L’annuncia da lontano il possente minareto della koutoubia, alto sulla linea dei 12 km di bastioni che cingono la medina sullo sfondo dell’Atlante. Marrakech si distende con agio come un immenso , favoloso accampamento nella piana dello Haouz: fuori le mura , nelle grandi piazze e nei viali rettilinei e alberati della città nuova, ma anche all’interno, con giardini e ampi spazi verdi che interrompono il denso tessuto di case , edifici pubblici, complessi monumentali . Prestigiosa capitale del passato, città imperiale come Fes, Rabat e Meknes che il succedersi delle dinastie ha arricchito e trasformato di continuo, Marrakech è anche moderna capitale della regione e di tutto il Sud , ancora capace di estendere la sua influenza oltre le genti berbere dell’Atlante fino alle valli presahariane e ai margini del deserto . Forte del suo intenso fascino berbero – oltre che dei monumenti, del clima, dell’Atlante e delle valli del Dra e del Dades a portata d’escursione – è anche, e forse soprattutto, capitale turistica e prima meta di un viaggio in Marocco: ruolo questo per cui compete, nella diversità, con la colta e araba Fes.
Molte cose, della città e del paese, si capiscono nella grande piazza Jamaa el- Fna, purché si abbia tempo per indugiarvi e voglia di abbandonarsi all’esperienza e alle emozioni: la mescolanza umana, per esempio, amalgama di influenze maghrebine, sahariane e dell’Africa nera qui più forte che altrove, o l’aspetto il più delle volte genuinamente spettacolare, teatrale della cultura che si rappresenta ogni sera per il tramite di cantastorie, giocolieri e funamboli nei cerchi degli spettatori.