i luoghi di perdizione sono innumerevoli …i modi per sperdersi sono molti…..ve ne sono tanti quanti sono i motivi che spingono una persona a sparire, a cancellarsi, a reinventarsi non solo un luogo ma una storia – o molte -, un’identità – o molte.
nei trattati di psichiatria la fuga è vista con sospetto, del resto il vagabondaggio era un reato fino a non troppo tempo fa. Insomma, chi si sperde deve avere una buona giustificazione – la polizia o un coniuge tradito e vendicativo alle calcagna – altrimenti la gente pensa che sia un pò pazzo.
..ero entrato nell’agenzia con una richiesta semplice: volevo andare in India e poi in Tailandia, con un biglietto valdo per tre mesi. Ma Leila, la capa dell’agenzia che mi vendeva biglietti esoticida 15 anni, con un pugno di dollari in più mi offriva il mondo. Era una vertigine: vai dove vuoi, stai quanto vuoi, cambi destinazione tutte le volte che vuoi, con un’unica condizione: mai tornare indietro. cosi alla fine anche tornare a Lucca, alla fine del giro del mondo, darà l’illusione di aver raggiunto una nuova meta. …
…” Ma, se vado verso Ovest, allora il Sole…”
“Si, segui il tramonto per raggiungere l’alba”….
…o ero io quello che aspettava, il soggetto, quello che esercita l’azione, in questo caso però si tratta di un’inazione: aspettare. Ma cosa aspettavo? O cosa mi aspettavo? (strano modo di dire: si trattava di aspettare se stesso da qualche parte, come in un agguato?)
…in realtà prendevo un’aspettativa senza molte aspettative, forse era proprio questo il punto . mi ero sentito la sabbia fino al collo e avevo deciso di tuffarmi dentro per scomparire…..un naufrago volontario che aspettava il momento giusto per gettarsi dalla nave…
….ero sempre colpito da come mi vedevano gli amici: un nomade, un apache di quelli con l’ombrellino da donna e una giubba blu strappada da soldato…
…cercavo anzi un buon motivo per scomparire, per mollare come Mattia Pascal nome vita abitudini e sicurezze. Almeno con un giro del mondo potevo dire di averci provato, di essermi guardato intorno. Mai tornare indietro poteva diventare una possibilità….
L’avevo cercata in molti luogi, la bellezza, ma restava sempre il dubbio che più in là esistesse il posto perfetto, quello che avrei riconosciuto come mio…
perdersi nella bellezza è un’idea piuttosto rassicurante: i posti belli non mancan, spesso sono a buon mercato. Ma mi tornano in mente altri viaggi, altri luoghi in cui a un certo punto la bellezza era diventata soffocante o addirittura irritante. …..NO, la bellezza aiuta, ma non sarei partito dietro a quella illusione. Per fortuna ce ne erano tante altre
……un si o un no che nasce dalla pancia, il cervello lotta, la vittoria dipenderà dall’alchimia tra diversi fattori : la razionalità, l’impulsività, la fiducia nell’intuizione . Perdersi significa allora intravedere nella nebbia un modo di procedere diverso, più animale e più divino. E’ questione di fede in definitiva…
…disperdersi significa allargarsi, estendersi, deragliare dolcemente, comev un trenino che comincia a disegnare perfetti slalom sulla prateria, ora per sfiorare una quercia, ora per fare il giro di un lago. E’ naturalmente fermate a richiesta. E poi ci sono gli specialisti e i generalisti e io mi onoro di essere della seconda categoria: saremo superficiali, ma almeno spaziamo …
…..puoi cambiare tutto, ma non il colore dei tuoi piedi, non il percorso della tua mente .Perdersi in un’altra cultura non può funzionare perchè l’errore è che in fondo non si vuole rinunciare a essere chi si è, si vuole essere diversi, quanto più diversi meglio è.
…Vi sono modi di perdersi abbastanza intenzionali. Ma vi è anche un “perdersi punto e basta”. Quali sono le qualità che fanno un viaggiatore? curiosità, buona salute , spirito di adattamento , resistenza alla fatica. Tutti aspetti che fanno parte del carattere e delle condizioni fisiche. Ma il vero segno di nascita del viaggiatore io non ce l’ho. E’ il senso dell’orientamento.
Se scoraggiarsi significa perdere il contatto con il proprio cuore, perdersi d’animo è più grave ancora. E’ un afflosciarsi su se stessi, svanito ogni entusiamo . E’ vedere il viaggio come una gran perdita di tempo, un girovagare stanco, perchè non si sta bene da nessuna parte. E’ una sensazione che ci lascia disanimati, peivi dell’anima. Capita sempre, almeno a me , in qualche momento del viaggio . E allora tutto diventa assolutamente estraneo, se non addirittura ostile…
…non potevo fare a meno di pensare che quella rigidità muscolare corrispondesse a una rigidità mentale. Così come riuscivo a mascherla nello sport attraverso la grinta e la resistenza , forse anche nella vita davvero mi lasciano andare troppo poco. …
…l’incontro in viaggio è diverso: forse perchè non c’è tempo da perdere, è solo un incrocio e poi ciascuno va altrove, forse perchè non dico che non abbiamo maschere, ma almeno sono più sgarcianti di quelle lasciate a casa, forse perchè siamo più aperti. Ma insomma, a volte si parla profondamente con uno sconosciuto , scoprendosi in due sensi: non solo dicendo molto di noi, ma anche dicendo ciò che non sapevamo ancora, e scopriamo appunto nel momento.
Alcune amicizie diventano subito amori, alcuni amori diventano amicizie (più difficile) , poi scompaiono nel mappamondo……