Duomo sia sorto per celebrare questo portento. Nel 1263 un prete boemo, Pietro da Praga, sulla strada di un pellegrinaggio a Roma, si fermò a Bolsena per dire messa. Le sue perplessità circa il mistero della transustanziazione – l’incarnazione del corpo di Cristo nell’ostia consacrata – vennero fugate dalle stille di sangue che all’ostia innalzata bagnarono il corporale e i santi lini liturgici. L’anno seguente per celebrare il prodigio una bolla papale istituiva per tutta la cristianità la festa del Corpus Domini e per conservare le reliquie venne deciso di erigere a Orvieto una chiesa degna di tanto miracolo. Nel 1337 la potente famiglia orvietana dei Monaldeschi commissionava all’orafo Ugolino di Vieri il reliquiario in oro, argenti e smalti e l’anno seguente veniva portato in processione per le vie della città inaugurando una tradizione che in occasione del Corpus Domini resta ancora oggi una delle principali attrattive folcloristiche.