Tra l’isola di Lanzarote e quella di Fuerteventura sorge questo incantevole isolotto che si estende per circa 6 km.
Trascorrervi solo sei ore con un escursione giornaliera è abbastanza riduttivo, ma è una meta privilegiata di moltissimi turisti alla ricerca di relax e bellezza.
Solitamente si raggiunge in traghetto partendo dal porto di Corralejo (Fuerteventura), Los Lobos è un’isoletta tipicamente vulcanica, dal terreno arido e dai caratteristici paesaggi rocciosi.
Sbarcati al molo di Lobos dopo circa venti minuti di navigazione, iniziamo il tour dell’isola dirigendoci a sinistra, percorrendola cioè in senso orario. Quello che subito ci colpisce è la “dolcezza” del territorio in cui ci siamo immersi, quasi sensuale, un terreno color ocra punteggiato da cespuglietti rosa di soffice Limonium.
Seguiamo la stradina sterrata delimitata ordinatamente da una fila ininterrotta di sassi con continui e “severi cartelli” che ti ricordano di non uscire dal sentiero. Apprezziamo, in tal modo, il privilegio che abbiamo nel poter osservare il territorio selvaggio e quasi intatto che questo sentiero ci consente di attraversare.
Il primo incontro è con una spiaggia dall’acqua cristallina, “la Concha”, che per alcuni visitatori risulta irresistibile, si spogliano, e quando dico spogliano cercate di capire cosa intendo, ed entrano in acqua. Approfittiamo per allungare il passo è rimanere presto totalmente “soli”. Visitiamo le ex saline di Lobos, dalle forme geometriche ben definite, un po’ dispiaciuti di vederle in disuso.
Passeggiando tra basse collinette ci troviamo di fronte un severo e solitario edificio posto sulla sommità di una collina che domina dall’alto una distesa d’acqua inquieta, siamo all’estremità nord dell’isola ed abbiamo camminato per circa 3,5km. Il Faro Martiño segnala la punta nord di Lobos, solitario, dal 1968, anno in cui l’ultimo guardiano vi trascorreva parte delle sue giornate (cerchiamo di immaginarcelo); una targa posta sull’edificio ci informa che Lobos ha dato i natali alla poetessa Josefina Pla, a noi sconosciuta e rappresentata come una “arcigna signora”.
Faccio ricerche in internet e trovo invece l’immagine di una bella signora di alta cultura che trasferitasi in Paraguay contribuì enormemente allo sviluppo culturale di quel paese.
Ed in mezzo a tanta natura selvaggia e difficile vivono decine di specie vegetali diverse di notevole interesse. Non a caso l’isola viene oggi considerata un’autentica riserva naturale protetta (dal 1982 parco naturale), vero paradiso per gli appassionati di natura: flora, fauna e fondali marini sono un vero spettacolo anche agli occhi dei meno intenditori.